10 donne che hanno rivoluzionato la scienza23 min read
Reading Time: 17 minutesEscluse per secoli dall’istruzione formale, dalle carriere accademiche e dalle professioni scientifiche, le donne hanno comunque dato un contributo enorme alla scienza. Lo hanno fatto per passione, per curiosità intellettuale, guidate da una strenua determinazione a non sottostare alle imposizioni dettate dalla società. Spesso i loro meriti sono stati riconosciuti solo tardivamente. Le 10 donne nella scienza di cui raccontiamo qui la vita sono accomunate, oltre che dal loro talento e dalla loro applicazione, dalle lotte che hanno dovuto combattere per poter studiare e fare ricerca in un contesto sociale dove il ruolo di scienziata non era previsto.
Donne come Rosalind Franklin, che nell’ambiente misogino del King’s College di Londra scopre la struttura ad elica del DNA e ne scatta la prima foto, e come Lise Meitner, che per prima scopre il processo di fissione nucleare, entrambe misconosciute da una giuria del premio Nobel che premia solo il lavoro dei loro colleghi maschi.
10 donne nella scienza che, di fronte a mille ostacoli – dalla guerra, alla povertà e alle discriminazioni in quanto donne e a volte anche in quanto ebree – sono andate avanti nella direzione ostinata e contraria ai loro tempi, contribuendo a fare la storia e a sfondare un muro, quello del sessismo nella scienza, che sembra spesso infrangibile.
1. Ada Lovelace
Ada Lovelace (1815-1852) è stata una matematica inglese, la prima programmatrice della storia. Nata nel 1815 a Londra, Augusta Ada Byron è figlia del celebre poeta Lord Byron e della matematica Anne Isabelle Millbanke. Il padre abbandona la famiglia quando la bambina è ancora neonata, e la madre indirizza Ada verso lo studio delle materie scientifiche.
All’età di 19 anni, ad un incontro mondano tra figure del mondo scientifico, Ada entra in contatto con il matematico Charles Babbage che mostra agli invitati la macchina differenziale, un’apparecchiatura meccanica alla quale stava lavorando, sviluppata per tabulare funzioni polinomiali. Inizia qui la collaborazione tra i due, che negli anni si occuperanno poi della macchina analitica, il primo prototipo di un computer meccanico ideato da Babbage e sviluppato per eseguire compiti generici.
Nel 1835 Ada si sposa con il conte di Lovelace, dal quale prende il cognome e il titolo di Onorevole Contessa. Nel 1840, dopo vari anni di studi e perfezionamenti, Babbage viene invitato a tenere un seminario sulla macchina analitica al secondo Congresso degli scienziati italiani, a Torino. L’ingegnere italiano e futuro primo ministro del Regno d’Italia Luigi Federico Menabrea si appassiona del progetto di Babbage e pubblica uno scritto al riguardo nel 1842.
Babbage chiede allora ad Ada Lovelace di tradurre il saggio di Menabrea in inglese e di aggiungere eventuali note. È qui che la scienziata fornisce il suo più importante contributo, relativo alla possibilità della macchina di elaborare informazioni anche non numeriche. La traduzione e le note di Ada vengono pubblicate l’anno seguente. Nella nota G di questo importante articolo, Lovelace inserisce un algoritmo che avrebbe permesso alla macchina di calcolare un elemento della serie dei numeri di Bernoulli senza dover calcolare i precedenti. L’algoritmo elaborato da Lovelace rappresenta il primo programma mai creato per un calcolatore: si tratta del primo esempio di software nella storia.
Ada Lovelace muore a 36 anni per un cancro uterino. Tra le donne nella scienza, viene spesso ricordata come la prima programmatrice di computer al mondo, avendo gettato le basi della moderna informatica.