Cosa succede in Venezuela | Guaidó e Maduro si contendono il potere63 min read

16 Maggio 2019 Mondo Politica -

Cosa succede in Venezuela | Guaidó e Maduro si contendono il potere63 min read

Reading Time: 44 minutes

Cosa succede in Venezuela: Aggiornamento 14 agosto 2017
Lo scorso 30 luglio in Venezuela si sono tenute le elezioni per l’elezione dell’Assemblea Costituente incaricata di riscrivere la Costituzione chavista del Paese. Il giorno delle elezioni si sono verificati violenti scontri fra i manifestanti dell’opposizione e la polizia che hanno provocato la morte di 14 persone. Tutto questo sotto l’occhio impassibile del governo che continua a definire la situazione “normalizzata” malgrado le quotidiane scene di guerriglia urbana.

La nuova costituente

Venerdì 4 agosto si è insediata la nuova Assemblea Costituente del Venezuela, voluta dal Presidente Nicolas Maduro ma fortemente osteggiata dalle opposizioni. L’Assemblea è composta da 545 membri, tutti apparentemente allineati alla condotta del Presidente venezuelano, come ha riportato il the Guardian. La costituente è così composta: 181 membri su 545 sono rappresentanti eletti di determinati gruppi sociali (pensionati, indigeni, contadini e studenti); i 364 membri rimanenti sono stati eletti attraverso le elezioni organizzate nei distretti municipali. I candidati totali erano circa seimila. Per quanto riguarda l’affluenza, secondo i dati rilasciati dal governo, avrebbe votato il 41,5% degli aventi diritto, pari a 8 milioni di persone. Secondo l’opposizione, che aveva chiesto di boicottare il voto, il tasso di astensione avrebbe invece raggiunto addirittura l’88%. Anche la società che ha gestito il voto discorda con le cifre rilasciate dal governo, ma ancora non sarebbero stati diffusi altri dati. Dal giorno delle elezioni la tensione è cresciuta in tutto il Paese: 14 sono stati i morti provocati dagli scontri e fra loro anche il candidato alla costituente per l’opposizione Jose Felix Pineda Marcano, ucciso nella propria abitazione. Gli avversari di Maduro hanno alzato prepotentemente la voce dopo i fatti gravi del 30 luglio, ma la repressione non si è placata: oltre agli scontri in piazza, i due leader dell’opposizione Antonio Ledezma (sindaco di Caracas) e Leopoldo López sono stati portati via dai servizi segreti venezuelani due giorni dopo il voto e costretti nuovamente agli arresti domiciliari.

L’opposizione internazionale

Dalla prigionia, Leopoldo Lopez ha invitato la comunità internazionale a non riconoscere legittima la nuova Assemblea Costituente e a prestare il proprio supporto nella resistenza a Maduro. Molti Paesi dell’America Latina hanno accolto l’appello di Lopez prendendo le distanze dall’iniziativa del Presidente colombiano: Messico, Colombia, Perù, Argentina e Cile parlano infatti di voto “illegittimo”. Anche gli Stati Uniti hanno condannato le violenze e stanno valutando l’ipotesi di imporre sanzioni contro l’industria petrolifera venezuelana. Gli USA sono i primi importatori del greggio venezuelano e una stretta commerciale rischierebbe di peggiorare ancora di più un’economia ormai più vicina che mai al collasso. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Heather Nauert in una nota ufficiale ha espresso la posizione della Casa Bianca rispetto alla crisi venezuelana:

L’America prenderà misure ferme contro i membri del Governo venezuelano e il resto degli architetti dell’autoritarismo nel Paese, inclusi i partecipanti all’Assemblea Costituente come risultato dell’elezione di ieri. Esortiamo i governi di tutto il mondo a prendere misure energiche per fermare coloro che minano la democrazia, negano i diritti umani e sono responsabili della violenza e della repressione o partecipano a pratiche corrotte.

Anche il Presidente Trump è intervenuto sulla questione e non ha usato mezzi termini per definire la posizione dell’America nei confronti del Presidente Maduro:

Abbiamo molte opzioni per il Venezuela, e non escludo l’opzione militare. Il Venezuela non è così lontano dai, e la gente nel paese sta soffrendo e morendo.

La dichiarazione, rilasciata al termine di un incontro con il segretario di Stato Rex Tillerson e l’ambasciatore USA all’Onu Nikki Haley, e il rifiuto di Trump a un colloquio telefonico con Maduro, hanno provocato una spaccatura diplomatica fra Stati Uniti e Venezuela. Secondo il ministro della difesa venezuelano Vladimir Padrino:

La minaccia degli Usa di utilizzare la forza in Venezuela è una pazzia. Si tratta di un atto folle, di un atto di supremo estremismo.

A condannare la condotta di Maduro è anche il Vaticano. La Santa Sede, su volontà di Papa Francesco e per mano della sua Segreteria di Stato, ha rilasciato un comunicato ufficiale in cui si chiede apertamente al Presidente venezuelano di fare un passo indietro: nella nota viene espressa “profonda preoccupazione per la radicalizzazione e l’aggravamento della crisi” e viene chiesto di “evitare o sospendere le iniziative in corso come la nuova Costituente”. La nota fa anche presente che Papa Francesco “segue da vicino tale situazione e i suoi risvolti umanitari, sociali, politici, e anche spirituali”.

Gli oppositori di Maduro continuano a mobilitarsi e sembra che alcuni militari abbiano tentato di rovesciare Maduro con un vero e proprio Colpo di Stato. Domenica 6 agosto viene diffuso on-line un video dove il capitano Juan Caguaripano annuncia la rivolta militare contro “la tirannia assassina di Nicolás Maduro” col sostegno di diversi ufficiali e truppe attive. Poco dopo la pubblicazione del video, un gruppo di soldati venezuelani ha attaccato una base militare di Valencia, nel nord-ovest del paese, apparentemente come primo atto di rivolta. I militari lealisti del governo di Nicolas Maduro sono riusciti tuttavia a difendere la base militare, bloccando l’insurrezione e arrestando sette persone. Diversi esponenti del governo venezuelano hanno riportato la vicenda come vero e proprio “attacco terroristico”.

Le prime mosse della nuova Costituente

Appena dopo l’insediamento, la nuova Assemblea Costituente si è attribuita poteri assoluti scavalcando l’autorità di tutte le altre cariche dello Stato. L’assemblea ha eletto come proprio Presidente Delcy Rodriguez, ex ministra degli Esteri e forte sostenitrice di Maduro. Eletta all’unanimità, la Rodriguez ha definito “fascisti” quelli che si oppongono a Maduro e ha affermato che l’Assemblea si rifiuterà di subire “interferenze straniere”. Inoltre, la costituente ha subito confermato Nicolas Maduro come Presidente, Capo di Stato e di governo e Comandante in Capo delle Forze armate nazionali.

Il primo atto dell’assemblea è stata la rimozione con voto unanime della procuratrice generale Luisa Ortega Diaz, unica carica dello Stato rimanente in aperto contrasto col Presidente. Il suo incarico sarà ricoperto da Tarek William Saab, molto più allineato con la strada indicata da Maduro. Secondo le dichiarazioni del Presidente Venezuelano, la Costituente rimarrà in carica per i prossimi due anni col compito di redigere una nuova Costituzione e, nel frattempo, sostituire di fatto il Parlamento nelle sue funzioni principali.

Questa è una dittatura

è stato il commento di Luisa Ortega l’indomani delle elezioni e poco prima di essere destituita dal suo incarico. Le violente proteste di strada contro Maduro durano ormai da quattro mesi e sono costate la vita ad almeno 120 persone. Tuttavia, il leader venezuelano continua a godere di una forte popolarità fra i suoi sostenitori e della lealtà dei generali, che gli garantisce la totale immunità nei confronti degli oppositori interni.

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Fiorentino di nascita, Web Marketing Specialist per diletto e Nerd di professione. Si nutre di cultura pop e vive la sua vita perennemente in direzione ostinata e contraria. Per Le Nius supporta l'area editoriale, in ambito politica, e l'area social. matteo@lenius.it
3 Commenti
  1. Massimo Gilardi

    Un brillante collage della politica internazionale sul Venezuela. Peccato che la scelta abbia privilegiato le fonti di destra. Non una volta, ripeto, nemmeno una, è successo in tutto l'articolo/collage che sia stata usata una fonte un poco meno che dalla parte dell'interventismo in Venezuela. Una forma davvero singolare di fare informazione e soprattutto di fare controinformazione. Non ci siamo amici carissimi; nulla di nuovo sul fronte occidentale.

  2. Davide

    Massimo, accogliamo di buon grado la tua critica. A noi però non pare tutta un'orchestrazione della destra venezuelana, per altro non messa benissimo: Maduro ci sta mettendo molto del suo in questo caos.

  3. Antonietta Antonucci

    La mia famiglia vive in Venezuela e da quando Chávez era presidente la situazione era andata a peggiorare. Maduro poi ha finito l'opera. Ma quando Papa Francesco è stato eletto si è affacciata una speranza......forse qualcosa stava per cambiare. Niente: Fame e morte oltre che una svalutazione senza misura. Poi la speranza con Guaido' e ancora lotta e sofferenze er il popolo venezuelano, perché non tutti capiscono ciò che succede in questa nazione. Lottiamo per la libertà del Venezuela

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