Sondaggi elezioni Germania 2017 | Si vota32 min read

18 Settembre 2017 Politica -

Sondaggi elezioni Germania 2017 | Si vota32 min read

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5 luglio

Cosa dicono gli ultimi sondaggi. Le rilevazioni settimanali della rivista Der Spiegel presentano un chiaro quadro in vista delle elezioni del 2017: da aprile a questa parte, la coalizione CDU-CSU di Angela Merkel è rimasta stabile sopra il 30%, assestandosi per questa settimana sul 34%; il principale partito avversario, i socialisti dell’SPD, sembra essersi ripreso dalla piccola flessione che l’aveva portato sotto il 20% e si conferma al 22%; a seguire troviamo i Verdi al 12%, davanti agli euroscettici dell’Afd al 10% ed al Left Party al 9%; a fare da fanalino di coda sono i liberali dell’FDP con il 6% (tutte le rilevazioni settimanali dal luglio 2015 ad oggi, sono liberamente consultabili sul sito del Der Spiegel).

Il CDU-CSU della Merkel. La grande coalizione che sta guidando la Germania dal 2013 formata dall’asse CDU-CSU-SPD continua a governare senza grossi scossoni. Ma una cosa è apparsa chiara dopo le elezioni amministrative locali dello scorso Marzo: la politica di apertura della Merkel nei confronti dei migranti ha spostato non pochi consensi verso gli euroscettici. L’atteggiamento della Cancelliera ha innalzato il livello di sensibilità ed empatia dei tedeschi verso i rifugiati, ma sono state di fatto accantonate le regole che l’Europa si era imposta sull’asilo politico, il che ha dato una grande spinta alle rivendicazioni dei partiti che vogliono la Germania fuori dall’Europa. Le forze politiche come l’Afd hanno avuto la dimostrazione che è legittimo sorvolare sugli accordi presi con l’UE se si è spinti dal giusto appoggio elettorale. È probabile che l’atteggiamento di chiusura di una parte dell’elettorato conservatore porterà diversi voti dalla parte delle formazioni più a destra del CDU-CSU, ma il consenso generale di cui ancora gode la Merkel non è al momento equiparabile a quello degli altri leader in gioco. Non è ancora però chiaro se l’attuale Cancelliera si presenterà alle elezioni per un nuovo mandato. Le alternative più valide identificate all’interno della coalizione sono comunque altre tre donne: Julia Klöckner, leader del CDU in Renania-Palatinato, Annegret Kramp-Karrenbauer, Ministro presidente del Länder (stato federato) Saarland, e Ursula von der Leyen, attuale Ministro della Difesa. Come possibile candidato rimane caldo anche il nome di Wolfgang Schäuble, attuale Ministro delle Finanze e promotore dell’austerity,

La rincorsa dell’SPD. Malgrado la positiva esperienza di governo, l’SPD di Sigmar Gabriel non riesce ad uscire dall’ombra della coalizione CDU-CSU. Gli sforzi del leader socialista rimangono comunque notevoli. È vice cancelliere e ministro dell’economia e dell’energia e sta fortemente sta spingendo per uscire da quella che lui stesso ha definito “la spirale dell’austerity”. Sono sue due delle proposte più interessanti per cercare di conciliare i vincoli comunitari con la gestione della spesa pubblica dei singoli Stati: riformare i parametri di Maastricht alzando al 3,5% del Pil il tetto del deficit e imporre regole vincolanti sugli investimenti pubblici e sulla disciplina fiscale senza necessariamente spingere al taglio netto delle voci di bilancio. Tuttavia, l’efficacia comunicativa di Gabriel e del suo partito è fortemente limitata dall’esperienza dell’esecutivo di grande coalizione. Pur remando contro le politiche di austerity, collabora e persegue obbiettivi di governo in collaborazione con la Merkel e Wolfgang Schaeuble, i portabandiera del rigore finanziario. All’interno del partito la sua figura comincia a non essere forte come un tempo: la sua leadership è stata confermata dal Congresso dell’SPD dello scorso Dicembre con il 74% dei voti, percentuale molto più bassa rispetto all’elezione precedente. Gabriel è stato comunque già designato come candidato SPD per le prossime elezioni del 2017.

Gli euroscettici. Come abbiamo già evidenziato, l’apertura della Merkel verso i migranti è stata una forte spinta elettorale per gli euroscettici di Alternativa per la Germania (Afd). Rispetto ad un anno fa, le preferenze dei tedeschi per la coalizione della Cancelliera sono calate di ben dieci punti percentuali, in buona parte finiti proprio al partito di Frauke Petry. Afd è nata in anni recenti proprio con la contestazione all’approccio della Merkel alla crisi del debito in Europa, giudicato troppo morbido: l’idea è che la Germania si sia vincolata eccessivamente al destino degli altri Paesi europei per colpa dell’Euro e che pertanto si sia strutturalmente indebolita. Solo rivedere la posizione del Paese all’interno dello scenario europeo sarebbe l’unica via per tornare ad avere una stabilità finanziaria certa. Alle ultime elezioni politiche Alternativa per la Germania non riuscì neanche ad entrare nel Parlamento Tedesco, ma alle amministrative di Marzo ha registrato un incremento considerevole. In alcuni Länder nel nord-ovest, i consensi per l’Afd arrivano a sfiorare addirittura il 20%. Il loro candidato per le prossime elezione del 2017 sarà molto probabilmente la leader, Frauke Petry.
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Fiorentino di nascita, Web Marketing Specialist per diletto e Nerd di professione. Si nutre di cultura pop e vive la sua vita perennemente in direzione ostinata e contraria. Per Le Nius supporta l'area editoriale, in ambito politica, e l'area social. matteo@lenius.it
3 Commenti
  1. Max

    il suicido del popolo tedesco in diretta

  2. ulisse

    Il popolo tedesco è molto disciplinato; gli venne imposto il nazismo e loro lo votarono democraticamente. Gli venne imposto l’unificazione tedesca cavalcando ragioni sentimentali (i fratelli divisi che si riabbracciano, un cuore un’anima…) e loro aderirono democraticamente. La sicurezza in Germania, soprattutto degli ultimi anni, non è più tale e questo lo dicono i tedeschi, i reati nel 2015 sono aumentati, fonte polizia federale, del 31,6% rispetto l’anno precedente e i principali responsabili sono extracomunitari. La frase “mai nella storia i tedeschi sono stati tanto bene” è un puro slogan di propaganda, non solo perché la signora Merkel negli anni ’80, anni di vero benessere per i tedeschi, viveva altrove ma anche perché la realtà tedesca è, tra la gente comune, molto diversa da quella che si vuole mostrare nei media oggi. La notevole differenza, soprattutto rispetto gli atteggiamenti culturali, ad esempio dei mussulmani nei confronti delle donne, e questo anche nella seconda generazione, pone un muro con gli stranieri soprattutto extraeuropei nell’ambito privato come mai si era vista prima. La politica tedesca ha manipolato e censurato l’informazione pubblica, soprattutto dopo gli episodi del capodanno di Colonia, nel tema principe che affligge la Germania (certamente conoscerà il report della fondazione Otto Brenner del 2017 con titolo “Die „Flüchtlingskrise“ in den Medien - Tagesaktueller Journalismus zwischen Meinung und Information“),le “gegenstimmen” (pareri opposti) vengono diffamate e sul quale l’AFD (e mi permetta è di destra ma non estrema; altrimenti NPD cosa sarebbe ?) sta crescendo nei consensi. Rimane da capire se i tedeschi, come disse la sig.ra Merkel nel 2015, riusciranno con il “Wir schaffen das”.

  3. Gastone L.

    "Ugo Volli dà una lettura davvero fuori dal coro, di questa Europa alle prese col fenomeno migranti e con la minaccia del terrorismo. Milano - «Sì, l'essenza vera del fascismo oggi sta nell'islam politico». Grande semiologo (è considerato l'erede di Umberto Eco), critico letterario per importanti giornali di sinistra, ebreo, Ugo Volli dà una lettura davvero fuori dal coro, di questa Europa alle prese col fenomeno migranti e con la minaccia del terrorismo. Professore, cos'è successo in Germania?«Il Paese ha una situazione economica ottima, non vive problemi politici particolari, ma Cdu e Spd hanno perso un quarto dei voti. È una sconfitta grave. Ma cosa è in gioco? Per me è molto chiaro che il punto è l'immigrazione ed è confermato dalla vittoria dell'Afd. Ma protagonisti non sono i partiti, sono gli elettori che hanno punito le forze di governo, come altrove».Un voto di protesta?«Non sono diventati tutti neo nazisti e non lo sono i quadri dell'Afd, che in parte arrivano dalla Cdu. È un voto di preoccupazione su un'agenda che i partiti non vogliono discutere. Come quelli che dicono: Votiamo ora lo ius soli. Strana concezione della democrazia, per cui le scelte decisive non si devono lasciare agli elettori».Malafede o ideologia?«C'è speculazione politica. Chi si oppone all'immigrazione è populista e i populisti sono neonazisti. È la reductio ad Hitlerum di Leo Strauss: chi dice cose che non ci piacciono è nazista. Ma in Italia il sistema politico si è rafforzato quando con Berlusconi sono stati integrati e sdoganati coloro che erano emarginati. Ho dato un'occhiata al manifesto elettorale dell'Afd, hanno una piattaforma liberale, oltre a ostentare una simpatia per Israele che per me è importante. Non bastano uscite folcloristiche o parole mal tradotte».Lei si definirebbe di sinistra oggi?«Io ho fatto il '68, nel Movimento studentesco, prima ero iscritto alla Fgci, poi non ho più fatto politica, la mia ultima tessera è del '72, a 23 anni. Ho avuto una progressiva presa di coscienza, come tanti, sul fatto che dicevamo assurdità, sciocchezze, non capivano niente. Poi ho sviluppato convinzioni progressiste, a lungo ho votato Pci, poi Pd. Oggi non mi identifico».Nelle comunità ebraiche il timore per le forze neofasciste è molto comprensibile.«Io sono un ebreo, molto attaccato alla sua identità. Difendo Israele come sola democrazia del Medio oriente, unico posto in cui donne, omosessuali e minoranze sono libere e in cui c'è spazio per i musulmani che vogliono pregare. La libertà dell'Europa si difende davvero sotto le mura di Gerusalemme. Mio padre fu cacciato da scuola nel '38, mio nonno messo confino, familiari vittime della shoah, mi sono sempre considerato antifascista e non ho alcuna simpatia per il negazionismo. Ma bisogna conoscere i nemici per guardarsene. Chi uccide gli ebrei oggi sono musulmani. E chi difende questo terrorismo sta soprattutto a sinistra».L'islam politico è il nuovo fascismo?«Sì, credo di sì. Organizzazione paramilitare, società organica e non aperta e liberale, odio per la democrazia. Sono caratteristiche che porta in modo sanguinoso quell'islam, ma anche certe organizzazioni di sinistra, che tappano la bocca a chi non la pensa come loro».

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