Il miglior Gin Tonic: la versione di Enzo3 min read

8 Febbraio 2016 Cucina -

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Il miglior Gin Tonic: la versione di Enzo3 min read

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(Prima vi spieghiamo perché nasce questa nuova rubrica)
Enzo, come Barney, è un incallito bevitore. Tuttavia, a differenza del personaggio frutto del genio di Richler, Enzo è, in primo luogo, un bartender professionista. Ama il suo lavoro e ciò che lo gratifica maggiormente è l’espressione appagata quanto stupita che si dipinge sul volto dei suoi clienti quando provano un drink ben fatto, equilibrato ed eseguito seguendo il giusto bilanciamento tra innovazione e tradizione. Purtroppo, però, incontrare un bevitore tanto consapevole non è una cosa comune. E allora quale idea migliore se non quella di smentire dicerie popolari – una per tutte: il cetriolo non è contemplato nella ricetta originale del Moscow Mule – e sfatare falsi miti – il Mojito si fa con il ghiaccio pieno! – facendo conoscere la storia e le diverse evoluzioni susseguitesi nel corso degli anni dai drink? Con questo intento Enzo vi presenta la sua rubrica: per riscoprire e assaporare insieme i grandi classici del bere miscelato, svelando la propria versione di ogni drink. Un tocco di sano egocentrismo, immancabile in un vero professionista del bancone.

Mr. Gin Tonic

Come ogni grande mito anche questo celebre elisir è in parte avvolto dal mistero. Leggenda vuole che la sua nascita sia legata alla Compagnia Inglese delle Indie Orientali. Si narra, infatti, che ogni soldato di stanza in India per prevenire la malaria assumesse una porzione di chinino allungata con acqua, così da renderlo meno sgradevole al palato, e che lo miscelasse a una dose di gin che riceveva assieme alla propria razione quotidiana. Questa prima versione artigianale si è poi evoluta in uno dei cocktail più bevuti e richiesti di sempre: il Gin Tonic, una sapiente combinazione di gin e acqua tonica, servito in un bicchiere longilineo con abbondante ghiaccio e scorza di limone.

Il miglior gin tonic: come nasce il gin tonic e le diverse varianti
@chinino

Ma è solo negli ultimi anni che, grazie a un’ampia selezione di Gin e acque toniche aromatizzate, questa bevanda abbandona la nomea di semplice long drink per entrare nella walk of fame dei cocktail.

I bartender più audaci lo preparano in un calice da vino rosso, altri da bianco. Molti lo guarniscono con bacche di ginepro, altri ancora con pepe nero, rosa, bianco, macinato o in grani. Per cercare di distinguersi c’è chi lo serve con fiori eduli o si cimenta nel taglio di innumerevoli scorze di agrumi per dare colore e profumo al drink. Spesso lo si può distinguere tra le mani degli avventori più modaioli per via dell’ormai onnipresente (e, come vedremo nei prossimi numeri, per alcuni versi tanto temuto) CETRIOLO…

Gli irriducibili lo presentano con cannucce vintage, o bastoncino in bamboo, e una scorza di limone, stando molto attenti al tipo di ghiaccio e alla tecnica di preparazione. Soprattutto raffreddano molto bene il bicchiere di servizio.

La versione di Enzo: il miglior Gin Tonic

Come abbiamo visto, ci sono molti modi per servire un Gin Tonic, ma a me piace il classico: bicchiere collins ben colmo di ghiaccio, 50 ml di Gin (il bistrattato Gordon’s rimane sempre la mia prima scelta… non dimentichiamoci che è proprio grazie a Sir Gordon se in etichetta trovate la dicitura london dry gin), tonica a piacere e twist di limone, per godere al meglio il profumo degli olii essenziali. E mi raccomando, il tutto servito rigorosamente senza cannuccia. Ma molto amore!

Come diceva Mister Winston Churchill

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Da bambino, il padre Franco lo portava al bocciodromo dove la sua attenzione fu catturata dalla spuma nera. La favolosa bevanda gasata accese in lui la scintilla: voleva capire cosa ci fosse dietro. Post diploma si dedica all'arte del flair e gira l’Europa tra catering, feste e consulenze per avviamento di locali. Ora gestisce un cocktail bar ma, da appassionato di vecchi film d’animazione, il suo sogno ha già un nome: «Inchiostro e Tempera».
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