Diario olimpico: Rio 2016, tempo di bilanci28 min read
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– Viva la Rai –
Avrei preferito gli anni ‘80, un unico canale Rai a trasmettere le Olimpiadi e le gare in fila una dopo l’altra, alcune in diretta e alcune in differita, senza saperlo. Ma almeno una alla volta.
In una delle più belle giornate olimpiche della storia italiana, è successo tutto nell’arco di un paio d’ore, per lo più contemporaneamente. Ho chiesto aiuto a ogni task del mio reparto multitasking per poter seguire il ciclismo e il tiro a volo, la scherma e i tuffi, il judo e il tiro con l’arco. Un paio di tv, un pc e un ipad sono bastati.
Quando Elisa Longo Borghini arriva terza al termine di un bellissimo inseguimento alla povera americana Abbott, sono passate da pochi minuti le 21:00. Ci sono i primi tuffi di Tania Cagnotto e Francesca Dallapè, che ancora non sanno che stanno andando a prendersi il primo, meritatissimo argento olimpico dietro alle solite inarrivabili cinesi.
Nel mio reparto streaming – viva la Rai e la sua copertura olimpica, davvero – si seguono le semifinali di tre atleti che molti di noi non hanno mai sentito nominare, sprovvisti alcuni di una pagina Wikipedia per potersi fingere informati. Fabio Basile e Odette Giuffrida sono due judoka (sempre che judoka al plurale resti judoka) di poco più di vent’anni. Daniele Garozzo è un giovane spadaccino del fioretto, forse l’unica disciplina olimpica in cui siamo un po’ Cina anche noi.
Li abbiamo seguiti e accompagnati fino in finale, cercando di imparare regole di sport che non ci saranno mai troppo chiare. Provando a capire i punteggi del judo, abbiamo imparato che si può vincere anche con una mossa sola, come ha fatto il nostro Fabio. E siamo rimasti in bilico e in attesa, ogni volta che si accendevano contemporaneamente la lucina verde e quella rossa del fioretto, in attesa di capire se il punto era azzurro oppure no.
Poco dopo le 23:00 avremo due ori, due argenti e un bronzo in più nel medagliere, saremo momentaneamente davanti alla Cina e agli Stati Uniti, e potremo sentire finalmente l’inno di Mameli risuonare durante le premiazioni, ma anche nelle magnifiche e anacronistiche clip immediate di mamma Rai che pure se sta facendo un lavoro meraviglioso ci tiene a non dimenticare la sua anima anni ‘80.
Abbiamo vissuto una giornata che è l’essenza dei giochi olimpici. Cinque medaglie in un giorno, quasi tutte in sport poco conosciuti e da gente che fino a due giorni fa non conoscevamo. Sudate e inaspettate. Le più belle.
Diario olimpico: Giorno 3