Come stanno andando le NBA Finals 201729 min read

2 Giugno 2017 Uncategorized -

Come stanno andando le NBA Finals 201729 min read

Reading Time: 24 minutes

Playoff NBA 2017: Eastern Conference Finals

BOSTON CELTICS (1) vs CLEVELAND CAVALIERS (2) 1-4

Gara 1: Boston 104 – Cleveland 117

Con la coppia James-Love autrice di 70 punti in due (32 per Love, career high nei Playoff) Cleveland domina Gara 1, nonostante i tanti giorni di inattività alle spalle. Per Boston da segnalare i 21 punti a testa della coppia Bradley-Crowder.

Gara 2: Boston 86 – Cleveland 130

Un primo tempo storico (+41, mai uno scarto così ampio nella storia dei Playoff) guida i Cavs alla tredicesima vittoria consecutiva nei Playoff (a cavallo di due stagioni), altro record NBA. 75 punti in tre per il trio dei Cavs (James – Irving – Love). Per Boston 19 punti di Jaylen Brown.

Gara 3: Cleveland 108 – Boston 111

Con Isaiah Thomas fuori per il resto della postseason, Boston ha un sussulto d’orgoglio e, rimontando dal -21 del 3° quarto, interrompe la striscia vincente dei Cavs con la tripla decisiva di Avery Bradley (20 punti). 27 per Smart. In casa Cavs, oltre ad una delle peggiori partite in carriera di LeBron James (11 punti e 8 palle perse), 29 per Irving e 28 per Love.

Gara 4: Cleveland 112 – Boston 99

Dopo un difficile primo tempo, con James limitato da problemi di falli (ma autore comunque di 33 punti), serve un fenomenale Kyrie Irving (42 punti, 19 nel terzo quarto) per firmare la prima vittoria casalinga della serie e portare Cleveland a 48′ dalla terza Finale NBA consecutiva. 17+17 per Love, 19 per Bradley e 18 per Crowder.

Gara 5: Boston 102 – Cleveland 135

I Cavs hanno fretta di chiudere la pratica, e volano già a +21 nel primo quarto in un primo tempo da 75 punti segnati. 35 punti per un super James, 24 per Irving; in casa Celtics, sempre costretti a inseguire, 23 per Avery Bradley.

Qui Celtics:

  • Boston non è mai stata in vantaggio, nemmeno per un minuto, in nessuna delle tre gare giocate in casa, concluse con uno scarto complessivo di 90 punti a favore di Cleveland. È la prima volta che succede una cosa del genere nella storia dei Playoff NBA.
  • Nonostante ciò, i Celtics hanno segnato almeno 10 tiri da 3 in 16 partite su 18 in questi Playoff.

Qui Cavaliers:

  • In Gara 5 LeBron James ha superato Michael Jordan diventando il miglior realizzatore ogni epoca nella storia dei Playoff NBA.
  • Da quando James è tornato in Ohio, i Cavs sono 36-5 ai Playoff contro le avversarie della Eastern Conference.
  • I 43 punti segnati nel primo quarto di Gara 5 sono stati record franchigia nella storia Playoff dei Cavs.

Playoff NBA 2017: Western Conference Finals

GOLDEN STATE WARRIORS (1) vs SAN ANTONIO SPURS (2) 4-0

 

Gara 1: Golden State 113 – San Antonio 111

Il turning point della partita è a metà del terzo quarto, quando Kawhi Leonard (26 punti e 8 rimbalzi fino a quel momento) cade sul piede di Pachulia girandosi la caviglia e San Antonio, saldamente in controllo della partita sul +23 a 20′ dal termine, subisce un 18-0 di parziale che gira moralmente la partita, con i Warriors che diventano la seconda squadra in questi playoff a vincere una partita rimontando da un -20 all’intervallo (Cleveland in Gara 3 contro Indiana) grazie ai 40 punti di Curry e 34 di Durant. Agli Spurs non bastano i 28 di Aldridge e i 17 di Manu Ginobili.

Gara 2: Golden State 136 – San Antonio 100

A differenza di Gara 1 i Warriors, complice l’assenza di Leonard, partono a mille chiudendo i primi 12′ sul +17 e volando verso la vittoria più larga della franchigia nei playoff dal 1948. Golden State, che ha 63 punti dalla panchina, è guidata dai 29 punti di Curry. In casa Spurs gli unici in doppia cifra sono Simmons (22, di cui 17 nel primo tempo) e Bertans (13 punti dalla panchina).

Gara 3: San Antonio 108 – Golden State 120

Parte bene San Antonio in Gara 3 (sempre senza Leonard), ma un ottimo secondo quarto di Golden State, unito alla prova dominante di Kevin Durant (33 punti e 10 rimbalzi, 19 punti nel terzo quarto) regala l’11° successo consecutivo in questi Playoff a Golden State. In casa Spurs 21 per un ottimo Ginobili e 17 per un mediocre Aldridge (7/17 dal campo).

Gara 4: San Antonio 115 – Golden State 129

Manu Ginobili, nella probabile ultima gara in carriera, parte in quintetto (chiude con 15 punti e 6 assist) ma non basta: i Warriors partono forte come in Gara 2 e resistono a tutti i tentativi di rientro degli Spurs grazie ai 36 di Curry e ai 29 di Durant. Il top scorer in casa texana è Kyle Anderson, con 20 punti a referto.

Qui Warriors:

  • Golden State è la prima squadra nella storia NBA a vincere le sue prime 12 partite dei playoff. Anche i Lakers nel 1989 e nel 2001 arrivarono alle Finali da imbattuti, ma all’epoca il primo turno si disputava al meglio delle 5 partite.
  • Le 6 vittorie esterne consecutive in questa postseason sono un altro record franchigia per Golden State. Le ultime 5 sono arrivate tutte in doppia cifra di scarto: i Warriors sono la seconda squadra NBA a riuscirci dopo Miami nel 2013.
  • I 498 punti segnati da Golden State nella serie pareggiano il record NBA dei Sixers 1978 per una serie terminata 4-0

Qui Spurs:

  • In Gara 3 Manu Ginobili è diventato il secondo giocatore della storia NBA, dopo Kareem Abdul-Jabbar, a segnare almeno 20 punti in una partita di Finale di Conference avendo almeno 39 anni.
  • È stata una serie deludente per LaMarcus Aldridge, mancato ad alti livelli quando ce ne era bisogno dopo l’infortunio di Leonard. L’ex Blazers ha chiuso con un deludente 4/11 dal campo in Gara 4.
  • Anche l’ultima serie di playoff giocata per intero da San Antonio senza Tony Parker, la Finale di Conference del 2001 contro i Lakers, era terminata con uno sweep subito dagli Spurs.

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Nato a Palermo nel 1992 e cresciuto in Uruguay a Montevideo, una vita universitaria tra Milano e Londra. Dopo un Master in Media cerco di farmi strada nel mondo dei miei sogni e divido la giornata tra l’NBA, Netflix e il viaggiare con la fantasia. Manu Ginobili è il mio eroe, ed Emma Watson ha cambiato la mia vita. Sogno di fare il giornalista sportivo da quando credevo ancora a Babbo Natale, e a volte mi chiedo se non fosse stato meglio sognare di fare il calciatore.
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