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16 eventi e tendenze sociali che hanno segnato il 2016

eventi e tendenze sociali 2016
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C’è una dimensione del vivere che abbiamo chiamato tempo e a cui abbiamo dato delle unità di misura. Una di queste è l’anno. Sulla base di questa unità di misura si fanno molte cose, tra cui calcolare statistiche, fare bilanci, lanciarsi in previsioni. Una delle cose che si fanno annualmente riguarda la dimensione del ricordo collettivo, e serve ad assimilare bene ancora una volta quello che è successo per dirci “caspita, abbiamo vissuto questo, dobbiamo ricordarcene!”.

Noi lo facciamo con un punto di vista originale: quello della società. Cosa è successo di così rilevante nella società globale nel 2016? Eventi che ci hanno sconvolto, e/o che segnano una svolta nel modo in cui le relazioni all’interno e tra società sono organizzate. Fenomeni che si sono rivelati, e che hanno rafforzato tendenze già in atto o ne aprono, chissà, di nuove.

Ne abbiamo scelti 16, in un banale onore al 2016 che se ne va. Ovviamente è un’operazione complicata e arbitraria, perciò vi invito nei commenti a integrare e criticare questa che non è una classifica, ma una raccolta in ordine cronologico.

Eventi e tendenze sociali 2016

La morte di David Bowie, e tanti altri

Il 10 gennaio 2016 muore David Bowie. Un artista pazzesco, per come ha saputo leggere, interpretare, anticipare le tendenze sociali e culturali. Un artista-sociologo, in grado di stimolare analisi raffinate usando il corpo, le maschere, i costumi, oltre che naturalmente la musica e le parole. Sociologo urbano, se vogliamo, per come ha saputo raccontare e costruire Londra, Los Angeles, New York, Berlino, e i loro rispettivi immaginari.

Nel 2016 usciranno definitivamente di scena anche altri grandi artisti in grado di leggere e anticipare le tendenze sociali, come Prince, morto il 21 aprile 2016, Leonard Cohen, il 7 novembre, e, più vicino a noi, Dario Fo, il 13 ottobre. Il 19 febbraio muore anche Umberto Eco, uno tra gli intellettuali più influenti della storia italiana e non solo.

La morte di artisti e intellettuali di questo calibro è inevitabilmente l’occasione per riflettere sulle società che rappresentavano e anticipavano. Lo abbiamo fatto omaggiando il ricordo di David Bowie e Leonard Cohen.

La visita di Obama a Cuba

@sputniknews.com

Dal 20 al 22 marzo 2016 il presidente degli Stati Uniti Barack Obama visita Cuba e incontra il presidente cubano Raul Castro. Non accadeva dal 1928. La portata sociale di questo evento è epocale.

Due visioni della società e dei rapporti sociali che si incontrano. Lo spettacolo della trasformazione di una società, la discussione su un’isola che si apre a tutto e non si sa bene a cosa, alla libertà, ai diritti, alla Coca Cola, al turismo di massa, al capitalismo che per decenni ha cercato di sconfiggere o quantomeno limitare.

Questo capitolo avrebbe naturalmente potuto intitolarsi “la morte di Fidel Castro”, avvenuta il 25 novembre 2016, ma in fondo è la stessa cosa, è la fine di un’epoca storica che ha segnato non solo la politica e l’economia ma anche i rapporti sociali, intrinsecamente legati all’ideologia capitalista da una parte e comunista dall’altra.

Gli attentati terroristici

@usnews.com

Il 22 marzo 2016 due esplosioni sconvolgono l’aeroporto e una fermata della metro a Bruxelles. È solo uno dei tanti attentati terroristici del 2016, e ci ha colpito particolarmente da vicino perché Bruxelles è una città che molti di noi hanno imparato a frequentare, direttamente o per la presenza di amici, da quando è diventata capitale dell’Unione Europea.

Ci hanno colpito da vicino anche l’attentato sulla Promenade des Anglais a Nizza del 14 luglio 2016, e quello del 19 dicembre a Berlino, ma anche altri, riusciti o solo tentati, in Germania, Francia, Belgio, Stati Uniti (come la strage al club Pulse di Orlando del 12 giugno 2016).

L’Europa resta comunque marginale, se consideriamo il numero di vittime del terrorismo. Il terrorismo miete molte più vittime in Iraq, Siria, Afghanistan, Pakistan. Nel 2016 ha colpito moltissimo la Turchia.

Gli attentati scatenano sempre molte analisi sociali, sull’estrazione sociale degli attentatori e sui rapporti sociali e interetnici nelle società europee. E naturalmente hanno un effetto immediato sulla società: la paura. Paura di frequentare certi posti, di andare agli eventi, di stare con le persone. Paura, sospetto, guerra sociale occulta.

Degli attentati a Bruxelles abbiamo parlato qui, con il racconto, molto denso di emozioni e informazioni, di un nostro collaboratore che vive e lavora nella capitale belga.

Qui invece abbiamo parlato di Molenbeek, il quartiere di Bruxelles diventato famoso come covo degli attentatori che hanno agito sia a Parigi sia a Bruxelles.

La vittoria del Leicester nella Premier League

@calciomercato.com

Il 2 maggio 2016 la piccola squadra del Leicester del coach italiano Claudio Ranieri, costruita per ottenere una sudata salvezza, trionfa in Premier League, la serie A inglese, dopo una cavalcata entusiasmante seguita da tutto il mondo, sconfiggendo corazzate turbocapitaliste del calibro di Manchester City e United, Chelsea, Arsenal, Liverpool.

Della fantastica storia del Leicester abbiamo scritto qui, ma che valenza sociale ha questa favola? Beh, ci dice che anche i piccoli hanno una chance, che il gruppo può valere molto di più della somma dei singoli, anche quando questi singoli sono dei fenomeni strapagati.

Tendenze che abbiamo poi ritrovato anche nell’Europeo di calcio disputatosi in Francia nel 2016, vinto dal non favorito Portogallo e che ha visto squadre come l’Islanda e il Galles guadagnare l’attenzione mondiale.

Social network, social network ovunque

il 12 maggio 2016 una ragazza francese si suicida sotto un treno mandando il video in diretta su Periscope. Mille persone assistono al suicidio in diretta. Due mesi dopo, il 6 luglio 2016, Facebook Live trasmette in diretta la morte di una persona negli Stati Uniti.

Durante la concitata notte del colpo di Stato in Turchia, il presidente Erdogan si rivolge al popolo turco utilizzando l’app Facetime (o meglio, si mette in contatto con la CNN tramite Facetime, poi è tramite la CNN che si rivolge al popolo turco). Durante il tentato golpe, Twitter e Facebook vengono oscurati al pari della tv di Stato.

Insomma, nel 2016 i social si confermano non solo nei numeri in continua crescita, ma anche nel loro ruolo nella società, sempre più decisivo e pervasivo, al punto che anche il confine della morte viene violato piuttosto facilmente.

La Brexit

La vittoria del Leave al referendum del 23 giugno 2016 sulla permanenza nell’Unione Europea del Regno Unito rappresenta uno scossone tremendo al sogno di un’Europa unita e pacifica, che già era in profonda crisi.

Un voto che, se finora non ha avuto conseguenze pratiche visibili sulle vite dei cittadini europei, ha contribuito in modo determinante a legittimare tutti i movimenti che in Europa chiedono l’uscita dall’UE, o dall’Euro, o da entrambe, e ha rilanciato l’idea che ci sia un “popolo” che si ribella a un “establishment”.

Un voto che ha segnato un’inversione di rotta nel corso della storia, che andava da qualche decennio verso l’unificazione, in Europa ma non solo, e che sembra invece aver ripreso la strada delle divisioni e dei nazionalismi.

Inevitabilmente le implicazioni sociali di una simile svolta sono molteplici. La costruzione di una società europea si è formalmente arenata, rivelando l’esistenza di blocchi sociali distinti per reddito e fascia d’età. Soprattutto si è infranto un sogno europeo collettivo, che chissà se e quando tornerà a tenere insieme, seppur debolmente, popoli e stati del vecchio continente.

Della Brexit abbiamo ampiamente parlato qui.

Le tensioni razziali negli Stati Uniti

@Joe Brusky

Il 7 luglio 2016 un ex soldato dell’esercito americano uccide cinque poliziotti bianchi sparando da un tetto di Dallas durante una manifestazione del movimento Black Lives Matter. La tensione tra poliziotti bianchi e comunità afroamericana è alle stelle ormai dal 2012, quando fu ucciso il 17enne Trayvor Martin e da lì nacque il movimento Black Lives Matter.

Nel 2016 circa 200 afroamericani sono stati uccisi dalla polizia (dati aggiornati a fine settembre 2016). Insomma, è il 2016 e siamo ancora qui a parlare di bianchi contro neri. Nonostante otto anni di presidenza Obama, nonostante tutti i presunti progressi.

Il fenomeno Pokemon Go

@Paintimpact

Il 14 luglio 2016 esce in Italia Pokémon Go, ed è subito mania. L’App per catturare Pokémon nella vita reale impazza in tutto il mondo e anche in Italia si comincia a vedere per strada gente che con lo smartphone cerca di catturare Pokémon. Le cronache riportano incidenti stradali causati da cacciatori di Pokémon alla guida, e catture avvenute anche in sala parto.

Dal punto di vista della società, è una roba estremamente ghiotta. Lo smartphone si impossessa della nostra vita al punto che ci muoviamo fisicamente per inseguire obiettivi che sono dentro lo schermo. Un Pokémon è reale quanto un albero, una macchina, o un bambino che nasce.

Di Pokémon Go e dei suoi eccessi avevamo scritto qui, mentre qui abbiamo proposto una guida tecnica al gioco.

Il fallito colpo di Stato in Turchia

@foxtrotalpha.jalopnik.com

Nella notte tra il 15 e il 16 luglio 2016, un gruppo di membri dell’esercito turco tenta un colpo di Stato contro il presidente Erdogan e il suo governo. Ricorderete forse le immagini dei carri armati che bloccano il ponte sul Bosforo e controllano l’aeroporto di Istanbul. Ricorderete le giornate di analisi, supposizioni, perplessità che ha suscitato l’evento.

A noi, dal punto di vista della società, interessa soprattutto una cosa: l’evento ha messo in scena i meccanismi su cui si basa la democrazia, ha rappresentato la fragilità ma anche la forza delle istituzioni democratiche.

Su cosa si fondano le democrazie? Su quattro palazzi da conquistare? Su una tv di Stato da oscurare? Su due aeroporti da bloccare? Anche, ma non solo. Si fonda anche su un popolo che scende in strada, non importa quanto spontaneamente e quanto manovrato. Scende in strada per difendere la sua democrazia, sulla cui salute si può poi discutere quanto vogliamo.

Qui un ritratto di Erdogan scritto in tempi non sospetti.

Le Olimpiadi di Rio

@reviewsdir.com

Dal 5 al 21 agosto 2016 si svolgono le Olimpiadi a Rio de Janeiro. Le Olimpiadi sono un evento sociale in piena regola, creano come pochi eventi una società globale pacifica che compete secondo quel magnifico spirito olimpico che unisce atleti, politica e società su tutto il pianeta.

Dentro ci sono un sacco di storie, di cui alcune dall’evidente risvolto sociale: la squadra dei rifugiati, il judoka egiziano espulso per non aver stretto la mano al collega israeliano, la storia di riscatto sociale di Simone Biles, la nuotatrice cinese Fu Yuanhui che dice di essere andata piano perché aveva le mestruazioni.

E naturalmente le Paralimpiadi, a cui ci si sforza sempre più di dare uno spazio equo. Certo, non faranno gli share delle Olimpiadi, ma sono fucina di storie di grande esempio collettivo come, in Italia, quelle dell’eterno Alex Zanardi e della formidabile Bebe Vio.

Le Olimpiadi le abbiamo seguite quotidianamente, con un diario che potete recuperare qui.

Alle Paralimpiadi abbiamo dedicato un racconto in 10 video imperdibile, che vale davvero la pena andare a rivedere.

Diritti delle donne e rapporti di genere

@euroculturer.eu

Il 3 ottobre 2016 migliaia di donne partecipano allo sciopero generale delle donne in Polonia per protestare contro un disegno di legge presentato in Parlamento il 23 settembre che avrebbe vietato qualsiasi forma di interruzione di gravidanza nel paese, già ristretta a pochissimi casi.

Il movimento, che ha visto le donne scendere in piazza vestite di nero, si è subito mobilitato ottenendo la solidarietà di molte donne in altri paesi europei. Le proteste hanno sortito l’effetto sperato, spingendo il Parlamento polacco a respingere il disegno di legge.

Un segnale importante, che utilizziamo come spunto per parlare di un tema che ancora è di grande attualità: i rapporti di genere nella società. I diritti delle donne sono messi continuamente in discussione, anche se le donne per fortuna rimangono vigili.

Una deriva tragica di un certo modo di intendere i rapporti di genere nella società è il fenomeno della violenza sulle donne, di grande attualità, ahinoi, anche nel 2016. Violenza fisica, fino all’omicidio, violenza psicologica, violenza verbale, che viaggia anche online.

Noi abbiamo trattato così il tema dei rapporti di genere e dei diritti delle donne nel 2016, scrivendo di donne e sport, donne nei paesi arabi, slogan sciagurati, diritto all’aborto, gestazione per altri.

Mai così tanti migranti morti in mare

@Photo Unit

Ad ottobre 2016 si stabilisce un triste record per la storia dell’immigrazione in Europa: si supera il numero, già record, dei migranti morti in mare nel 2015, 3.771. Il numero salirà nelle settimane successive, fino ad arrivare a 4.900, dato al 21 dicembre. La gran parte di queste morti avviene al largo della Libia o al largo di Lampedusa, nonostante l’impegno della Guardia Costiera italiana.

L’Italia affronta un 2016 che ha visto il record di arrivi sulle sue coste, 180 mila persone al 18 dicembre. Ne abbiamo parlato ampiamente qui. La rotta balcanica invece è stata praticamente chiusa da marzo 2016, con la firma dell’accordo tra Unione Europea e Turchia, di cui abbiamo scritto qui.

Le implicazioni sociali di questi movimenti migratori sono enormi, e riguardano tutto il mondo, non solo Italia ed Europa, ma in questa carrellata sul 2016 scegliamo di dare la priorità alla vita, e alla morte, delle persone che migrano. È accettabile che delle persone muoiano per spostarsi da un paese ad un altro? È accettabile che la vita delle persone sia subordinata ad altre priorità politiche, economiche, sociali? È accettabile che non si ragioni in tempi brevi a soluzioni alternative?

Su questo tema ci sono state anche due interessanti iniziative. La prima, quella dei corridoi umanitari, che consente alle persone di arrivare nel paese di destinazione senza rischiare la vita, di cui abbiamo parlato qui. La seconda, una meritoria attività di riconoscimento dell’identità delle vittime che muoiono nel mar Mediterraneo coordinata dal Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università di Milano, che consente di dare un nome e una dignità ai migranti morti, oltre che a dare notizie ai loro familiari, se possibile.

Il Nobel a Bob Dylan

@electricliterature.com

Il 13 ottobre 2016 l’Accademia Svedese assegna il premio Nobel per la Letteratura 2016 a Bob Dylan. Se n’è fatto un gran parlare, anche per il modo burbero, tra l’estremamente antipatico e l’estremamente riservato, con cui Dylan ha accolto la notizia.

Al di là dell’eterna discussione su musica e letteratura, il Nobel a Dylan è (anche) un riconoscimento alla capacità di raccontare una stagione sociale e politica degli Stati Uniti e del mondo, e di aggregare e dare voce a pezzi di società che si riconoscono in quel modo di leggere la società e la politica.

Per questo, fondamentalmente, interessa a noi il Nobel a Dylan, perché “the times they are a-changin'”.

La visita del Papa in Svezia

@lutheranworld.org

Il 31 ottobre 2016 Papa Francesco visita la Svezia, in particolare le città di Lund e Malmo. E allora, direte voi? Può sembrare in effetti un evento minore, che in Italia è stato trattato come tale anche perché avvenuto negli stessi giorni del terremoto in centro Italia, atto secondo.

Eppure si tratta di un evento tutt’altro che minore. Papa Francesco visita la Svezia per partecipazione a una celebrazione che dà l’avvio all’anno di festeggiamento per il 500 esimo anniversario della Riforma di Lutero, che cadrà appunto il 31 ottobre 2017, in ricordo di quel 31 ottobre 1517 in cui Lutero affisse le sue 95 tesi sulla porta della chiesa del castello di Wittenberg.

La Federazione Luterana Mondiale, che riunisce quasi tutte le chiese luterane, è stata poi fondata proprio a Lund. Non può sfuggire quindi il significato, anche sociale, di questo evento: il Papa sigilla un percorso di avvicinamento tra cattolici e luterani avviato negli ultimi anni. E quindi, continuerete a dire voi?

E quindi niente, dal punto di vista pratico, ma si tratta di un evento che ricuce con la storia di Lutero, con una separazione cattolici-protestanti che ha anche le sue profonde cause e ripercussioni sociali. Insomma, forse qualcosa che non ci appassiona se guardiamo all’oggi, ma che ha un suo significato importante se guardiamo alla longue durée, come direbbero certi storici.

L’elezione di Trump

L’8 novembre 2016 Donald Trump viene eletto presidente degli Stati Uniti. Contro ogni sondaggio, contro ogni previsione che dava già Hillary Clinton vincente.

La vittoria di Trump ha portato alla luce l’inadeguatezza dei sondaggi e degli analisti della società e rappresenta la punta dell’iceberg di alcune tendenze sociali che si ripetono in altre parti del mondo, come la spinta nazionalistica, la tendenza a premiare chi si presenta come esterno e in conflitto al sistema, l’esistenza di fratture sociali di classe, reddito, etnia, età che sono tornate a farsi più acute dopo gli anni della crisi.

La vittoria di Trump coincide anche, naturalmente, con il termine del doppio mandato di Obama. Un’icona potentissima, che ha significato molto per la società americana e globale, anche se lo stesso elettorato ha poi eletto praticamente il suo opposto.

Dell’elezione di Trump abbiamo scritto molto, ad esempio con questi pensieri a caldo, con una riflessione sul suo rapporto con il mito americano, e sul futuro della sinistra moderata.

Ad Obama abbiamo dedicato un articolo che riassume l’eredità che lascia in 10 punti.

L’assedio di Aleppo

A dicembre 2016 le truppe fedeli al governo siriano di Assad stringono d’assedio Aleppo, per riconquistare la città che era sotto il controllo dei cosiddetti ribelli, e in cui comunque si combatte da cinque estenuanti anni.

I video di abitanti di Aleppo (o, meglio, di attivisti che abitano ad Aleppo) che lanciano il loro “ultimo messaggio” dalla città prima di essere uccisi o catturati dal regime hanno fatto luce sulle violenze commesse durante gli ultimi giorni di combattimento.

L’assedio di Aleppo è solo l’ultimo simbolo di una guerra che dura da cinque anni e che ha dilaniato equilibri e relazioni sociali del passato, del presente, e del futuro. Famiglie distrutte o disperse per il mondo. Milioni di persone che vivono in soluzioni temporanee nei campi profughi in Libano (di cui abbiamo scritto qui), Giordania, Turchia. Alcune decine di migliaia bloccate in Grecia.

E nessuna traccia di ricostruzione sociale per il futuro. Divisioni religiose, etniche, sociali che si amplificano. Bambini a cui è stata strappata di dosso l’istruzione, la comunità, un’intera società e un intero paese.

La storia della Siria è una tra le tante ferite aperte del mondo, ma forse è ancora quella che fa più male, anche nel 2016.

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