Bisogna discutere seriamente di gestazione per altri5 min read

1 Dicembre 2016 Genere Società -

Bisogna discutere seriamente di gestazione per altri5 min read

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gestazione per altri

La gestazione per altri (GPA), o maternità surrogata, è la pratica di portare avanti una gravidanza per conto di un’altra coppia.

Se ne è parlato molto (e molto a sproposito) in concomitanza all’approvazione del decreto sulle unioni civili. Il testo originale prevedeva la cosiddetta stepchild adoption (poi stralciata dal decreto), ovvero la possibilità di adozione del figlio naturale del partner.

L’approvazione della stepchild adoption non aveva in realtà nulla a che fare con la gestazione per altri, che era e rimaneva comunque vietata per legge, ma il dibattito si è concentrato sui rischi e sullo sfruttamento che tale pratica avrebbe comportato.

La crociata contro la gestazione per altri raccoglie sostenitori anche tra gruppi tradizionalmente progressisti, come alcune esponenti del femminismo o del mondo LGBT Italiano.

Tra queste, compaiono le 49 lesbiche che a fine settembre hanno divulgato un comunicato di condanna della GPA, in quanto promuove lo sfruttamento e la commercializzazione del corpo femminile. La visione promossa dal comunicato ci porta indietro di decenni rispetto alle conquiste ottenute dalle donne in materia di autodeterminazione e gestione del proprio corpo.

Un’apertura sulla GPA ed una sua regolamentazione sono necessarie per salvaguardare questo diritto e per limitare attivamente le situazioni di sfruttamento. Cerchiamo di capire il perché.

Il dibattito sulla gestazione per altri

La gestazione per altri è un argomento complesso, dove si intrecciano questioni etiche, giuridiche, sociali e scientifiche, e se vogliamo parlarne in modo corretto dobbiamo affrontare l’argomento in tutta la sua complessità, evitando scorciatoie semplicistiche o strumentali. Penso ci siano due punti principali sui quali avviare il discorso.

GPA e autodeterminazione femminile

Il primo è di natura filosofica e concettuale, e riguarda le contraddizioni e le implicazioni intrinseche nell’eguagliare GPA e sfruttamento, e gravidanza con maternità.

Dire che una donna che si sottopone a gestazione per altri è una donna sfruttata, significa non riconoscere alla stessa la capacità e la possibilità di decidere in maniera autonoma come disporre del proprio corpo e della facoltà riproduttiva.

In altre parole, stabilire a priori che la GPA è un abuso ed una violazione significa andare contro al principio di autodeterminazione, che è il principio fondamentale sul quale si basano tutti i diritti legati alla sfera sessuale e riproduttiva, e che è dunque importante difendere e salvaguardare.

L’uguaglianza gravidanza-maternità, invece, ignora sia la pluralità di esperienze e punti di vista riguardo a quest’ultima ed al suo significato, sia il fatto che una donna incinta non desidera automaticamente-sempre-e-comunque essere madre, mettendo di conseguenza in discussione anche quelle misure (quali aborto e rinuncia della potestà genitoriale) che danno la possibilità ad una donna in stato di gravidanza di non assumere il ruolo di madre.

GPA e sfruttamento commerciale

Il secondo punto invece è di natura più concreta ed è relativo allo sfruttamento economico e commerciale della pratica. Se a pagamento o accompagnata da un risarcimento pecuniario, la gestazione per altri potrà essere usufruita solo da chi appartiene alla fascia economica più avvantaggiata, legandola irreversibilmente a questioni di classe e a rapporti di potere economico-sociali.

Inoltre, e questo a mio parere è il punto più delicato, non si può ignorare il rischio che il neonato stesso venga considerato come un prodotto di scambio, già di per se un concetto orribile e con la problematica che ne deriva riguardo alla conformità o meno del “prodotto” rispetto alle aspettative.

Perché è necessaria una legge sulla gestazione per altri

Questi sono aspetti estremamente spinosi e contraddittori, e che sollevano più dubbi che certezze. Tuttavia, è proprio per queste ragioni che una legge al riguardo è importante. Richiamando le parole di Michela Murgia, in un articolo che ha scritto sul tema:

Le leggi che consentono sono le sole che possono mettere dei limiti all’azione che stanno legittimando, per il fatto stesso di riconoscerla. L’assenza di leggi permette invece qualunque eccesso, perché nessuno degli abusi perpetrati sulla parte debole è definibile come tale: semplicemente, senza legge, non esiste.

In assenza di leggi e regolamentazioni non ci sono certezze o tutele né per la madre surrogata né per il nascituro, e la pratica rimane di fatto regolamentata solo dai rapporti economici e di classe. Una legge è necessaria perché pone limiti precisi e tutela le parti più deboli.

Una gestazione per altri etica e regolamentata non è un’utopia. In Canada, ad esempio, la GPA è legale e su base gratuita, e la relativa legislazione rappresenta un ottimo esempio di gestazione per altri svincolata da sfruttamento.

La legge sulla procreazione assistita canadese è stata introdotta nel 2004 e si fonda su tre principi cardine:

• La salute e il benessere dei bambini nati attraverso l’applicazione delle tecnologie di procreazione assistita devono avere la priorità in ogni decisione.

• I benefici delle tecnologie della procreazione assistita [..] possono essere più efficaci se accompagnate da misure adeguate per la protezione e la promozione della salute umana, della sicurezza, della dignità e dei diritti [..].

• Lo scambio economico delle capacità riproduttive delle donne e degli uomini e lo sfruttamento dei bambini, delle donne e degli uomini per fini commerciali solleva problemi etici e legati alla salute che ne giustificano la proibizione.

Questo sito riporta le testimonianze di diverse donne che hanno scelto di diventare madri surrogate in Canada e dell’effetto che questa scelta ha avuto sulla loro vita. Credo che questo sia un ottimo punto di partenza: prima di proibire, condannare e decidere come una donna si sente o meno, ascoltiamo la voce di chi ha fatto questa scelta e cerchiamo di capire il loro punto di vista.

Il movimento europeo per una GPA etica

A livello europeo alcune associazioni stanno tentando di tenere aperto il dibattito e di definire una via etica verso la gestazione per altri. A fine settembre 2016 è nata una coalizione internazionale per una GPA etica con lo scopo di eliminare il turismo riproduttivo e creare leggi e principi etici che garantiscano il rispetto e l’autodeterminazione delle parti coinvolte.

Purtroppo per il momento non sembra che il dialogo abbia trovato interlocutori. A metà ottobre 2016 l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha bocciato con 83 no, 77 sì e 7 astenuti il primo rapporto che proponeva un’apertura nei confronti della maternità surrogata, introducendo delle linee guida per proteggere i diritti dei bambini nati da GPA.

La chiusura del dialogo sulla gestazione per altri ed una politica proibizionista al riguardo sono errori che non fanno che alimentare le situazioni di sfruttamento già presenti nel mondo e che mettono in discussione il principio di autodeterminazione per cui le donne hanno lottato per decenni.

È importante considerare il tema in tutta la sua complessità senza cedere a strumentalizzazioni e soffocare un dibattito che rappresenta l’unica via per garantire i diritti e la tutela di madri surrogate, bambini e aspiranti genitori.

Immagine | Andrés Nieto Porras

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Nata e cresciuta in Piemonte, vive a Ginevra dove sta per finire il suo dottorato in chimica. Non ha ancora deciso cosa vuole fare da grande e la cosa non la disturba affatto. Ama correre e fare yoga, leggere, parlare lingue straniere, la cioccolata e il cappuccino.
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