Sondaggi elezioni Germania 2017 | Si vota32 min read

18 Settembre 2017 Politica -

Sondaggi elezioni Germania 2017 | Si vota32 min read

Reading Time: 24 minutes

11 marzo

I sondaggi di febbraio ribaltano uno scenario che fino a pochi mesi fa sembrava quasi scontato: Angela Merkel ha trovato un degno avversario alla corsa per la cancelleria tedesca. La media dei sondaggi tedeschi di febbraio effettuata a inizio marzo, evidenzia come l’Spd di Martin Schulz abbia superato la soglia del 30% assestandosi intorno al 31%, con il CDU-CSU costante al 32%.

sondaggi germania 2017
@termometro politico

Guardando nel dettaglio le rilevazioni, si può notare come nella seconda metà di febbraio l’Spd abbia guadagnato più popolarità mentre, per tutto il mese, il Cdu abbia perso molti punti passando dal saldo 35% di gennaio ad un preoccupante 32%. Il vantaggio del partito della Merkel sarebbe attualmente solo dell’1,8%, con le proiezioni che vertono prevalentemente in favore dell’ex-Presidente del Parlamento Europeo.

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Addirittura secondo alcuni istituti come Infratest dimap, Emnid ed Insa Schulz e SPD sono in vantaggio

Sondaggi elezioni Germania 2017: l’SPD e l’”effetto Schulz”

Non bastano i presunti scandali legati alle sue spese pazze e abuso d’ufficio da europarlamentare a fermare Martin Schulz: la forza portata dalla novità della sua candidatura ha sparigliato le carte e ha riaperto la corsa per le prossime elezioni. Secondo i sondaggi pubblicati dal “Polibarometer” a metà febbraio, il 49% dei tedeschi lo vorrebbe come cancelliere. Solo il 38% vorrebbe invece una riconferma della Markel. Fra i leader tedeschi Schulz sembra quindi non avere rivali in termini di popolarità. Quello che la stampa internazionale ha chiamato “Effetto Schulz” ha permesso all’Spd di riguadagnare consistente terreno rispetto agli avversari storici del Cdu. A fine 2016, il divario fra i due partiti sembrava quasi incolmabile, coi socialdemocratici ancora impegnati a capire quale direzione prendere dopo l’esperienza di governo con la Merkel. Il ritorno di Schulz alla politica nazionale e la sua rinnovata leadership hanno costituito la svolta di cui il partito aveva bisogno per ritrovare se stesso: attenzione allo stato sociale, preoccupazione per il mondo del lavoro e un rilanciato europeismo sono solo alcuni dei fattori di questa ritrovata popolarità. Apparentemente, l’Spd ha ritrovato la propria identità ed è riuscito a rompere col recente passato di convivenza col Cdu. Importante sarà adesso la definizione delle alleanze. Le altre formazioni di sinistra hanno registrato un forte calo a fine marzo: GRUNE è ferma al 7,5% (-1,8%), mentre Die Linke è all’8,3% (-1,5%). Con queste eventuali alleanze, l’Spd avrebbe potenzialmente i numeri per garantire la formazione di un governo a maggioranza socialdemocratica, ma i trascorsi fra i partiti in questione potrebbero minare la stabilità di un eventuale esecutivo. La corsa alle elezioni è ancora lunga, ma sicuramente la sinistra tedesca dovrà fare i conti per misurare le proprie forze e le proprie ambizioni.

La preoccupazione della Merkel

La Cancelliera tedesca non dorme più sonni tranquilli. Se a dicembre il suo quarto mandato era uno scenario messo in discussione da pochi, oggi l'”effetto Schulz” ha completamente ribaltato la prospettiva. Malgrado l’esperienza di governo apparentemente positiva, la Merkel continua pericolosamente a perdere consensi nell’elettorato in favore del leader socialdemocratico. Contrariamente alle previsioni di molti, l’alleanza stipulata con l’Spd per l’esecutivo di “larghe intese” si è rivelata controproducente per il Cdu: il ritiro di Sigmar Gabriel, attuale vice-cancelliere e contestato ex-leader socialdemocratico, e la rottura col passato provocata dall’ascesa repentina di Schulz, hanno colto di sorpresa il partito che stenta a trovare una risposta adeguata. Sicuri del proprio vantaggio, i popolari tedeschi hanno puntato sui soliti cavalli di battaglia e sulla forte leadership della Merkel per tenere a bada l’Spd. Ma adesso che Schulz ha sfidato apertamente la Cancelliera sul suo stesso piano proponendo anche un modello di Europa differente dal suo, il sistema tenuto in piedi finora rischia pericolosamente di crollare. La Merkel è quindi chiamata ad affrontare una competizione elettorale probabilmente più impegnativa di quanto si aspettasse, ma è decisamente presto per decretare già la sua sconfitta. Come Schulz è riuscito a rialzare in pochi mesi l’Spd, così anche l’attuale Cancelliera ha tutte le carte in regola per mantenere alta la propria popolarità. Elemento importante in questa prospettiva è il forte calo registrato da “Alternativa per la Germania” (Afd) dai sondaggi di febbraio: la formazione nazionalista e anti-europeista di Frauke Petry è attualmente ferma al 9,9%, con una perdita rispetto a gennaio del -2,9%. Con questi numeri Afd rimane comunque il terzo partito del Paese e si assicura alcuni dei seggi nel Parlamento tedesco, nel quale non ha attualmente rappresentanti.

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Fiorentino di nascita, Web Marketing Specialist per diletto e Nerd di professione. Si nutre di cultura pop e vive la sua vita perennemente in direzione ostinata e contraria. Per Le Nius supporta l'area editoriale, in ambito politica, e l'area social. matteo@lenius.it
3 Commenti
  1. Max

    il suicido del popolo tedesco in diretta

  2. ulisse

    Il popolo tedesco è molto disciplinato; gli venne imposto il nazismo e loro lo votarono democraticamente. Gli venne imposto l’unificazione tedesca cavalcando ragioni sentimentali (i fratelli divisi che si riabbracciano, un cuore un’anima…) e loro aderirono democraticamente. La sicurezza in Germania, soprattutto degli ultimi anni, non è più tale e questo lo dicono i tedeschi, i reati nel 2015 sono aumentati, fonte polizia federale, del 31,6% rispetto l’anno precedente e i principali responsabili sono extracomunitari. La frase “mai nella storia i tedeschi sono stati tanto bene” è un puro slogan di propaganda, non solo perché la signora Merkel negli anni ’80, anni di vero benessere per i tedeschi, viveva altrove ma anche perché la realtà tedesca è, tra la gente comune, molto diversa da quella che si vuole mostrare nei media oggi. La notevole differenza, soprattutto rispetto gli atteggiamenti culturali, ad esempio dei mussulmani nei confronti delle donne, e questo anche nella seconda generazione, pone un muro con gli stranieri soprattutto extraeuropei nell’ambito privato come mai si era vista prima. La politica tedesca ha manipolato e censurato l’informazione pubblica, soprattutto dopo gli episodi del capodanno di Colonia, nel tema principe che affligge la Germania (certamente conoscerà il report della fondazione Otto Brenner del 2017 con titolo “Die „Flüchtlingskrise“ in den Medien - Tagesaktueller Journalismus zwischen Meinung und Information“),le “gegenstimmen” (pareri opposti) vengono diffamate e sul quale l’AFD (e mi permetta è di destra ma non estrema; altrimenti NPD cosa sarebbe ?) sta crescendo nei consensi. Rimane da capire se i tedeschi, come disse la sig.ra Merkel nel 2015, riusciranno con il “Wir schaffen das”.

  3. Gastone L.

    "Ugo Volli dà una lettura davvero fuori dal coro, di questa Europa alle prese col fenomeno migranti e con la minaccia del terrorismo. Milano - «Sì, l'essenza vera del fascismo oggi sta nell'islam politico». Grande semiologo (è considerato l'erede di Umberto Eco), critico letterario per importanti giornali di sinistra, ebreo, Ugo Volli dà una lettura davvero fuori dal coro, di questa Europa alle prese col fenomeno migranti e con la minaccia del terrorismo. Professore, cos'è successo in Germania?«Il Paese ha una situazione economica ottima, non vive problemi politici particolari, ma Cdu e Spd hanno perso un quarto dei voti. È una sconfitta grave. Ma cosa è in gioco? Per me è molto chiaro che il punto è l'immigrazione ed è confermato dalla vittoria dell'Afd. Ma protagonisti non sono i partiti, sono gli elettori che hanno punito le forze di governo, come altrove».Un voto di protesta?«Non sono diventati tutti neo nazisti e non lo sono i quadri dell'Afd, che in parte arrivano dalla Cdu. È un voto di preoccupazione su un'agenda che i partiti non vogliono discutere. Come quelli che dicono: Votiamo ora lo ius soli. Strana concezione della democrazia, per cui le scelte decisive non si devono lasciare agli elettori».Malafede o ideologia?«C'è speculazione politica. Chi si oppone all'immigrazione è populista e i populisti sono neonazisti. È la reductio ad Hitlerum di Leo Strauss: chi dice cose che non ci piacciono è nazista. Ma in Italia il sistema politico si è rafforzato quando con Berlusconi sono stati integrati e sdoganati coloro che erano emarginati. Ho dato un'occhiata al manifesto elettorale dell'Afd, hanno una piattaforma liberale, oltre a ostentare una simpatia per Israele che per me è importante. Non bastano uscite folcloristiche o parole mal tradotte».Lei si definirebbe di sinistra oggi?«Io ho fatto il '68, nel Movimento studentesco, prima ero iscritto alla Fgci, poi non ho più fatto politica, la mia ultima tessera è del '72, a 23 anni. Ho avuto una progressiva presa di coscienza, come tanti, sul fatto che dicevamo assurdità, sciocchezze, non capivano niente. Poi ho sviluppato convinzioni progressiste, a lungo ho votato Pci, poi Pd. Oggi non mi identifico».Nelle comunità ebraiche il timore per le forze neofasciste è molto comprensibile.«Io sono un ebreo, molto attaccato alla sua identità. Difendo Israele come sola democrazia del Medio oriente, unico posto in cui donne, omosessuali e minoranze sono libere e in cui c'è spazio per i musulmani che vogliono pregare. La libertà dell'Europa si difende davvero sotto le mura di Gerusalemme. Mio padre fu cacciato da scuola nel '38, mio nonno messo confino, familiari vittime della shoah, mi sono sempre considerato antifascista e non ho alcuna simpatia per il negazionismo. Ma bisogna conoscere i nemici per guardarsene. Chi uccide gli ebrei oggi sono musulmani. E chi difende questo terrorismo sta soprattutto a sinistra».L'islam politico è il nuovo fascismo?«Sì, credo di sì. Organizzazione paramilitare, società organica e non aperta e liberale, odio per la democrazia. Sono caratteristiche che porta in modo sanguinoso quell'islam, ma anche certe organizzazioni di sinistra, che tappano la bocca a chi non la pensa come loro».

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