Sondaggi elezioni Germania 2017 | Si vota32 min read

18 Settembre 2017 Politica -

Sondaggi elezioni Germania 2017 | Si vota32 min read

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28 gennaio

Questa settimana è stata fissata la data per le prossime elezioni politiche in Germania: i tedeschi andranno a votare il 24 settembre 2017. La Merkel ha già da tempo confermato che si ricandiderà per il suo quarto mandato e anche l’Spd ha finalmente trovato il suo candidato: a sfidare la Cancelliera in carica sarà Martin Schulz. Ma ora vediamo cosa dicono i sondaggi aggiornati.

Elezioni Germania 2017: gli ultimi sondaggi

Secondo l’ultimo sondaggio della Bild am Sonntang, condotto dall’Istituto Emnid tra il 12 e il 18 gennaio, il CDU della Merkel continua ad esser in vantaggio su tutti gli avversari con ben il 36% di preferenze. A seguire troviamo l’Spd in calo rispetto alle precedenti rilevazioni fermo al 21%. Alternative fuer Deutschland (AfD), il partito di estrema destra xenofobo ed anti-europeista, continua a rimanere costante sul 12%. Subito dietro troviamo il partito di sinistra Linke in ripresa all’11% e i verdi fermi al 9%. I liberali del Fdp sono invece appena sopra la soglia di sbarramento al 6%. Per quanto riguarda strettamente la popolarità fra i candidati principali, una rilevazione di dicembre diffusa dell’emittente ARD mette in evidenza un risultato importante: Schulz avrebbe lo stesso tasso di approvazione della Merkel, assestato al 57%. A seguire, col 54% dei consensi troviamo Cem Özdemir, leader dei verdi, Thomas de Maizière, esponente di spicco del CDU, col 50%, seguito dal leader dell’Spd Sigmar Gabriel con il 43%.

Martin Schulz: l’avversario di Angela Merkel

Sigmar Gabriel ha sciolto ogni riserva riguardo la sua eventuale candidatura alle elezioni di settembre, ritirandosi ufficialmente dalla corsa per il governo. Il suo passo indietro ha dunque spianato la strada per la candidatura per i socialdemocratici dell’ex Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. In un’intervista rilasciata al portale tedesco Stern, Gabriel ha dichiarato:

Se corressi io, fallirei e con me la Spd.

È plausibile che alla presa di coscienza dell’attuale vice-cancelliere tedesco seguano anche le dimissioni da Presidente Federale dell’Spd, per favorire l’affermazione di Schulz come nuovo leader dei socialdemocratici. La sua candidatura verrà probabilmente ufficializzata questo fine settimana al termine di una riunione di partito già programmata. Come già evidenziato, Schulz è l’esponente socialdemocratico più popolare secondo i sondaggi: pur partendo in svantaggio, la sua lontananza dalla politica nazionale tedesca e il prestigio guadagnato grazie alle importanti cariche europee ricoperte, rappresentano un elemento di rottura forte col recente passato del partito, attualmente al governo con gli avversari del CDU. L’ascesa di Schulz apre la possibilità per l’Spd di riproporre la vecchia coalizione con il partito di sinistra Die Linke e con i Verdi, alleanza messa da parte dai socialdemocratici con Gabriel a causa dell’esperienza di governo con la Merkel. L’ostacolo più grande è dato proprio dalle fratture createsi in questi anni di esecutivo di coalizione: con l’Spd al governo e Linke e Verdi all’opposizione, non sono mancati momenti di tensione e pesanti reciproche accuse. Non è detto che la scomparsa di Gabriel ai vertici sia una garanzia sufficiente per garantire un riavvicinamento. Starà a Schulz decidere come muoversi consapevole dei punti di forza e delle criticità del proprio partito.

Le sfide della Merkel del Cdu

Se la Merkel è ancora in testa ai sondaggi un motivo ci sarà: l’economia tedesca sembra avere superato la crisi ed è tornata stabile, con una crescita annuale del Pil vicina al 2%. Addirittura il tasso di disoccupazione è inferiore al 5%, al di sotto della soglia definita “fisiologica” dalla teoria economica contemporanea. La vittoria della Cdu, per quanto rimanga al momento altamente probabile, non è comunque scontata. L’elemento di novità portato da Schulz non è l’unico fattore che può sbilanciare l’esito delle elezioni di settembre: il costante aumento di popolarità dell’Afd rappresenta un grosso problema per la Cdu. Molti analisti attribuiscono questo aumento di popolarità di “Alternativa per la Germania” soprattutto ad alcune scelte della Merkel ritenute “impopolari” da una parte del suo elettorato. Prima fra tutte l’apertura all’accoglienza dei migranti che ha portato la Germania ad ospitare più di un milione di rifugiati siriani nel corso del 2015. L’ascesa del partito euro-scettico è tenuto in grandissima considerazione fra gli osservatori tedeschi: nato solo nel 2013, il partito guidato da Frauke Petry in soli quattro anni ha guadagnato una percentuali di consensi senza precedenti arrivando addirittura a superare il partito della Merkel nelle elezioni del 2016 nel Länder del Meclemburgo-Pomerania Anteriore. Le posizioni radicali in fatto di immigrazione, euro-scetticismo e protezionismo economico hanno fatto presa anche su una parte dell’elettorato di destra insoddisfatto dell’operato della Merkel. Pur rimanendo a debita distanza dai numeri necessari per la vittoria, l’Afd potrebbe attirare una consistente parte di voti a sfavore del Cdu, compromettendo la possibilità di formare un governo stabile. In questo scenario, si ricreerebbe la stessa situazione del 2013 che ha portato alla formazione dell’attuale governo di coalizione allargata Spd-Cdu.

Fattori esterni

Oltre agli avversari politici, a minacciare una possibile vittoria incontrastate della Merkel si registrano anche possibili ingerenze estere: le agenzie di sicurezza tedesche stanno di diverso tempo contrastando gli attacchi informatici provenienti dagli stessi hacker russi accusati di aver violato i sistemi di sicurezza del Partito Democratico Americano e dell’Agenzia mondiale Antidoping. La stessa agenzia di intelligence tedesca (BfV) ha denunciato un rilevante aumento di attacchi informatici a danno di politici e partiti da parte di questo gruppo di hacker. Non è ancora chiaro se il governo russo è direttamente coinvolto nel coordinare questi tentativi di violazione, ma secondo il deputato del Bundestag Patrick Zensburg non vi sono rischi che la Russia influenzi il risultato delle elezioni: lo scopo degli hacker non sarebbe quello di favorire l’uno o l’altro candidato, ma semplicemente tentare di destabilizzare l’intera società tedesca. Il capo dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione, Hans-Georg Maassen, ha comunque confermato l’effettiva esistenza di questa rete e messo in guardia dalla sua pericolosità:

Le informazioni rubate attraverso gli attacchi informatici possono emergere durante l’elezione per screditare i politici. L’Europa è al centro di questo sabotaggio, in particolare la Germania.

Secondo gli esperti di sicurezza informatica il pericolo più grande per le elezioni rimane comunque la proliferazione di portali che diffondono bufale e fanno disinformazione: questi influenzano in maniera rilevante l’opinione pubblica attraverso notizie faziose che istigano all’odio e contribuiscono alla disgregazione sociale.
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Fiorentino di nascita, Web Marketing Specialist per diletto e Nerd di professione. Si nutre di cultura pop e vive la sua vita perennemente in direzione ostinata e contraria. Per Le Nius supporta l'area editoriale, in ambito politica, e l'area social. matteo@lenius.it
3 Commenti
  1. Max

    il suicido del popolo tedesco in diretta

  2. ulisse

    Il popolo tedesco è molto disciplinato; gli venne imposto il nazismo e loro lo votarono democraticamente. Gli venne imposto l’unificazione tedesca cavalcando ragioni sentimentali (i fratelli divisi che si riabbracciano, un cuore un’anima…) e loro aderirono democraticamente. La sicurezza in Germania, soprattutto degli ultimi anni, non è più tale e questo lo dicono i tedeschi, i reati nel 2015 sono aumentati, fonte polizia federale, del 31,6% rispetto l’anno precedente e i principali responsabili sono extracomunitari. La frase “mai nella storia i tedeschi sono stati tanto bene” è un puro slogan di propaganda, non solo perché la signora Merkel negli anni ’80, anni di vero benessere per i tedeschi, viveva altrove ma anche perché la realtà tedesca è, tra la gente comune, molto diversa da quella che si vuole mostrare nei media oggi. La notevole differenza, soprattutto rispetto gli atteggiamenti culturali, ad esempio dei mussulmani nei confronti delle donne, e questo anche nella seconda generazione, pone un muro con gli stranieri soprattutto extraeuropei nell’ambito privato come mai si era vista prima. La politica tedesca ha manipolato e censurato l’informazione pubblica, soprattutto dopo gli episodi del capodanno di Colonia, nel tema principe che affligge la Germania (certamente conoscerà il report della fondazione Otto Brenner del 2017 con titolo “Die „Flüchtlingskrise“ in den Medien - Tagesaktueller Journalismus zwischen Meinung und Information“),le “gegenstimmen” (pareri opposti) vengono diffamate e sul quale l’AFD (e mi permetta è di destra ma non estrema; altrimenti NPD cosa sarebbe ?) sta crescendo nei consensi. Rimane da capire se i tedeschi, come disse la sig.ra Merkel nel 2015, riusciranno con il “Wir schaffen das”.

  3. Gastone L.

    "Ugo Volli dà una lettura davvero fuori dal coro, di questa Europa alle prese col fenomeno migranti e con la minaccia del terrorismo. Milano - «Sì, l'essenza vera del fascismo oggi sta nell'islam politico». Grande semiologo (è considerato l'erede di Umberto Eco), critico letterario per importanti giornali di sinistra, ebreo, Ugo Volli dà una lettura davvero fuori dal coro, di questa Europa alle prese col fenomeno migranti e con la minaccia del terrorismo. Professore, cos'è successo in Germania?«Il Paese ha una situazione economica ottima, non vive problemi politici particolari, ma Cdu e Spd hanno perso un quarto dei voti. È una sconfitta grave. Ma cosa è in gioco? Per me è molto chiaro che il punto è l'immigrazione ed è confermato dalla vittoria dell'Afd. Ma protagonisti non sono i partiti, sono gli elettori che hanno punito le forze di governo, come altrove».Un voto di protesta?«Non sono diventati tutti neo nazisti e non lo sono i quadri dell'Afd, che in parte arrivano dalla Cdu. È un voto di preoccupazione su un'agenda che i partiti non vogliono discutere. Come quelli che dicono: Votiamo ora lo ius soli. Strana concezione della democrazia, per cui le scelte decisive non si devono lasciare agli elettori».Malafede o ideologia?«C'è speculazione politica. Chi si oppone all'immigrazione è populista e i populisti sono neonazisti. È la reductio ad Hitlerum di Leo Strauss: chi dice cose che non ci piacciono è nazista. Ma in Italia il sistema politico si è rafforzato quando con Berlusconi sono stati integrati e sdoganati coloro che erano emarginati. Ho dato un'occhiata al manifesto elettorale dell'Afd, hanno una piattaforma liberale, oltre a ostentare una simpatia per Israele che per me è importante. Non bastano uscite folcloristiche o parole mal tradotte».Lei si definirebbe di sinistra oggi?«Io ho fatto il '68, nel Movimento studentesco, prima ero iscritto alla Fgci, poi non ho più fatto politica, la mia ultima tessera è del '72, a 23 anni. Ho avuto una progressiva presa di coscienza, come tanti, sul fatto che dicevamo assurdità, sciocchezze, non capivano niente. Poi ho sviluppato convinzioni progressiste, a lungo ho votato Pci, poi Pd. Oggi non mi identifico».Nelle comunità ebraiche il timore per le forze neofasciste è molto comprensibile.«Io sono un ebreo, molto attaccato alla sua identità. Difendo Israele come sola democrazia del Medio oriente, unico posto in cui donne, omosessuali e minoranze sono libere e in cui c'è spazio per i musulmani che vogliono pregare. La libertà dell'Europa si difende davvero sotto le mura di Gerusalemme. Mio padre fu cacciato da scuola nel '38, mio nonno messo confino, familiari vittime della shoah, mi sono sempre considerato antifascista e non ho alcuna simpatia per il negazionismo. Ma bisogna conoscere i nemici per guardarsene. Chi uccide gli ebrei oggi sono musulmani. E chi difende questo terrorismo sta soprattutto a sinistra».L'islam politico è il nuovo fascismo?«Sì, credo di sì. Organizzazione paramilitare, società organica e non aperta e liberale, odio per la democrazia. Sono caratteristiche che porta in modo sanguinoso quell'islam, ma anche certe organizzazioni di sinistra, che tappano la bocca a chi non la pensa come loro».

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