Cosa si intende per turismo sostenibile e come praticarlo7 min read

25 Ottobre 2021 Ambiente -

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Naturalista, cambiamenti climatici

Cosa si intende per turismo sostenibile e come praticarlo7 min read

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Il turismo è un settore cardine dell’economia globale: contribuisce a creare posti di lavoro, attira capitali e opportunità di investimento, aumenta entrate fiscali e, in generale, il reddito di una destinazione migliorandone spesso la qualità della vita.

Nel 2019 l’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) ha registrato un flusso turistico di 1,5 miliardi di persone che, grazie a tariffe aeree sempre più convenienti e a strutture ricettive sempre più abbordabili, hanno potuto muoversi e raggiungere mete fino a qualche decennio fa impensabili.

La tendenza alla crescita del turismo ha garantito un aumento continuo dei posti di lavoro arrivando ad occupare 334 milioni di persone e contribuendo a generare il 10,4% del PIL globale nel 2019 (pari a 9,2 milioni di dollari). Numeri ancora più interessanti se si pensa che, in un’economia globale ancora non pienamente risollevata dalla crisi economica del 2008, circa 1 nuovo lavoro su 4 era collegato proprio al turismo.

Sono dati naturalmente pre-pandemia. Il turismo nel 2020 ha subito un crollo senza precedenti, ma è immaginabile che in qualche anno potrà riprendere la sua parabola crescente. Questo periodo di non-turismo forzato ha messo in ulteriore evidenza un altro aspetto da considerare.

La crescita del settore turistico comporta una serie di impatti non trascurabili sulle comunità locali. Queste ultime potrebbero non essere pronte o disponibili ad accogliere ingenti flussi di persone, così come potrebbero non essere disposte ad accettare l’aumento del costo della vita, al quale, spesso, una crescita del settore turistico conduce. A questo si aggiungono gli impatti sulle infrastrutture, suscettibili di non reggere alla nuova pressione, sull’ambiente e la biodiversità, generando degrado e scatenando sentimenti di rifiuto e astio da parte della comunità locale.

Per questo motivo, da alcuni anni sta prendendo piede un nuovo approccio che può essere riassunto nella definizione di “turismo sostenibile”. Ma cosa si intende per turismo sostenibile? Quali sono le scelte che rendono un viaggio sostenibile?

Cosa si intende per turismo sostenibile?

L’Organizzazione Mondiale del Turismo dà una prima definizione di turismo sostenibile nel 1993, stabilendo che esso deve “soddisfare le esigenze dei turisti e dei luoghi ospitanti, garantendone la tutela e la creazione di nuove opportunità future”.

Qualche anno dopo, nel 1995, la Dichiarazione di Lanzarote compie un passo ulteriore inserendo l’ambiente tra gli aspetti da considerare nel settore turistico. Il turismo sostenibile deve, quindi, “essere ecologicamente sostenibile nel lungo termine, economicamente accettabile ed eticamente e socialmente equo nei confronti delle comunità locali”, assumendo una chiara connotazione inclusiva nei confronti della popolazione ospitante.

Nel 2001 viene battezzata dalla UNWTO la definizione tuttora universalmente accettata di cosa si intende per turismo sostenibile, ossia quel settore capace di:

garantire la gestione di tutte le risorse in modo tale che le necessità economiche, sociali ed estetiche possano essere soddisfatte mantenendo l’integrità culturale, i processi ecologici essenziali, la diversità biologica e i sistemi di supporto alla vita del paese ospitante.

Tale accezione di cosa si intende per turismo sostenibile comprende cinque pilastri chiave: una crescita economica inclusiva e sostenibile dei luoghi, l’inclusione sociale, la riduzione della povertà, un uso efficiente e la tutela delle risorse naturali, il rispetto dei valori culturali e la possibilità di includere azioni di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici.

Differenze tra turismo sostenibile e turismo responsabile

Sull’onda dell’attenzione per le tematiche dell’equità e dell’inclusione, negli ultimi anni alla definizione di turismo sostenibile se n’è aggiunta una nuova che considera maggiormente il valore delle azioni individuali e l’impatto sulle comunità locali: il turismo responsabile.

Quest’ultimo mira a promuovere un impatto economico, sociale e ambientale positivo sulle destinazioni ospitanti e lo fa facendo leva sui singoli attori. Esso considera il modo in cui i visitatori, i residenti e le imprese interagiscono con una destinazione e “riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio”.

Se, dunque, il turismo sostenibile ha come obiettivo prioritario la creazione di ricchezza ed opportunità per lo sviluppo futuro del paese ospitante, il turismo responsabile ha un approccio più locale e individuale, e valuta l’impatto etico e sociale sulla popolazione ospitante.

Le scelte sostenibili da fare in viaggio

cosa si intende per turismo sostenibile
Photo by JK on Unsplash

Al di là delle definizioni e dei tecnicismi, viaggiare nel rispetto delle tradizioni, della società e dell’ambiente in cui si viene ospitati sembra essere diventato un vero e proprio approccio culturale ricercato da sempre più persone.

Una ricerca pubblicata da Booking.com nel 2021, infatti, rivela come l’84% dei viaggiatori su scala globale pensi che viaggiare in modo sostenibile sia fondamentale, mentre un 61% degli intervistati afferma che la pandemia ha aumentato la loro voglia di adottare soluzioni sostenibili per muoversi in futuro e un 53% ammette di sentirsi infastidito quando qualcosa – come ad esempio la mancanza di infrastrutture o di strutture ricettive adeguate – gli impedisce di farlo.

Viaggiare sostenibilmente sembra, dunque, una necessità sempre più diffusa. Ma, concretamente, cosa si intende per turismo sostenibile? Non significa per forza attraversare il mondo a basso costo, a piedi e con uno zaino in spalla. Il viaggiatore, o viaggiatrice, sostenibile è prima di tutto una persona consapevole dei luoghi che andrà a visitare.

Conscio/a del fatto che ogni sua azione ha un impatto sul territorio, il viaggiatore o viaggiatrice sostenibile valuta attentamente le sue scelte: dal mezzo con cui spostarsi al luogo in cui dormire. Il treno e i mezzi pubblici sono preferibili all’aereo ma, qualora quest’ultima opzione sia l’unica percorribile, si può comunque optare per una forma di compensazione della quantità di CO2 che abbiamo emesso. Si può, ad esempio, acquistare crediti di carbonio certificati oppure piantumare nuovi alberi attraverso una donazione ad enti certificati.

Una volta raggiunta la destinazione è preferibile optare per strutture ricettive verificate e dotate di certificazione ambientale. Le certificazioni sono diverse: dal marchio europeo di certificazione ambientale ad Ecolabel Travelife, una certificazione riconosciuta a livello mondiale e rilasciata dal Global Sustainable Tourism Council, passando per Faroo, una start up innovativa che offre alle aziende esperienze o ritiri di un giorno con le comunità rurali e che, grazie ad uno standard gratuito e volontario di turismo sostenibile, misura gli impatti turistici e aiuta le comunità rurali a migliorarli.

A questo si aggiunge l’importanza di entrare a contatto con le comunità locali, con le loro tradizioni e i loro prodotti. In fondo, viaggiare dovrebbe essere sinonimo di conoscenza e arricchimento personale e quale modo migliore se non buttarsi a capofitto nella realtà che si è scelto di scoprire, assicurandosi che l’incontro non abbia conseguenze ambientali, sociali o economiche negative.

Il futuro del turismo è sostenibile

Nonostante una comprensibile flessione conseguente alla pandemia da Covid-19, il settore del turismo sembra destinato a crescere fino a registrare un flusso di 1,8 miliardi di turisti entro il 2030.

Se queste proiezioni si dimostrassero vere, il turismo riprenderà presto a rappresentare un settore chiave dell’economia e potrà contribuire attivamente a migliorare la vita di milioni di persone. La stessa Agenda 2030 delle Nazioni Unite l’ha descritto come un obiettivo da perseguire e monitorare per creare posti di lavoro e promuovere la cultura e i prodotti locali (obiettivi 8.9 e 12b), nonché come uno strumento per migliorare la condizione economica e lo sviluppo dei piccoli Stati insulari (obiettivo 14.7).

Affinché il pianeta e le sue popolazioni siano in grado di reggere, e anzi di valorizzare, questo flusso di persone, occorre quindi che il modo di viaggiare diventi sempre più sostenibile, e lo diventi in fretta. D’altra parte quella del turismo sostenibile non sembra una moda passeggera, ma una novità arrivata per restare, anche in Italia.

Lo conferma il report Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo che mostra come il 75% degli italiani preferisca strutture ricettive che non utilizzano plastiche monouso, e ben il 67% consideri il turismo sostenibile come eticamente corretto e vicino alla natura. Ridurre l’impatto ambientale sembra diventata, dunque, una necessità ampiamente percepita anche nel turismo e, se continuerà ad esserlo, porterà vantaggi indiscutibili sia a chi viaggia, sia a chi di turismo vive, dagli operatori del settore alle comunità ospitanti.

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Politologa, naturalista e viaggiatrice. Si occupa di gestione di progetti incentrati sul cambiamento climatico e la sostenibilità. Analizza e racconta il rapporto tra uomo e natura nell'Antropocene e studia il conflitto tra uomo e fauna selvatica, per poi dare vita a progetti e strategie di comunicazione e coinvolgimento dei cittadini finalizzate a dimostrare che “noi siamo natura”.
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