PIP e PAC: caratteristiche e differenze4 min read

19 Aprile 2024 Uncategorized -

PIP e PAC: caratteristiche e differenze4 min read

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Chi desidera effettuare un investimento a lungo termine, può optare tra una vasta gamma di strumenti e prodotti finanziari. Tra i tanti rientrano i PIP e i PAC.

Nonostante presentino alcune somiglianze, si tratta di strumenti di investimento molto diversi fra loro. I Piani Individuali Pensionistici, tra i quale rientra la pensione privata Moneyfarm, sono pensati per chi desidera ottenere, al raggiungimento della pensione, una rendita aggiuntiva, utile ad esempio per mantenere una buona qualità della vita, per vivere una vecchiaia più serena o per togliersi qualche sfizio. Diversamente da questi, i Piani di Accumulo Capitale sono finalizzati ad aiutare l’investitore ad aumentare poco alla volta il capitale investito.

In questo breve articolo, andremo a scoprire che cosa sono i Piani di Accumulo Capitale e i Piani Pensionistici Individuali, quali sono le caratteristiche che li contraddistinguono e quali le differenze più rilevanti.

Che cosa sono i Piani Individuali Pensionistici

Quando si parla di PIP si fa riferimento a una forma di pensione integrativa. Diversamente dalla pensione obbligatoria, questa si configura come un vero e proprio prodotto assicurativo di investimento, in quanto il capitale, versato periodicamente, viene utilizzato dal gestore del piano per effettuare compravendita di titoli.

Chiunque, dal lavoratore dipendente al disoccupato, passando per studenti e lavoratori autonomi, può aderire, a propria discrezione, a un PIP.

Non è la sola forma di previdenza complementare

I soggetti che desiderano aprire una posizione pensionistica integrativa non sono obbligati ad aderire a un PIP. La scelta include infatti anche i Fondi Pensionistici Aperti, i quali, proprio come i Piani Pensionistici Individuali, sono aperti a tutti.

Alcune categorie di lavoratori possono inoltre decidere di aderire a un Fondo Pensione Chiuso.

Le caratteristiche dei PIP

Le pensioni integrative sono regolamentate dal Decreto Legge 252/2005, il quale definisce modalità di funzionamento e principi dei fondi e dei piani pensionistici, e tutela gli interessi dei cittadini. Nonostante questo, essendo veri e propri strumenti di investimento, non sono scevri da rischi e richiedono, prima dell’adesione, un’attenta analisi delle caratteristiche, delle clausole contrattuali e via dicendo. Per non commettere errori in questa fase, è possibile chiedere aiuto a un consulente finanziario autonomo.

Per quanto riguarda le caratteristiche principali dei PIP, possiamo ricordare:

  • la non pignorabilità del denaro versato, esclusivamente in fase di accumulo;
  • la pignorabilità di non più di 1/5 del reddito percepito o della somma riscattata;
  • i vantaggi successori, i quali consentono agli eredi di non dover pagare le tasse di successione su questo lascito;
  • i vantaggi fiscali, i quali includono la deducibilità fino a un limite massimo di 5.164,57 € degli importi versati e l’esenzione dall’imposta di bollo.

Oltre a questo, le pensioni integrative – PIP compresi – permettono di modificare l’ammontare dei versamenti periodici e la loro frequenza, nonché, in determinate circostanze, di ottenere un anticipo della somma accumulata o il riscatto totale della stessa prima del raggiungimento dell’età pensionabile. In particolare, questo può essere fatto in caso di disoccupazione da oltre 12 mesi, problemi di salute o invalidità, acquisto o ristrutturazione della prima casa. In caso di morte del soggetto che aderisce al fondo, il riscatto può essere richiesto dagli eredi o, se indicati, dai beneficiari.

Che cosa sono i Piani di Accumulo Capitale

Quando si parla di PAC o Piani di Accumulo Capitale, si fa riferimento a degli strumenti finanziari pensati per aiutare i piccoli investitori ad aumentare – poco alla volta e in base alle proprie disponibilità economiche – il capitale investito.

Proprio come i PIP, anche questi piani prevedono versamenti periodici modificabili per importo e frequenza. Diversa è invece la finalità, in quanto non sono pensati in modo specifico ed esclusivo per chi desidera ottenere un reddito aggiuntivo al raggiungimento dell’età pensionabile, ma possono essere scelti anche da quegli investitori che desiderano effettuare investimenti a lungo termine per raggiungere gli obiettivi più svariati.

Altre differenze

Le differenze naturalmente non finiscono qui. Non essendo inquadrati come formule destinate alla previdenza complementare, i PAC non presentano le agevolazioni fiscali dei PIP, ma, in compenso, risultano molto più flessibili per quanto riguarda l’ottenimento del capitale maturato.

Naturalmente, le caratteristiche dei piani possono variare a seconda delle condizioni previste dal contratto. Per questo, è sempre importante, prima di sottoscrivere un PAC o un PIP, leggere con attenzione tutta la documentazione fornita da chi eroga il servizio e farsi consigliare al meglio dal proprio consulente di fiducia.

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