Milan: niente centrocampo3 min read

2 Febbraio 2014 Uncategorized -

Milan: niente centrocampo3 min read

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@calciocatania
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Proprio il pacchetto difensivo analizzato settimana scorsa è protagonista del pareggio contro il Torino, sintetizzabile con un “Rami sì, Bonera no”. Consapevolmente semplicista, passo in rassegna i centrocampisti transitati a Milanello nella poco allegra Era Allegri (che, per fortuna, “era”). I nomi sono ordinati per numero di partite giocate.

2009-2010 (Leonardo): Pirlo, Ambrosini, Seedorf, Flamini, Gattuso, Beckham, Mancini.

2010-2011 (Allegri): Seedorf, Gattuso, Boateng, Flamini, Pirlo, Ambrosini, van Bommel, Emanuelson, Merkel.

2011-2012: Nocerino, Emanuelson, van Bommel, Ambrosini, Aquilani, Seedorf, Boateng, Muntari, Gattuso, Merkel, Flamini.

2012-2013: Boateng, Ambrosini, Nocerino, Muntari, Traoré, Flamini, Emanuelson, de Jong.

2013-2014: de Jong, Poli, Emanuelson, Montolivo, Muntari, Birsa, Nocerino, Cristante, Saponara, Essien.

Un centrocampo di piedi educati e muscoli si è gradualmente trasformato in un centrocampo di piedi poco educati e muscoli. E giovani promesse. Il ritorno di uno dei protagonisti del Milan dell’ultimo decennio è rincuorante per chi auspica un gioco differente dal “Datela a Mario”, sebbene la campagna acquisti getti ombre sulla titolarità di Cristante e Saponara percepita dalla società.

Clarence sembra considerare i centrocampisti (compresi i nuovi acquisti voluti) come elementi squisitamente difensivi o nettamente offensivi, mediani da barricata o trequartisti sbilanciati in avanti, riflesso del modulo da lui adottato. Certo è che il morale e la condizione fisica delle truppe sono migliorati, ma il numero di passaggi sbagliati contro il Torino suggerisce che i palleggiatori del Milan devono ritrovare le misure.

Riccardo Montolivo, sbeffeggiato come “Lentolivo” o “Retropassaggio Montolivo”, ha conosciuto tra febbraio e aprile 2013 il suo periodo migliore al Milan: lo aspetto, perché non sono un suo incondizionato supporter e per chi, come me, ha imparato che ogni palla deve passare da Pirlo perché accada un evento da festeggiare, vedere il capitano del Milan che quando riceve il pallone perde 3 o 4 metri e poi dà orizzontalità al gioco o prova un improbabile tiro, è decisamente irritante. E diventa inquietante in ottica Mondiali, anche se l’Italia può contare su centrocampisti ben più in palla.

Nigel de Jong è fiato e muscoli, che talvolta si assume responsabilità che non gli competono. Recordman della Serie A (!) per la percentuale di passaggi riusciti, statistica che non smette di stupirmi (insieme all’indice di performance dello stesso sito Squawka che lo vuole attuale miglior giocatore del Milan in questo campionato), l’olandese non figura nel mio centrocampo ideale per quanto riconosca che il suo lavoro stia facendo comodo a questo traballante Milan. La mia speranza è che Michael Essien si ricordi del giocatore che è stato e Seedorf si affidi al ghanese. Il mio sogno rimane invece che Clarence inizi gradualmente a scommettere su Cristante.

Passando in rassegna il reparto, non posso non menzionare Valter Birsa, sloveno che non ha trovato spazio da titolare né quando militava per il Genoa né nel Torino, che Massimiliano Allegri schierava avanzato e Seedorf potrebbe anche non schierare affatto.

Ho visto poco Saponara per non desiderare di ritrovarlo titolare, mentre Muntari è il solito: vigoroso e disordinato, mai illuminante, talvolta utile. Ingenuamente mi rendo conto che, se volessi dare un “sì” a questo centrocampo, la mia promozione andrebbe solo a Bryan Cristante.

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Nasco tra Milan(o) e l'Inghilterra. E lascio il cuore in Olanda, già che ci sono, tripartito. Da milanista tifo i piedi educati e le menti aperte, i capitani di lungo corso e i registi. Faccio più fatica con i cugini che con i gobbi. Credo che la poesia sia ciò che spunta quando hai la palla all'altezza della linea di metà campo e alzi la testa: tutti i gol migliori partono da lì, che poi vengano segnati di esterno o di fegato, di cuore o di doping.
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