10 donne che hanno rivoluzionato la scienza23 min read

17 Agosto 2021 Genere -

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Antropologa

10 donne che hanno rivoluzionato la scienza23 min read

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8. Donne nella scienza: Rachel Carson

Rachel Louise Carson portrait

Rachel Carson (1907-1964) è stata una biologa statunitense, che ha ispirato la nascita del movimento ambientalista negli Stati Uniti e nel mondo.

Nata nel 1907 in Pennsylvania, da ragazza è appassionata di storie di esplorazioni e di viaggi per mare, e legge i romanzi di Conrad, Melville e Stevenson. Si iscrive al corso di letteratura inglese ma presto passa a biologia, proseguendo poi la ricerca in biologia marina, che diventa la sua vera passione.

La sua famiglia però non è benestante e nel 1935 Carson è costretta ad abbandonare la carriera universitaria a causa delle ristrettezze economiche, lavorando part time presso il Bureau of Fisheries, il dipartimento del governo che si occupa della fauna ittica. Inizia qui a dedicarsi alla rubrica settimanale di divulgazione scientifica trasmessa dalla radio del dipartimento, che in breve acquisisce molti ascoltatori. L’anno seguente Carson ottiene un posto a tempo pieno che manterrà per vent’anni, assumendo poi la direzione editoriale delle pubblicazioni del dipartimento.

Nel 1941 esce il suo primo saggio Under the Sea Wind – oggi inserito nella collana Pinguin Nature Classics – sugli ecosistemi marini. Il secondo, The Sea Around Us, vince il National Book Award e diventa un bestseller. Dopo questo successo, Carson può dedicarsi interamente alla divulgazione scientifica, e si trasferisce nel 1954 nel Maine. In questo periodo inizia il suo impegno di denuncia per la protezione della natura.

Nel 1955 la pubblicazione di The Edge of the Sea completa la sua trilogia sul mare. Dai tre libri emerge l’idea alla base del suo pensiero, che sarà centrale nella cultura ambientalista: ogni organismo vivente, quale che sia la sua dimensione, è parte di una comunità più ampia, dove tutto è interconnesso secondo regole sconosciute che determinano i rapporti tra l’ecosistema e tutti i suoi abitanti.

Nel 1958 i membri di un’associazione che si batte contro l’uso di pesticidi sui campi avviano una campagna per limitare il crop dusting, la pratica di disinfestazione mediante aerei che irrorano il territorio con insetticidi. Carson decide allora di condurre una rigorosa ricerca – durata quattro anni – sui danni all’ambiente e all’uomo provocati dal DDT, l’insetticida più diffuso all’epoca. Nel 1962 manda il suo lavoro al New Yorker con il titolo Primavera silenziosa, nel quale registra i casi documentati degli effetti tossici del DDT sul fegato, sul sistema riproduttivo e sul sistema nervoso di animali e uomini. Il libro ha un successo immediato anche grazie al suo approccio divulgativo, superando un milione di copie vendute entro soli due anni.

L’industria chimica scatena una campagna di denigrazione contro la scienziata. Ma il governo statunitense non può più ignorare la questione e Carson viene invitata nel 1963 in televisione in uno scontro diretto, e poi davanti al Congresso per esporre la sua ricerca. Pochi giorni dopo il governo raccomanda l’abbandono graduale del DDT, che verrà vietato nel 1972 su tutto il territorio USA dal Presidente Nixon.

Rachel Carson muore poco dopo, nel 1964. Il suo attivismo e le sue ricerche sono ancora oggi di ispirazione per i movimenti ambientalisti di tutto il mondo. Nel 1980 Jimmy Carter le assegna la Presidential Medal of Freedom, il più alto riconoscimento civile degli Stati Uniti.

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Antropologa, si interroga su come la società occidentale possa cambiare il rapporto annichilente che intrattiene con la Terra e gli altri animali. Scrive di questi temi ed è convinta che le scienze sociali dovrebbero dare di più alla divulgazione. marianna@lenius.it
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