10 donne che hanno rivoluzionato la scienza23 min read

17 Agosto 2021 Genere -

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Antropologa

10 donne che hanno rivoluzionato la scienza23 min read

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6. Donne nella scienza: Margherita Hack

margherita hack
Foto: Festival della Scienza

Margherita Hack (1922–2013) è stata un’astrofisica italiana, prima donna a vincere una cattedra in università in questa disciplina e a dirigere un Osservatorio astronomico. Nata a Firenze nel 1922, è figlia unica di un contabile e di una miniaturista alla Galleria degli Uffizi. Il padre è protestante e la madre cattolica, ma Margherita resterà atea per tutta la vita.

Vegetariana convinta, coltiva una forte spiritualità connessa alla natura, all’universo e agli animali. Durante gli anni del fascismo, si diploma al liceo classico, è un’ottima atleta e partecipa alle adunate e agli eventi del regime. La sua vicinanza al fascismo si interrompe nel 1938, con l’introduzione delle leggi razziali.

Due anni dopo si iscrive alla Facoltà di Fisica a Firenze, una delle pochissime donne all’epoca a seguire un percorso scientifico. Nel gennaio 1945, durante la liberazione di Firenze dai tedeschi, Hack si laurea con una tesi sulle stelle di tipo Delta Cephei. La spettroscopia stellare diventerà il suo principale campo di ricerca: il trattato Stellar Spectroscopy, scritto insieme all’astronomo russo-statunitense Otto Struve, è considerato un testo fondamentale in questo campo.

Comincia quindi la sua carriera accademica girando diverse università nel mondo: Milano, Parigi, Utrecht, Berkeley. Negli anni cinquanta inizia a scrivere di scienza per quotidiani e riviste, inaugurando la sua attività di divulgatrice che la porterà poi a fondare nel 1979 la rivista L’Astronomia e successivamente a dirigere Le Stelle.

Dopo il rientro in Italia, nel 1964 Hack vince la cattedra di professoressa ordinaria all’Università di Trieste, prima donna in Italia a ricoprire quel ruolo nel campo dell’astronomia, e ottiene, di diritto, l’incarico di direttrice dell’Osservatorio astronomico di Trieste. All’epoca l’osservatorio triestino era ultimo in Italia per attività di ricerca e strumentazioni, ma nei 20 anni sotto la guida di Hack diventerà un punto di riferimento internazionale.

Oltre a centinaia di pubblicazioni scientifiche, scrive testi universitari e libri di divulgazione di grande successo. Come ricorda l’astrofisico Gianluca Ranzini, che con Hack ha scritto due libri, “Negli anni ha raggiunto una popolarità presso il grande pubblico che non ha uguali per un ricercatore italiano; ha portato la scienza nelle case di tutti. La cosa forse più bella è che è accaduto in modo naturale, per la sua verve innata e la sua capacità di comunicare, non certo perché fosse in cerca di popolarità”.

Si impegnerà anche in politica e sarà in prima linea per difendere con passione le sue opinioni in molte battaglie civili, come quella a favore dell’eutanasia, che lei appoggia perché, dice, “la vita e la morte appartengono all’uomo e non a Dio”. Muore nel 2013, a 91 anni.

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Antropologa, si interroga su come la società occidentale possa cambiare il rapporto annichilente che intrattiene con la Terra e gli altri animali. Scrive di questi temi ed è convinta che le scienze sociali dovrebbero dare di più alla divulgazione. marianna@lenius.it
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