10 donne che hanno rivoluzionato la scienza23 min read
Reading Time: 17 minutes4. Françoise Barré-Sinoussi
Françoise Barré-Sinoussi (1947) è una virologa francese che ha scoperto il virus dell’HIV con Luc Antoine Montaigner ed è stata con lui insignita del Premio Nobel per la medicina nel 2008.
Nata a Parigi, è da sempre appassionata di ambiente e natura, tanto che nel 1966 si iscrive alla Facoltà di Biologia. Gradualmente, il suo interesse di ricerca si sposta verso la biochimica e nel 1971, durante la specializzazione, diventa volontaria presso il centro di immunologia dell’Istituto Pasteur di Parigi, guidato dal virologo Jean-Claude Chermann.
Non ha ancora concluso gli studi universitari, ma Barré-Sinoussi è talmente devota alla ricerca in laboratorio che vi impiega tutto il suo tempo. La sua ricerca presso l’istituto si concentra sull’analisi di una molecola sintetica (l’HPA23), che è in grado di bloccare l’attività della DNA polimerasi, enzima caratteristico dei retrovirus capace di sintetizzare il DNA delle cellule ospiti anche a partire dall’RNA.
In seguito alla specializzazione, nel 1974 consegue il dottorato per poi trasferirsi negli Stati Uniti, dove lavora presso il National Cancer Institute del National Institutes of Health. Quattro anni dopo torna in Francia e accetta un nuovo incarico all’Istituto Pasteur, dove occuperà poi un posto di professoressa e dirigente di ricerca.
Nel 1981 si verificano i primi casi accertati di HIV, già presente in diverse zone del mondo. L’anno dopo, la malattia legata a questo virus assume il nome di AIDS (Acquired Immune Deficiency Syndrome) ma non se ne conoscono ancora le cause. Il team di ricerca del Pasteur inizia subito a lavorarci, partendo dall’ipotesi che nella malattia possa essere implicato il retrovirus che causa la leucemia a cellule T (HTLV).
Il gruppo guidato da Luc Montagnier con Françoise Barré-Sinoussi nel 1983 scopre che la malattia è effettivamente provocata da un retrovirus. Ma non è l’HTLV: poco dopo il retrovirus viene osservato per la prima volta al microscopio elettronico e il 20 maggio dello stesso anno Barré-Sinoussi e colleghi pubblicano su Science l’articolo in cui annunciano la scoperta; il retrovirus sarà rinominato HIV (Human Immunodeficiency Virus) nel 1986.
Nel 1984 Francoise si reca in Africa per toccare con mano la realtà dell’AIDS, ormai diventata piaga dagli effetti distruttivi. Nel corso di questi anni cambierà la percezione dell’opinione pubblica, che si renderà conto che non si tratta di una malattia limitata agli omosessuali e ai tossicodipendenti ma di una vera e propria epidemia.
La scienziata negli anni novanta prosegue la ricerca sull’AIDS e si spende anche nella divulgazione scientifica. Dal 2005 è direttrice dell’unità sulle infezioni retrovirali all’Istituto Pasteur. Solo decenni dopo la loro scoperta, nel 2008, Françoise Barré-Sinoussi e Luc Montagnier riceveranno il premio Nobel per la medicina.