Legge stabilità governo Renzi: le 10 cose che dovete sapere5 min read

17 Ottobre 2014 Politica Politica interna -

Legge stabilità governo Renzi: le 10 cose che dovete sapere5 min read

Reading Time: 5 minutes

Il governo Renzi sta attualmente preparando il testo definitivo della tanto discussa legge di stabilità per il 2015. Il documento è ancora in fase di elaborazione, intanto il premier Matteo Renzi mercoledì sera in conferenza stampa ha presentato il contenuto della sua manovra da 36 miliardi di euro con l’aiuto delle sue fidate slide. Vediamo assieme quali sono i 5 punti positivi e i 5 punti che non convincono.

Legge stabilità governo Renzi: le 10 cose che dovete sapere

Legge stabilità governo Renzi: le 10 cose che dovete sapere

Punti positivi

1) La conferma degli 80 € in busta paga: il Governo vuole rendere definitivo il bonus degli 80 €, stanziando 9,5 miliardi di euro di copertura. L’intento è quello di continuare a sostenere i consumi attraverso la distribuzione di liquidità nelle fasce di reddito più basse che di norma hanno una più alta propensione al consumo. Non è detto però che gli 80 euro verrano investiti e non utilizzati per risparmiare qualcosa in questi tempi di crisi. Il risparmio depotenzierebbe, come già avvenuto, l’effetto della manovra.

2) Sgravi per le imprese che assumono a tempo indeterminato. Novità importanti anche per il mondo del lavoro: le aziende di cui sopra non pagheranno i contributi per i neo-assunti per tre anni, ma sarà lo Stato ad accollarsi le spese contributive. A tale scopo verranno stanziati 1,9 miliardi di euro. L’iniziativa rientra nella più ampia riforma del Jobs Act, volta a creare un mercato del lavoro sì più flessibile ma meno precario. Questa formula sarebbe stata pensata in prospettiva dell’abolizione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori e della riforma sulle tipologie di contratto che comprende la revisione dei contratti di lavoro interinale.

3) Tagli, incentivi e mancati aumenti: con lo stanziamento di 5,9 miliardi l’esecutivo vuole cancellare la componente del lavoro sull’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive), favorendo in questo modo le imprese che vedranno ridursi l’ammontare di costi derivanti dalla tassazione regionale. Applaudono a gran voce Confindustria, Confocommercio e FederAlberghi. Il Governo associa anche un intervento in favore delle partite Iva mettendo a disposizione 0,8 miliardi e garantisce la mancanza di nuovi aumenti delle tasse per il nuovo stanziando a tale scopo 3 miliardi di euro.

4) Gli investimenti sulla scuola: il dibattito sulla riforma della Scuola, presentata da Renzi attraverso le famose slide, sta infiammando le piazze di tutta Italia. Non entreremo qui nel merito del contenuto della proposta, ma va sottolineato l’investimento di 0,5 miliardi che la legge di stabilità prevede per la scuola e gli 0,3 miliardi stanziati per la Ricerca e Sviluppo. Dopo anni di tagli su tagli e contro tagli, si torna finalmente a investire nella scuola pubblica. Certo si poteva fare qualcosa in più, ma continuare l’inversione di tendenza è già un punto importante.

5) Alcune voci di finanziamento. Finalmente a pagare non saranno “sempre i soliti”: 3,8 miliardi di euro da recuperare dall’evasione fiscale, 1 miliardo derivante dalle licenze delle slot machine e 3,6 miliardi derivanti dalla tassazione delle rendite finanziarie. L’intento del Governo è quello di andare a finanziare gli sgravi sulle famiglie e le imprese attraverso la raccolta di fondi a quelle realtà che fino ad ora, secondo l’opinione pubblica, hanno ricevuto un occhio di riguardo da parte delle istituzioni.

Legge stabilità governo Renzi: le 10 cose che dovete sapere

Punti negativi

1) 11 miliardi di deficit. Questo è uno dei punti più critici della manovra: per finanziare buona parte degli interventi è previsto un forte ricorso all’indebitamento pubblico, non considerando assolutamente il limite del 3% del rapporto defici/pil. Il Governo ha appositamente rimandato al 2017 l’obbiettivo del pareggio di bilancio, sperando che gli interventi da qui a 3 anni possano portare un crescita del Pil tale da compensare l’investimento iniziale. Renzi ha più volte sottolineato la necessità di superare la barriera del 3% per poter promuovere la crescita, ma non tutta l’Europa sembra condividere questa sua convinzione. Non è quindi detto che le istituzioni europee appoggino la manovra e anzi obblighino l’esecutivo a rivedere parte delle fonti di finanziamento, col rischio di ridimensionare anche quelle di impiego. Capiremo solo col testo definitivo quanto questo rischio sia reale o meno.

2) La spending review: per il momento questo è uno dei punti più fumosi di tutta la manovra. Si parla di tagli alla sanità pubblica e alle istituzioni (le opposizioni accusano tagli alla spesa sociale), ma ancora non emerge niente di chiaro dalle bozze in discussione nel Consiglio dei Ministri. Anche qui, vedremo solo col testo definitivo quali saranno le voci di bilancio che subiranno un forte ridimensionamento per andare a raccattare quei 15 miliardi promessi dal Governo.

3) Gli enti locali: una buona parte dei tagli promessi andranno, a quanto pare, a pesare sui bilanci degli enti locali, che si dicono già pronti a dare battaglia. La minaccia di un aumento di tassazione a livello locale fatta dagli enti interessati rappresenta un forte pericolo per la stabilità della manovra, in quanto renderebbe praticamente nulli gli interventi volti a favorire famiglie ed imprese. Le rappresentanze di Comuni e Regioni hanno perciò chiesto un incontro con l’esecutivo per discutere i contenuti della legge di stabilità su questo punto e trovare un accordo che non vanifichi il lavoro svolto fin’ora.

4) TFR in busta paga: anche qui sua poca chiarezza. Il Governo è deciso nel voler perseguire l’iniziativa, ma non dà una lettura chiara su quelle che saranno al momento le implicazioni reali: da quanto trapela dalle bozze, infatti, sembra che sulla quota che mensilmente verrebbe versata in busta paga verrà applicata una tassazione tale per cui a beneficiare del TFR anticipato sarebbero solo coloro con un reddito inferiore a 15.000 € annui. Questo garantirà liquidità maggiori per i redditi più bassi e introiti fiscali più alti per lo stato sui redditi più alti. Ad evidenziare la fregatura è la Fondazione studi dei Consulenti del Lavoro. Ribadiamo che ancora non è presente nessun testo definitivo, ma se così fosse Renzi dovrà essere molto più chiaro nelle sue dichiarazioni nei confronti dei lavoratori, altrimenti l’effetto boomerang negativo potrebbe essere fatale per la sua immagine.

5) La mancanza di fondi per la messa in sicurezza del territorio: dopo le ultime inondazioni che hanno colpito Genova e Parma, in molti si aspettavano uno stanziamento di fondi per la bonifica e messa in sicurezza delle zone a rischio su tutto il territorio nazionale. Un’iniziativa del genere, oltre a scongiurare altre tragedie come quelle degli ultimi anni, creerebbe nuovi posti di lavoro permettendo il rilancio economico di molte piccole realtà. I piccoli indotti creati a livello locale potrebbero portare ad una crescita globale a livello nazionale. Il Governo sembra però voler rimandare questo tipo di interventi, prevedendo comunque un fondo per far fronte alle emergenze. Speriamo che nel frattempo non piova.

CONDIVIDI

Fiorentino di nascita, Web Marketing Specialist per diletto e Nerd di professione. Si nutre di cultura pop e vive la sua vita perennemente in direzione ostinata e contraria. Per Le Nius supporta l'area editoriale, in ambito politica, e l'area social. matteo@lenius.it
5 Commenti
  1. Fabio Colombo

    si sa qualcosa di più su che tipo di interventi sono previsti per le partite Iva o anche qui bisognerà attendere il testo?

  2. dav1de

    "L’imposta sostitutiva per chi ha ricavi sotto i 30 mila euro attualmente viaggia al 5%, ma è destinata agli under 35, e solo per i primi cinque anni di attività. Dal 2015 salirà al 15%: in cambio, però, verrà estesa a tutti, senza limite d’età e di tempo e su una fascia di ricavi tendenzialmente più vasta"

  3. dav1de

    Insomma il regime dei minimi verrà triplicato per abbassare gli altri. Altra mazzata.

  4. Fabio Colombo

    ma per chi ha già il regime dei minimi si trasforma subito da 5 a 15 o solo dopo i 5 anni? Cioè, ha effetto solo sulle nuove partite Iva o anche sulle vecchie?

    • dav1de

      Sembra le vecchie possano scegliere e quindi presumibilmente rimanere al 5%. Bisognerà vedere il testo per esserne sicuri.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Iscriviti alla niusletter e resta aggiornato

Lascia la tua email qui sotto e rimani aggiornato con le ultime novità dal Blog di Le Nius
Puoi annullare l’iscrizione in qualsiasi momento facendo clic sul collegamento nel footer delle nostre e-mail. Per informazioni sulle nostre pratiche sulla privacy, trovi il link qui sotto.

Su cosa Vuoi Rimanere Aggiornat*?

Scegli lo scopo per cui vuoi ricevere le nostre Niusletter. Scegli almeno un’opzione per permetterci di comunicare con te

TORNA
SU