Palermo-Lazio, un risultato bugiardo2 min read

30 Settembre 2014 Uncategorized -

Palermo-Lazio, un risultato bugiardo2 min read

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Una delle caratteristiche del Palermo calcio negli ultimi 10 anni è stata quella di giocare partite divertenti. Al di là delle alterne fortune gli Zauli, i Corini, i Miccoli, i Pastore hanno sempre garantito il bel gioco, lo spettacolo però mai fine a se stesso.

Dopo due anni di noia nelle sfide con l’Inter e col Napoli quei tempi sembravano tornati, nei volti (e nei piedi) di Dybala, Vazquez e Belotti abbiamo finalmente rivisto la felicità di giocare a calcio, la voglia di giocarsela anche con le grandi, un’incoscienza spaccona che ci era mancata.

E il divertimento sembrava assicurato anche ieri sera, a cominciare dalla domanda d’esordio del genitore decano del tifo rosanero al momento dell’annuncio delle formazioni. Quel “C’è Bamba?” sparato così ingenuamente non poteva che suscitare l’ilarità scomposta e le risposte sarcastiche della maliziosa prole.

Durante la partita è arrivata però la lezione che forse serviva, quella che insegna che il calcio ha poco a che fare con la bellezza, la grazia, la giustizia, che puoi fare mille tunnel, dribblare un’intera squadra, creare azioni geometricamente perfette e toccarla solo di tacco ma se non la metti dentro quando è il momento arriverà il gol, brutto, sporco e cattivo dell’avversario.

E dopo quello potrebbero arrivarne un altro e un altro ancora, e alla fine quello che ti beffa, che consegna ai cartellini un risultato che forse è bugiardo ma che è abbastanza vero da lasciarti a zero punti e da consegnare, a chi non ha visto la partita, l’impressione di una squadra palloncino, capace di gonfiarsi a dismisura nelle trasferte difficili per poi esplodere in casa, di fronte al suo (comunque sempre comprensivo) pubblico.

Il Palermo di ieri, come il D’Alema di ieri, ha dimostrato che classe, tattica e strategia servono a poco se alla fine vincono i numeri, e i numeri hanno detto zero a quattro (e 20 a 130, nel caso del leader Massimo).

C’è poi chi si lamenta dell’arbitraggio, chi aspetta il ritorno di Munoz, chi già si è fatto prendere dall’angoscia di una nuova, possibile retrocessione. Forse quelli che mancano, in questi giovani dai piedi buoni, sono la maturità e il cinismo necessari per giocarsela alla pari nella serie maggiore, per rinunciare al dribbling in più ed arrivare meno stanchi sotto porta.

La squadra, e i singoli che la compongono, devono insomma crescere, se non in qualità quantomeno in quantità. Speriamo solo che questo campionato spietato gliene lasci il tempo.

Immagine| Football Italia

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A Palermo sin dal '600, sono un clan familiare sparso in giro per lo Stivale. Si riuniscono periodicamente presso il desco della nonna Ninetta. Il maggiore è emigrato a Milano per laurearsi in Comunicazione. Tra le sue passioni il teatro e i babbaluci al picchiopacchio della nonna. Ha fondato Plan Be. L'altro cugino quest'anno ha fatto il blogger, il copy, il cameriere, l'indoratore, il dottorando, il carpentiere, il bibliotecario. L'anno prossimo vorrebbe fare l'astronauta, il cardiochirurgo, l'apicultore e il ballerino.
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