I piatti tipici del Capodanno5 min read

22 Dicembre 2015 Cucina -

I piatti tipici del Capodanno5 min read

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piatti tipiciSiamo arrivati alla fine dell’anno: è tempo di accogliere l’arrivo del nuovo e salutare il vecchio. Sicuramente molti di voi avranno scelto di festeggiare il Capodanno all’estero, per assaporare la magia di una città nuova e conoscere un’altra cultura, anche dal punto di vista culinario con i piatti tipici locali.

Quando si viaggia è piacevole scoprire le tradizioni culinarie dei Paesi che stiamo visitando ed è un modo per entrare in contatto con il territorio locale, per questo abbiamo pensato di selezionare le 5 capitali mondali e suggerirvi un loro piatto tipico, quello che dovrete assolutamente provare una volta lì. Se anche voi avete scelto per il Capodanno una meta tra Rio, Edimburgo, Madrid, Amsterdam o Budapest, questa sarà un’occasione per provare sapori tipici e non cedere ai soliti deprimenti (e costosi) menù turistici!

I piatti tipici del Capodanno

1. Rio De Janeiro – La Feijoada e il Churrasco

Il web parla chiaro sembra che Rio de Janeiro sia nei sogni di tutti in questo periodo dell’anno. Sarà perché lì le temperature sono decisamente più alte o forse perché in tema di festa i brasiliani sono i più preparati: dal Carnevale al Capodanno, infatti, sono soliti sbizzarrirsi con colori sgargianti e musica e il clima è più festoso che mai.
La comida (il cibo) a Rio De Janeiro è molto variegata, perciò ecco due piatti tipici da non perdere.

piatti tipici
Feijoada @Fotos GOVBA

La Feijoada è un piatto tipico molto semplice ma gustoso, si compone di fagioli neri e riso bianco (il riso è alla base della cucina brasiliana e accompagna moltissimi piatti) a cui si aggiungono carne di vari tipi e, a seconda dei gusti, anche coste e pezzettini di arancia.

Se siete amanti dello street food invece, vi consiglio il Churrasco, lo spiedino di carne alla brace che dopo essere stato tolto dalle braci viene mangiato accompagnato tra l’altro dalla farofa, farina ricavata dalla manioca, una pianta originaria del Sudamerica.

2. Amsterdam – i piatti tipici Erwtensoep e Stamppot

Erwtensoep
Erwtensoep @Joakim Jardenberg

Soprannominata anche la “capitale della trasgressione” Amsterdam è una meta molto richiesta per il Capodanno, soprattutto dai giovani. Gli olandesi sono molto festaioli: nella piazza principale di Amsterdam potrete trovare un grande concerto che si conclude con una vera e propria pioggia di champagne sulla folla allo scoccare della mezzanotte. Senza spendere un soldo in giro per locali!

Ma quali piatti tipici mangiare ad Amsterdam oltre le patatine fritte?

D’inverno si usa mangiare la Erwtensoep, cioè la zuppa di piselli, servita con pancetta, patate e salsiccia, e lo stamppot all’indivia, un purè di patate e verdure (l’indivia di scarola) preparato senza l’utilizzo di latte e burro. Ci sono anche altre varianti: lo stamppot ad esempio si può cucinare col cavolfiore, la salsiccia o la carota, dipende dai gusti.

3. Madrid – Bocadillos de calamares e rabo de toro

Bocadillos de calamares
Bocadillos de calamares @LWYang

Al terzo posto tra le mete per il Capodanno c’è la capitale spagnola Madrid, patria ogni anno della movida di molti giovani spagnoli e non solo. Perché tanto frequentata? Intanto perché il clima è sopportabile, permette di stare fuori senza congelarsi anche a dicembre, e perché i locali sono il vero punto forte della città. I prezzi sono a ribasso e il divertimento è altissimo.

Tra una visita e l’altra non dimenticatevi di assaggiare il tipico bocadillos de calamares, un panino ripieno di calamari fritti, o in alternativa la versione con i peperoni, per un pranzo veloce ma piuttosto sostanzioso. Oltre a questo, vi suggerisco di provare anche qualcosa di più elaborato, come il rabo de toro estofado, una zuppa di coda di toro, carne molto tenera, che si scioglie in bocca, accompagnata da patate, pomodori e altri condimenti e spezie a seconda delle varie versioni.

4. Budapest – Làngos e Gulasch

Làngos
Làngos

Budapest è una splendida “doppia città” poiché formata da due centri, Buda e Pest, una volta divisi ed ora unificati. Budapest trasmette il tipico fascino delle capitali dell’est, l’atmosfera non è delle più movimentate, ecco perché è la meta perfetta per chi ama le città enigmatiche e ricche di storia. Ma non temete, gli ungheresi sanno festeggiare! Cercate i tipici Romkocsma, i “ruin bars” o bar rovina, dei locali costruiti all’interno di edifici abbandonati, arredati con materiali di riciclo con un effetto molto artistico dove trascorrere la serata. Lo street food di Budapest è molto gettonato e tra i piatti tipici è d’obbligo assaggiare il Làngos, letteralmente una pizza fritta ricoperta, nella versione originale, da aglio, panna acida e formaggio.

Altro piatto tipico ungherese molto conosciuto è il gulasch, uno spezzatino di manzo preparato con spezie particolari come paprika e cumino, accompagnato, a seconda dei gusti, da cavolfiore, crauti e altri condimenti a scelta.

5. Edimburgo – i piatti tipici Cock-a-leekie e Tweed Kettle

Cock-a-leekie
Cock-a-leekie @Tony Austin

Gli scozzesi hanno dato persino un nome al loro Capodanno: è l’Hogmanay ed è considerata una delle più grandi feste di fine anno di tutto il mondo. Dura tre giorni ed è ricca di eventi musicali e non solo, con ospiti importanti e un grande “street party” finale.

Ma vediamo due piatti tipici di Edimburgo che non potete perdere.

Il primo piatto che vi suggerisco ha un nome bizzarro, è il Cock-a-leekie, consiste in un brodo di pollo e porri, davvero molto tipico in tutta la Scozia. Poi c’è il Tweed Kettle, del salmone bollito in acqua e vino, con aneto e alloro. La particolarità di questo piatto è che gli avanzi vengono utilizzati per creare la potted salmon, una crema di salmone e burro, aromatizzata con noce moscata, che si mangia spalmata sulle gallette di avena.

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Ho 21 anni, troppi capelli ed una biografia piuttosto filiforme. Ho passato la mia infanzia in un desolato paese sul Lago Maggiore, sono curiosa, adoro ballare e vorrei fare talmente tante cose nella vita che le inizio tutte ma non ne finisco una. Ora vivo a Verona, dove studio Lingue e Culture per l’Editoria, facoltà che ho scelto perché ancora devo capire bene per cosa sia più portata, se parlare oppure scrivere.
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