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Glossario del cambiamento climatico, dalla A alla Z

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Negli ultimi anni il cambiamento climatico è divenuto un tema centrale del nostro tempo. Se ne parla sempre di più, e stiamo iniziando a prendere confidenza con alcuni termini. Per conoscerli tutti, ed essere sicuri di usarli correttamente, abbiamo preparato un glossario del cambiamento climatico.

L’intento è divulgativo: la climatologia è una disciplina complessa, con termini tecnici, enormi moli di dati, riviste specialistiche. Gli argomenti di cui tratta però sono divenuti centrali per la sopravvivenza stessa del genere umano. Per questo è fondamentale rendere la comunicazione sul cambiamento climatico più semplice da capire anche a chi sta al di fuori della comunità scientifica.

In questo articolo avevamo anticipato le parole chiave, qui invece proponiamo il glossario del cambiamento climatico in versione completa. Se volete suggerirci altri termini da aggiungere al glossario del cambiamento climatico potete farlo nei commenti al post o scrivendo a info@lenius.it.

Indice

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Glossario del cambiamento climatico: A-C

Accordo di Parigi

È il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sui cambiamenti climatici, adottato alla conferenza di Parigi sul clima (COP21) nel dicembre 2015 dalle nazioni facenti parte della Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC). Secondo l’Accordo è necessario limitare la crescita della temperatura media globale – sulla superficie delle terre emerse e degli oceani – ben al di sotto dei 2°C entro la fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali, proseguendo con gli sforzi per limitarlo a 1,5ºC. Inoltre punta a rafforzare la capacità dei paesi di affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici e a sostenerli nei loro sforzi.

Adattamento

In biologia descrive la capacità degli organismi viventi di adeguarsi e sopravvivere ad un ambiente che cambia in continuazione. Nella scienza del clima, tale termine implica la consapevolezza che il cambiamento climatico è una realtà attuale ed i suoi impatti sono destinati a continuare: aumento delle temperature, variazione dei regimi pluviometrici (pioggia), scioglimento di neve e ghiacci, innalzamento del livello del mare ecc. Pertanto, nonostante gli sforzi messi in atto dai governi per contrastarne gli effetti, alcuni aspetti del cambiamento climatico sono inevitabili ed è dunque necessario attuare delle strategie che ci consentano di convivere, adattandoci, con alcuni degli impatti.

Aerosol

Piccole particelle liquide o solide che, grazie alle loro caratteristiche chimico-fisiche, rimangono sospese in atmosfera per lunghi periodi. Tali particelle sono emesse sia da fonti naturali (es: attività vulcaniche) che umane (combustibili fossili) e hanno caratteristiche che dipendono dall’ambiente di provenienza (es. città o campagna), dal periodo dell’anno (mesi caldi o mesi freddi), e dalle sorgenti di emissione (traffico autoveicolare, riscaldamento, emissioni industriali o agricole, particelle di suolo erose e trasportate dal vento), e possono cambiare nel tempo. Esempio tipico di aerosol naturale sono le nuvole e la nebbia. Oltre ai gas a effetto serra, anche gli aerosol possono alterare il clima.

Albedo

Noto anche come potere riflettente, è la frazione di luce riflessa da un oggetto o da una superficie rispetto a quella che vi incide. Il termine viene spesso utilizzato per indicare la riflettività dei corpi celesti che non brillano di luce propria, come il pianeta Terra, ma anche in climatologia, e descrive il rapporto fra l’energia solare che arriva sul pianeta e l’energia riflessa che non viene assorbita. Quando l’albedo del pianeta aumenta, una maggior quantità di radiazione solare viene riflessa verso lo spazio, e ciò provoca un effetto di raffreddamento sulla temperatura globale. Al contrario, una diminuzione dell’albedo causa riscaldamento del pianeta.

L’albedo della superficie terrestre può essere alterata da cambiamenti del territorio quali desertificazioni, innevamento, mentre l’albedo planetaria può essere alterata da cambiamenti nell’ammontare di particelle di aerosol e dalla composizione e quantità delle nuvole. L’albedo è maggiore nei corpi chiari, che riflettono di più, rispetto ai corpi scuri, che invece tendono ad assorbire i raggi e quindi a riscaldarsi: le superfici chiare come i ghiacciai, la neve, i deserti, dunque, respingono i raggi del Sole, mentre le grandi superfici scure, come gli oceani, li assorbono e si riscaldano più facilmente. La sua funzione è strettamente legata all’effetto serra.

Anidride carbonica (CO2)

È un gas inerte, inodore ed incolore, naturalmente presente in atmosfera in concentrazioni limitate. È un composto naturale: fa parte dei cicli biogeochimici naturali, quale risultato della ossidazione delle molecole organiche, definite “carboniose” proprio perché strutturate intorno all’atomo di carbonio. Una volta generata tramite respirazione cellulare, combustione o decomposizione delle molecole organiche, l’anidride carbonica trova il suo “destino ambientale” nel comparto atmosferico, dove permane per lungo tempo contribuendo all’effetto serra naturale. Perché, dunque, la sua reputazione è negativamente legata al concetto di cambiamento climatico? Perché a partire dalla seconda metà del 1700 le emissioni di CO2 conseguenti ad attività umane durante la Rivoluzione Industriale hanno fatto sì che questo gas si sia progressivamente accumulato in atmosfera, accentuando l’effetto serra e determinando il riscaldamento del clima terrestre.

Atmosfera

Involucro gassoso che circonda o sovrasta un corpo solido o fluido. L’atmosfera terrestre è l’involucro di gas che riveste il pianeta Terra. È composta per il 78% da azoto, per il 21% da ossigeno e per la restante parte da argon, anidride carbonica e tracce di altri elementi. A tali gas si aggiunge il vapore acqueo, la cui percentuale è piuttosto variabile e può arrivare fino al 6%. Viene suddivisa in più strati di diverso spessore, in base all’andamento della temperatura.

Biodiversità

Ne esistono molteplici definizioni e tutte evidenziano come tale termine identifichi molto di più del semplice conteggio delle specie presenti sul pianeta, bensì ne includa la variabilità. La Convenzione sulla Diversità Biologica del 1992 (CBD) la descrive come la variabilità degli organismi viventi di ogni origine compresi, tra gli altri, gli ecosistemi terrestri, marini ed altri ecosistemi acquatici e i complessi ecologici di cui fanno parte; ciò include la diversità nell’ambito delle specie e tra le specie e la diversità degli ecosistemi.

I meccanismi con cui i cambiamenti climatici possono mettere a rischio la biodiversità sono diversi, fra cui i più importanti: i cambiamenti nelle temperature terrestri e marine, le modificazioni nel regime delle precipitazioni, nel livello dei mari, nell’estensione e durata dei ghiacci terrestri e marini, nell’albedo, nella frequenza e nell’intensità degli eventi meteorici estremi. L’analisi curata dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), che registra lo stato in cui versano le specie di mammiferi e uccelli, indica che quasi la metà (il 47%) delle specie di mammiferi marini monitorate e quasi un quarto degli uccelli (24,4%) subiscono l’impatto negativo dovuto ai cambiamenti climatici. In totale si tratta di circa 700 specie.

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Bioma

È una comunità di organismi viventi, sia del regno animale che vegetale, caratteristica di una regione climatica, distinta in genere in base al tipo di vegetazione. Sono biomi terrestri la tundra, la foresta boreale di conifere (o taiga), le foreste temperate, la foresta pluviale tropicale, la prateria, la macchia mediterranea e il deserto.

Biosfera

È l’involucro esterno alla superficie terrestre, costituito da aria, acqua, suolo e sottosuolo (per la profondità di poche decine di metri) in cui sussistono le condizioni essenziali alla vita. Per estensione definisce l’insieme delle forme viventi presenti sul pianeta Terra. In pratica, la biosfera è il pianeta stesso, considerato come la massima espressione dell’integrazione tra le varie componenti viventi (biotiche) e non viventi (abiotiche). La biosfera non è una componente separata dal resto, ma si compenetra con tutte le matrici ambientali; in quanto gli esseri viventi sono presenti in tutte le matrici.

Cambiamenti climatici

Variazione di lungo periodo dei modelli climatici su scala regionale e globale. Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, tale definizione include l’insieme dei cambiamenti del clima attribuibili direttamente, o indirettamente, alle attività umane e che alterano la composizione dell’atmosfera in aggiunta alla variabilità climatica naturale osservabile su di un medesimo lasso temporale.

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Cambiamento di uso del suolo

Cambiamento nell’uso o nella gestione del suolo da parte dell’uomo, che potrebbe portare a un cambiamento della copertura del suolo. I cambiamenti di copertura e uso del suolo potrebbero avere un impatto su albedo superficiale, evapotraspirazione, fonti di rilascio e assorbimento di gas serra, o su altre proprietà del sistema climatico, e potrebbero pertanto dare origine a un forzante radiativo e/o ad altri impatti sul clima, a livello locale o globale.

L’eccessivo sfruttamento del suolo contribuisce al cambiamento climatico e il cambiamento climatico ha un impatto sulla salute della nostra Terra: è il circolo vizioso descritto dal Report Speciale dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, secondo cui i tentativi di limitare il riscaldamento globale tagliando esclusivamente le emissioni prodotte da impianti energetici, produzione industriale e trasporti sono destinati a fallire: produttori, amministrazioni e consumatori sono chiamati a rivedere l’intero sistema di produzione alimentare (dall’agricoltura all’allevamento), così come la gestione dei territori per virare il più possibile verso una gestione sostenibile delle risorse naturali.

Clima

È definito dalle condizioni meteorologiche medie nell’arco di un periodo di riferimento. Il valore medio e le variazioni statistiche delle grandezze fisiche (temperatura, precipitazioni e altro) in un arco di tempo di almeno 30 anni permettono di definire il clima di un’area. Il clima è il risultato dell’equilibrio degli scambi di energia e di materia fra le componenti del sistema climatico: atmosfera, oceano, biosfera (inclusa la vegetazione, la biomassa e gli ecosistemi terrestri e marini) e geosfera (inclusa la criosfera ed i sistemi idrogeologici continentali).

Climatologia

Scienza che studia le variazioni del clima a varie scale spaziali e temporali.

Combustibili fossili

Combustibili, ossia sostanze capaci di bruciare all’aria, fornendo energia termica che derivano dalla trasformazione, sviluppatasi in milioni di anni, della sostanza organica in forme sempre più stabili e ricche di carbonio. Rientrano in questo campo: petrolio, carbone, gas naturale.

Conferenza delle parti

Organismo che gestisce la Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. Si riunisce annualmente e utilizza degli organi sussidiari per il suo funzionamento. Al suo interno sono rappresentate le nazioni che hanno ratificato la Convenzione.

Convezione quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico

Approvata nel 1992 a Rio de Janeiro, è il principale trattato internazionale in materia di lotta contro i cambiamenti climatici. Il suo obiettivo è impedire pericolose interferenze di origine umana con il sistema climatico mondiale. L’UE e tutti i suoi Stati membri figurano tra le 197 parti contraenti della Convenzione. L’art.2 della Convenzione chiarisce che “l’obiettivo ultimo della Convenzione e di tutti i relativi strumenti giuridici è di stabilizzare le concentrazioni di gas ad effetto serra nell’atmosfera a un livello tale da escludere qualsiasi interferenza pericolosa delle attività umane con il sistema climatico. Tale livello deve essere raggiunto entro un periodo di tempo sufficiente per permettere agli ecosistemi di adattarsi naturalmente ai cambiamenti climatici, salvaguardare la produzione alimentare e la continuazione dello sviluppo economico ad un ritmo sostenibile”.

Corridoio ecologico

Elemento del paesaggio che connette due o più macchie di habitat naturale. Esso funge da habitat e da canale per lo spostamento di animali e di spore e da zona attraverso la quale avviene lo scambio genetico tra le popolazioni. Sono esempi di corridoi ecologici le fasce arboree e arbustive che circondano i margini dei terreni coltivati, i sistemi ripari cioè la vegetazione delle fasce di pertinenza fluviale, le fasce arboree e arbustive legate ad infrastrutture lineari (strade, ferrovie, canali artificiali) e i corridoi lineari di vegetazione erbacea entro matrici boscate.

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Glossario del cambiamento climatico: D-F

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Deforestazione

È la riduzione delle aree verdi naturali della Terra causata dallo sfruttamento eccessivo delle foreste, principalmente per convertire il suolo ad altro uso (es: terreni agricoli) o per ottenere legname. Secondo il rapporto Global Forest Resources Assessment 2020 della FAO, dal 2015 ad oggi ben 10 milioni di ettari di foreste all’anno sono stati convertiti ad altro uso contro i 12 milioni del quinquennio precedente. Attualmente a livello mondiale sono presenti 4,06 miliardi di ettari di foreste, pari a circa 0,52 ettari per ogni abitante della terra. Dal 2010 ad oggi il patrimonio forestale è diminuito progressivamente di 4,7 milioni di ettari ogni anno. Un dato che diventa ancora più allarmante se si considera che dal 1990 ad oggi il mondo ha perso un patrimonio forestale di oltre 420 milioni di ettari, a causa della deforestazione.

Desertificazione

Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sulla Desertificazione, è il degrado delle terre aride, semi-aride e sub-umide secche attribuibile a varie cause tra cui le variazioni climatiche e le attività umane. In pratica, si manifesta con la diminuzione o la scomparsa della produttività e complessità biologica o economica delle terre coltivate, sia irrigate che non, delle praterie, dei pascoli, delle foreste o delle superfici boschive causate dai sistemi di utilizzo della terra, o da uno o più processi, compresi quelli derivanti dall’attività dell’uomo e dalle sue modalità di insediamento, tra i quali l’erosione idrica, eolica ecc; il deterioramento delle proprietà fisiche, chimiche e biologiche o economiche dei suoli; e la perdita protratta nel tempo di vegetazione naturale.

Ecologia

Scienza che studia le interazioni tra l’uomo, gli organismi animali e vegetali, e l’ambiente in cui vivono.

Ecosistema

È l’unità funzionale fondamentale dell’ecologia ed è definibile come l’insieme delle interazioni che si svolgono tra gli organismi che popolano un determinato ambiente e tra gli organismi e l’ambiente stesso.

Effetto serra

È un effetto atmosferico-climatico naturale che rende le temperature del pianeta Terra compatibili con la vita. Si deve all’azione di gas (principalmente anidride carbonica, metano, vapore acqueo e ossido di diazoto) che agiscono come il tetto di vetro di una serra, da qui il nome dell’effetto, e consentono alla luce solare di filtrare liberamente fino alla Terra, impedendone però la rifrazione (o deviazione) del calore. Il problema, ancora una volta, è nato nel momento in cui i gas serra prodotti dalle attività umane si sono accumulati in atmosfera causando un accumulo eccessivo di calore che surriscalda il pianeta.

Efficienza energetica

Capacità di sfruttare l’energia fornita ad un sistema per soddisfarne il fabbisogno. L’Italia è uno dei paesi a maggior efficienza energetica, con una intensità energetica primaria inferiore di circa il 18% rispetto alla media UE.

Emissioni

Sostanze inquinanti, di origine antropica o naturale, rilasciate in atmosfera in forma gassosa o particellare. Si misurano in chilogrammi e tonnellate.

Fenomeni meteorologici estremi (o eventi estremi)

Eventi di particolare rilevanza dal punto di vista meteorologico, quali periodi di intenso caldo o freddo, periodi prolungati di siccità o di pioggia, tornado, cicloni tropicali e trombe marine. La probabilità di accadimento di questi fenomeni è rilevante nell’ambito del cambiamento climatico per le disastrose conseguenze ambientali che possono provocare. Il rapporto tra eventi estremi e riscaldamento globale trova ragion d’essere nell’accumulo di gas serra che, come abbiamo visto, riscaldandono l’atmosfera: l’aria più calda contiene più vapore acqueo e immagazzina più energia, ed inoltre le temperature crescenti possono cambiare gli schemi di circolazione atmosferica su larga scala, andando ad incidere sulla frequenza e l’intensità dei fenomemi.

Fonti energetiche non rinnovabili

Materie prime che si estraggono dal sottosuolo e che sono presenti sulla Terra in quantità limitate. Rientrano in tale definizione i combustibili fossili ed alcuni materiali radioattivi quali l’uranio.

Fonti energetiche rinnovabili

Fonti di energia disponibili in maniera continuativa ed in quantità tali da non essere soggette ad esaurimento poiché caratterizzate dalla capacità di rigenerarsi. Tra le principali vi sono l’energia solare, quella eolica e quella derivante dall’impiego di biomasse.

Forzante radiativo (RF)

È una grandezza che misura l’effetto dell’azione di ogni sostanza e processo naturale ed antropico (driver) sull’equilibrio radiativo del sistema atmosfera-Terra. In pratica, consente di comprendere la differenza esistente tra quanta energia entra nel sistema climatico della Terra e quanta ne viene liberata. Un RF positivo conduce al riscaldamento della superficie terrestre, mentre un RF negativo porta al raffreddamento della superficie.

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Glossario del cambiamento climatico: G-L

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Gas ad effetto serra o gas serra

Sostanze gassose che consentono il riscaldamento della parte più bassa dell’atmosfera e della superficie terrestre, permettendo lo sviluppo delle specie animali e vegetali sulla Terra. Dall’inizio dell’era industriale ad oggi l’aumento delle concentrazioni di questi gas nell’atmosfera ha provocato una tendenza al riscaldamento eccessivo e una conseguente modificazione del clima dell’intero pianeta. L’elenco dei gas serra è molto ampio, ma le sostanze che contribuiscono in maniera significativa all’effetto serra sono: l’anidride carbonica (CO2), il metano (CH4), il protossido di azoto (N2O), i clorofuorocarburi (CFC), di origine esclusivamente umana, e l’ozono (O3).

Gas climalteranti

Fa riferimento ai soli gas serra la cui concentrazione in atmosfera è direttamente legata all’azione dell’uomo. In questo modo si eliminava il vapor acqueo, responsabile per circa due terzi dell’effetto serra naturale ma non condizionato direttamente dalle attività umane.

Governance climatica

Meccanismi e misure rilevanti finalizzati a indirizzare i sistemi sociali verso la prevenzione, la mitigazione o l’adattamento ai rischi posti dal cambiamento climatico.

Habitat naturale

L’ambiente naturale in cui una specie animale o vegetale si trova a vivere. Esso è composto dai vari biòtopi (porzioni di territorio di limitate dimensioni dove vivono organismi vegetali ed animali di una stessa specie o di specie diverse), che nel loro insieme formano una biocenosi. L’insieme di un biotopo e di una biocenosi formano un sistema funzionale che si definisce ecosistema in cui gli organismi hanno stabilito la propria nicchia ecologica. Il surriscaldamente globale rappresenta oggi la maggiore minaccia per gli habitat naturali.

Hotspot

Area geografica caratterizzata da alta vulnerabilità ed esposizione ai cambiamenti climatici. Per classificare un luogo come un hotspot, vengono normalmente usati due criteri: contenere almeno lo 0,5% o 1.500 specie endemiche; avere perso almeno il 70% della vegetazione primaria. Nel mondo 34 aree sono classificate come hotspot. Costituiscono circa il 2,3% della superficie terrestre e forniscono il 35% dei servizi ecosistemici globali.

Idroclorofluorocarburi (HCFC)

Composti chimici contenenti cloro e fluoro non presenti in natura che vengono prodotti ed utilizzati in sostituzione dei clorofluorocarburi (CFC). Gli HCFC si decompongono più facilmente dei CFC ma contribuiscono ugualmente all’effetto serra ed alla riduzione dell’ozono stratosferico. Per questo motivo gli HCFC non rappresentano una soluzione a lungo termine.

Idrofluorocarburi (HFC)

Composti chimici contenenti fluoro non presenti in natura che non contribuiscono alla riduzione dell’ozono stratosferico, ma sono comunque considerati gas serra. Il Protocollo di Montreal non prevede per gli idrofluorocarburi per ora alcuna restrizione.

Impatto del cambiamento climatico

Fa riferimento agli effetti dei cambiamenti climatici sugli esseri viventi, sugli ecosistemi e, più in generale, sul pianeta Terra. Spesso sono concatenati tra loro e sono responsabili di ulteriori effetti negativi di tipo socio-economico e ambientale. Degli impatti del cambiamento climatico si occupa in particolare il Working Group II dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) le cui valutazioni forniscono una base scientifica, tecnica ed economica a chi deve impostare le politiche a livello locale, regionale e nazionale per la riduzione dei gas serra.

Inquinamento

È un’alterazione dei cicli della materia e dei flussi dell’energia degli ecosistemi. In particolare, l’inquinamento atmosferico deriva dalla presenza nell’aria di sostanze, in concentrazioni superiori ad un minimo ritenuto innocuo, capaci di diminuire il benessere fisiologico dell’uomo, di provocare danni alla vegetazione, agli animali ed alle cose. Il particolato, il biossido di azoto e l’ozono troposferico sono attualmente considerati i tre inquinanti che in maniera più significativa incidono sulla salute umana. È attualmente dibattuto il ruolo dell’inquinamento atmosferico nella dispersione di covid-19. Ne abbiamo parlato qui e qui.

Inventario delle emissioni

È una serie organizzata di dati relativi alla quantità di inquinanti introdotti in atmosfera a seguito di attività antropiche e da sorgenti naturali. Le stime emissive sono organizzate per inquinante, tipo di attività, combustibile eventualmente utilizzato, unità territoriale, periodo di tempo. L’inventario non costituisce un calcolo esatto dell’emissione ma una stima dei contributi emissivi provenienti dall’insieme delle attività antropiche.

Irraggiamento

Trasporto di energia sotto forma di calore tramite onde elettromagnetiche. La radiazione solare viene irraggiata sulla Terra dove viene assorbita e trasformata in calore. Consente ad un corpo caldo di cedere calore ai corpi circostanti.

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Glossario del cambiamento climatico: M-R

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Microclima

Complesso dei parametri ambientali (temperatura, umidità relativa e velocità dell’aria) che condizionano lo scambio termico tra individuo e ambiente. È definito anche come l’andamento medio degli elementi climatici negli strati dell’aria immediatamente a contatto con il suolo. Viene usato talvolta con altri significati: si intende così per microclima il clima di una zona geografica, ristretta e ben delimitata (fondovalle, lago, territorio urbano) o di un ambiente ancora più ristretto, per esempio un tratto di spiaggia, una piazza, l’interno di una stanza e altro.

Mitigazione

Strategie, azioni e misure volte a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra dovute alle attività umane. Le misure di mitigazione sono definibili come misure intese a ridurre al minimo o addirittura a sopprimere l’impatto negativo di un piano o progetto durante o dopo la sua realizzazione.

Di più sulla mitigazione.

Modello climatico

Conosciuti anche come Global Climate Models (Gcm) o Regional Climate Models (Rcm), sono programmi che simulano nel computer il comportamento del clima, facendo evolvere nel tempo del modello il valore di grandezze come la temperatura e le precipitazioni, che noi possiamo anche misurare nel sistema reale.

Ozono (O3)

Gas serra composto da molecole instabili con un odore pungente e dotato di grande reattività. Viene prodotto in atmosfera dalla reazione tra ossidi di azoto, composti organici volatili e raggi solari. Cambiamenti nella concentrazione di ozono influenzano sia la radiazione proveniente dal sole che quella proveniente dalla terra e l’effetto è fortemente dipendente dalla distribuzione verticale delle concentrazioni di ozono. Nella bassa atmosfera la radiazione solare e gli inquinanti emessi principalmente dal traffico autoveicolare producono ozono, ma questa sostanza è anche trasportata nella troposfera dalla stratosfera. L’aumento delle concentrazioni di ozono nella troposfera contribuisce al riscaldamento globale. Nella stratosfera l’ozono protegge il pianeta e i suoi abitanti dalle radiazioni ultraviolette. Per effetto di composti chimici, principalmente i clorofluorocarburi (CFC), si determina il cosidetto “buco”, ovvero una smagliatura nella fascia di ozono stratosferico. Di conseguenza aumenta l’intensità al suolo delle radiazioni ultraviolette provenienti dal sole. La perdita di ozono nella stratosfera ha un effetto antagonista all’effetto serra.

Ondate di calore

Sono condizioni meteorologiche estreme che si verificano quando si registrano temperature molto elevate per più giorni consecutivi, spesso associati a tassi elevati di umidità, forte irraggiamento solare e assenza di ventilazione. Tali condizioni rappresentano un rischio per la salute della popolazione. Un’ondata di calore è definita in relazione alle condizioni climatiche di una specifica città e non è quindi possibile individuare una temperatura-soglia di rischio valida a tutte le latitudini.

Pannello Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC)

È il principale organismo internazionale per la valutazione delle informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche prodotte in tutto il mondo sui cambiamenti climatici. È un organo intergovernativo istituito nel 1988 dall’Organizzazione Metereologica Mondiale (WMO) e dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP). Il suo obiettivo è fornire al mondo una visione chiara e scientificamente fondata dello stato attuale delle conoscenze sui cambiamenti climatici e sui loro potenziali impatti ambientali e socio-economici. Migliaia di ricercatori provenienti da tutto il mondo contribuiscono al lavoro dell’IPCC su base volontaria. Attualmente, fanno parte dell’IPCC 195 Paesi.

Precipitazioni atmosferiche

Ricadute d’acqua al suolo sotto qualsiasi forma. Sono un elemento climatico fondamentale dipendente dalla temperatura, dall’umidità dell’aria e dalla circolazione atmosferica. Le precipitazioni, siano esse piovose o nevose, hanno una propria classificazione legata a intensità, durata e, per quanto concerne i temporali, alla probabilità che l’evento si verifichi.

Pressione atmosferica

Pressione che si può registrare in qualsiasi punto della superficie terrestre e in particolare equivale al peso di una colonna d’aria su una superficie di 1 metro quadrato. La sua variazione determina il mutare della circolazione atmosferica e quindi dei venti. L’unità di misura della pressione è il Pascal. Si misura con il barometro ed i valori vengono indicati in meteorologia attraverso le isobare, linee immaginarie che congiungono su una mappa tutti i punti di uguale pressione atmosferica. Queste sono utili per identificare le zone di bassa pressione (cicloni) e quelle di alta pressione (anticicloni) e prevedere quindi le condizioni del tempo.

Resilienza

Il termine ha diverse accezioni a seconda dell’ambito di applicazione. In ecologia è la capacità di un’area, un ecosistema, una comunità vitale di resistere ai colpi, di attutirne gli effetti devastanti, di ritornare al suo stato iniziale, dopo una perturbazione che l’ha allontanata da quello stato. In generale possiamo definirla come capacità di ritornare all’equilibrio originale, di “recuperare” dopo l’impatto negativo.

La resilienza può anche essere intesa come la capacità di una popolazione, delle organizzazioni e dei sistemi vulnerabili a resistere e persino a prosperare in seguito a imprevedibili eventi distruttivi, è un concetto relativamente nuovo ma strategico per rispondere prontamente agli effetti del cambiamento climatico. All’interno di questo contesto troviamo quelle che vengono definite le “città resilienti”, ossia realtà urbane e metropolitane che adottano un modello di sviluppo urbano equilibrato e sostenibile basato sull’integrazione delle dimensioni della sostenibilità sociale, ambientale ed ecologica.

Di più sulla resilienza.

Riscaldamento globale (global warming)

Fa riferimento all’aumento di temperatura a lungo termine del sistema climatico terrestre osservato a partire da periodo preindustriale (tra il 1850 e il 1900) e causato dalle attività antropiche, in primo luogo dai combustibili fossili, che hanno determinato un aumento dei livelli di gas ad effetto serra intrappolati in atmosfera.

Di più sul riscaldamento globale.

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Glossario del cambiamento climatico: S-Z

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Scenario di emissione

Rappresentazione plausibile del futuro sviluppo delle emissioni di sostanze che sono potenzialmente radiativamente attive (per esempio gas serra e aerosol), basata su un insieme coerente di assunzioni sulle forze trainanti (quali sviluppo demografico e socio-economico e cambiamenti tecnologici) e le loro relazioni chiave. Gli scenari di concentrazione, derivati dagli scenari di emissione, sono impiegati come input dei modelli climatici, per calcolare le proiezioni climatiche.

Servizio climatico

I servizi climatici comprendono informazioni e dati scientifici, elaborati per gli utenti, sul clima, sui cambiamenti climatici e sulle loro conseguenze. Aiutano chi è chiamato a prendere decisioni in ambito politico, economico e nella società in relazione ai cambiamenti climatici a mitigare i rischi, a riconoscere le opportunità e a ottimizzare i costi.

Sistema climatico

È costituito da cinque componenti: atmosfera, litosfera, oceano, criosfera e biosfera. Le interazioni tra queste cinque componenti determinano i fattori climatici.

Sostenibilità e Sviluppo Sostenibile

Con il termine sostenibilità si fa riferimento ad un complesso di azioni che, pur ricavando un beneficio dallo sfruttamento delle risorse ambientali, non inficiano il diritto degli altri essere umani ad usare in seguito la stessa risorsa. È un concetto strettamente collegato alla definizione di Sviluppo Sostenibile fornita dal Rapporto Bruntland, Our Common Future (pdf), pubblicato nel 1987 dalla Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, che lo descrive come:

Uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.

Tempo metereologico

Informazioni relative alle condizioni meteorologiche di un certo luogo, in un preciso istante. È la successione di fenomeni atmosferici dalla durata molto limitata, dell’ordine di ore o di qualche giorno: ad esempio, il vento, le formazioni delle nubi, le precipitazioni. La scienza che studia i fenomeni dell’atmosfera, le loro cause e la loro evoluzione nello spazio e nel tempo, è la metereologia. Essa trae informazioni per la previsione del tempo dallo studio delle variazioni di temperatura, di pressione e di umidità.

Transizione Giusta

È un processo economico che produce i piani, le politiche e gli investimenti che portano a un futuro in cui tutti i lavori sono sostenibili e dignitosi, le emissioni nette sono azzerate, la povertà è eradicata e le comunità sono fiorenti e resilienti. In ambito europeo, con tale definizione si fa riferimento ad un meccanismo finalizzato a garantire che la transizione verso un’economia climaticamente neutra avvenga in modo equo e non lasci indietro nessuno.

È collegato al piano di investimenti del Green Deal europeo, che si prefigge di soddisfare le esigenze di finanziamento di tutte le regioni fornendo un sostegno mirato a quelle più colpite nell’intento di mobilitare almeno 100 miliardi di euro nel periodo 2021-2027, attenuando così l’impatto socio-economico della transizione.

Uso del suolo

Complesso di disposizioni, attività, suggerimenti messi in atto in un determinato tipo di copertura del suolo (un insieme di azioni umane). Il termine uso del suolo è inoltre impiegato nel senso di “fini sociali ed economici” per i quali un terreno è amministrato e gestito (per esempio, pascolo, raccolta di legname, tutela e conservazione).

Vapore acqueo (H2O)

Insieme all’anidride carbonica è la specie più importante che influenza il clima globale. La concentrazione del vapore acqueo in atmosfera può essere influenzata dall’innalzamento della temperatura indotto dalle attività umane.

Variabilità climatica

Fluttuazione di una specifica grandezza climatica (ad esempio la temperatura media della superficie terrestre) intorno al suo valore medio, ottenuto dalle rilevazioni di lungo termine, almeno 30 anni, del parametro climatico considerato. Una fonte importante per la valutazione della variabilità climatica e dei cambiamenti climatici a scala globale sono i rapporti dell’Intergovernmental Panel on Climate Change- IPCC, diretti a produrre una valutazione in merito al cambiamento climatico, sulla base delle informazioni scientifiche disponibili.

Vulnerabilità

Vulnerabile è tutto ciò che è esposto alla possibilità di essere colpito o danneggiato. Il concetto rinvia tanto all’azione, alla causa e all’effetto, quanto allo stato del soggetto/contesto che lo subisce. Nella valutazione ne consegue una misura relativa, che non possiamo osservare o misurare in assoluto. La vulnerabilità di un territorio dipende sostanzialmente da un insieme di aspetti: il livello di esposizione, la suscettibilità, la capacità di far fronte alle emergenze e di ripristino. Nel caso dei cambiamenti climatici, la vulnerabilità dipende dalla capacità del sistema di adattarsi alle nuove condizioni climatiche.

Secondo un report dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) tutte le regioni europee sono vulnerabili ai cambiamenti climatici, ma alcune regioni subiranno ripercussioni più negative rispetto ad altre. L’Europa meridionale e sud-orientale è in particolare destinata a essere una zona sensibile ai cambiamenti climatici. Questa regione sta già affrontando forti aumenti degli eventi estremi relativi a ondate di calore e diminuzioni nelle precipitazioni e della portata dei fiumi, che hanno incrementato il rischio di siccità più gravi, di calo dei rendimenti dei raccolti, di perdita della biodiversità e d’incremento del rischio di incendi boschivi. Le aree costiere e le pianure alluvionali nelle zone occidentali dell’Europa sono considerate zone sensibili in quanto esposte ad un aumento del rischio di inondazioni legato all’innalzamento del livello del mare e di un possibile aumento delle mareggiate.

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