Cresce il Movimento 5 Stelle: i sondaggi della settimana2 min read

Effetto Jobs act sulle preferenze dei partiti: PD e Forza Italia in calo, cresce il Movimento 5 stelle. Fiducia di tutti i leader in aumento, tranne Berlusconi. Questo ci dicono i sondaggi pubblicati oggi.

Per il PD i primi campanelli di allarme erano suonati con il crollo dei tesseramenti e la scarsa partecipazione alle primarie per le candidature alla presidenza dell’Emilia-Romagna. Ora i sondaggi confermano: i democratici scendono nei sondaggi e si fermano al 40,2%, meno 0,3%. Neanche il successo della linea Renzi nella direzione di partito (68% dei consensi in assemblea) è servito a mantenere più alti i consensi.

Malgrado il trend negativo, il premier ha comunque dimostrato di avere ancora il controllo del partito e di non soffrire affatto l’opposizione interna. Il Pd è compatto, ma in queste settimane dovrà affrontare l’accusa di voler smantellare i diritti dei lavoratori. A maggior ragione finché non si sapranno quali sono le proposte per dare vita ad un mercato del lavoro morente.

Per ora le uniche cose sentite sono poco convincenti, a partire dalle sparate sul Tfr.

Una cosa è certa, Renzi si sta giocando buona parte della sua credibilità con questa manovra. Se una riforma del lavoro convincente non dovesse venire fuori dalla discussione delle due Camere, difficilmente Governo riuscirà a mantenere i suoi alti consensi.

Il Movimento 5 Stelle guadagna invece diversi punti percentuali grazie alle delicate manovre dell’esecutivo: la forte opposizione dei grillini su un argomento così caldo come l’art. 18 probabilmente ha convinto una parte dell’elettorato ad abbandonare PD e FI in favore di chi rema contro l’abolizione.

Tutti i partiti che si trovano all’opposizione hanno registrato un aumento (Sel +0,2%, Lega + 0,2% e M5S +0,6%) mentre gli altri che appoggiano più o meno indirettamente le riforme del Jobs act sono in calo (FI -0,3% e Ncd – 0,2%). Questa è un’ulteriore conferma di quanto il lavoro sia il tema più caldo e pesante ed è lì che si gioca il consenso.

Un fallimento del jobs act potrebbe minare anche le certezze di “Mister 40%”.

Per quanto riguarda le leadership, Renzi torna vicino al 50% dei consensi salgono Grillo (21%) e Salvini (20%). Silvio Berlusconi, al centro di polemiche feroci con Fitto, è l’unico leader di partito a rimanere stabile al 16%.

Come i sondaggi confermano da qualche settimana, l’uomo di Arcore non sembra più in grado di rappresentare un’alternativa valida per la destra italiana.

L’appoggio di FI alle riforme del Governo PD ha spinto molti a chiedersi se abbia ancora senso continuare ad appoggiare un leader ormai al tramonto della propria carriera politica quando, dall’altra parte, vi è un volto giovane che sembra marciare nella stessa direzione. Per gli elettori di Forza Italia può quindi diventare più appetibile dare il proprio sostegno al nuovo che avanza, anche se questo si chiama Matteo Salvini, segretario di un partito che ha più volte governato negli ultimi 20 anni senza alcun risultato tangibile.

Immagini| Agorà| Il Fatto Quotidiano