Sei valide alternative agli Nba Awards 20167 min read

23 Aprile 2016 Uncategorized -

Sei valide alternative agli Nba Awards 20167 min read

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nba awards 2016
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Coach of the Year: Dave Joerger (Memphis Grizzlies)

Nonostante l’introduzione nel ballot di Luke Walton, che potrebbe togliergli qualche voto, sarà difficile non vedere questo premio assegnato  a Steve Kerr, coach della migliore squadra di tutti i tempi in una singola Regular Season (i Golden State Warriors).

Quest’anno c’è comunque abbondanza di scelta: escludendo Gregg Popovich (Spurs) e Dwane Casey (Raptors) in top 5, quelle di Mike Budenholzer (Hawks, vincitore l’anno scorso), Brad Stevens (Celtics), Terry Stotts (Blazers), Steve Clifford (Hornets) e Rick Carlisle (Mavericks) sono tutte ottime candidature che sicuramente troveremo nella classifica finale.

Il mio premio però lo voglio assegnare a Dave Joerger dei Memphis Grizzlies, protagonista assoluto di una stagione che già in fase di presentazione dei playoff abbiamo definito allucinante.

A causa dei movimenti effettuati in Off-Season, e delle prospettive future, quella 2015-16 per Joerger e i Grizzlies doveva essere la stagione dell’addio al Grit-n-Grind verso uno stile di gioco più moderno e dinamico, ma la vita della franchigia del Tennessee è stata complicata dagli infiniti infortuni che han reso necessario il tesseramento di 28 giocatori, record NBA, tutti con almeno una partita disputata in stagione con la casacca dei Grizzlies.

In queste condizioni decisamente precarie Joerger è riuscito a condurre la sua squadra verso una qualificazione ai playoff mai in discussione, nonostante la flessione di fine stagione (6-10 a marzo e addirittura 1-6 ad aprile), portando una squadra i cui giocatori dai numeri migliori a un certo punto della stagione son stati Zach Randolph e Matt Barnes al 7° posto finale.

La serie contro San Antonio finirà troppo presto, ma l’incredibile lavoro di Joerger rischia di passare molto sotto traccia.

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Nato a Palermo nel 1992 e cresciuto in Uruguay a Montevideo, una vita universitaria tra Milano e Londra. Dopo un Master in Media cerco di farmi strada nel mondo dei miei sogni e divido la giornata tra l’NBA, Netflix e il viaggiare con la fantasia. Manu Ginobili è il mio eroe, ed Emma Watson ha cambiato la mia vita. Sogno di fare il giornalista sportivo da quando credevo ancora a Babbo Natale, e a volte mi chiedo se non fosse stato meglio sognare di fare il calciatore.
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