Cerasa e la bolla Matteo Salvini: sarà proprio così?5 min read

9 Dicembre 2014 Politica Politica interna -

Cerasa e la bolla Matteo Salvini: sarà proprio così?5 min read

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cerasa e la bolla matteo salvini

Che Matteo Salvini fosse stato scelto dai media italiani come principale antagonista di Matteo Renzi era ormai assodato anche prima dell’ascella pelosa su Oggi e dell’ottimo articolo di Claudio Cerasa. Il giornalista palermitano analizza, fra le altre cose, i limiti del fenomeno Salvini individuandone almeno un paio effettivamente degni di nota.

Il primo è la contraddittorietà del messaggio del leader leghista, scopertosi improvvisamente antieuro (e lepenista, filoputin e amico dei neofascisti di CasaPound, potremmo aggiungere noi) e dimentico di quel secessionismo che è ancora al primo punto dello statuto leghista.

Il secondo argomento a sfavore di Salvini consisterebbe nel posizionamento della Lega, ovvero il suo essere inevitabilmente legata, ai fini elettorali, a ciò che rimane del centrodestra, ex e neoministri, funzionari e notabilato annessi, cosa che creerebbe non pochi problemi all’immagine nuovista del buon Matteo. A questo bisognerebbe aggiungere la difficoltà di erodere in profondità lo zoccolo duro degli elettori pentastellati, la competizione interna allo schieramento, la paura che l’estremismo salvinesco può generare nell’elettorato moderato.

Tutti elementi, insomma che favorirebbero Renzi nella sfida con il suo omonimo. Argomenti, quelli forniti da Cerasa, che sembrano tutti molto convincenti ma che mostrano, anch’essi, alcuni limiti, se non altro a livello teorico.

Cerasa e la bolla Matteo Salvini: perché potrebbe non essere proprio così

La coerenza non sembra più (lo è mai stata?) fondamentale nella carriera di un politico, sullo stesso Renzi esiste una lunga aneddotica riguardante i suoi cambiamenti di opinione e di azione su una vasta gamma di temi. L’importante è dare nel qui e nell’ora una coerente immagine di se stessi, le idee e le dichiarazioni del passato vengono così archiviate o ricondotte a uno storytelling che racconta un’evoluzione come nella migliore tradizione del romanzo di formazione, espediente nel quale Salvini è maestro, essendo partito dai comunisti padani per approdare alla corte di Marine Le Pen.

cerasa e la bolla matteo salvini
@huffingtonpost

La vicinanza al Pdl potrebbe poi non essere un ostacolo insormontabile a patto che Berlusconi confermi il suo passo indietro e al tempo stesso blocchi i giovani turchi alla Fitto. Un Berlusconi garante dell’operazione Salvini, vittima e martire della giustizia uscito come un nuovo Silvio Pellico dai servizi sociali potrebbe intenerire più di un vecchio cuore azzurro astensionista.

Per quanto riguarda il Movimento Cinque Stelle molto dipenderà dalla tenuta interna del movimento ormai scosso da strappi, dissidi e contestazioni quasi quotidiane. Secondo Cerasa “per quanto Salvini possa essere bravo prima di svuotare il 5 stelle di tempo ce ne vorrà”. Forse è vero ma tutti gli ultimi appuntamenti elettorali ci hanno insegnato (dal boom grillino all’exploit democratico al trionfo dell’astensionismo) che se c’è qualcosa che caratterizza la politica degli anni Dieci è proprio l’estrema e repentina fluidità del corpo votante.

Dice ancora Cerasa che l’avvicinamento di Berlusconi all’estremismo salviniano “permetterà sempre di più a Renzi di essere l’approdo unico del voto moderato”. Per capire cosa sia il voto moderato oggi in Italia servirebbe un’accurata ricerca sociologica, storicamente la locuzione individuava quella massa di elettori (per lo più vicini alla DC) che faceva della difesa dello status quo la propria ragion d’essere (o di votare).

Ma di questi tempi la difesa dello status quo non sembra più andare di moda. Ciascuno è a suo modo, e spesso per motivi opposti, insoddisfatto dell’esistente. L’hanno capito bene i nostri leader che infatti si presentano tutti, Premier rottamatore compreso, come riformatori in qualche maniera antisistema. Se il blocco moderato era storicamente costituito dalla piccola borghesia e i partiti riformisti votati dagli outsider oggi è facile imbattersi nel direttore di banca di simpatie pentastellate o leghiste o, viceversa, nel disoccupato col poster del Che che sogna la start up vincente e crede nel sogno renziano.

I vulnus individuati da Cerasa sono insomma tutti validi ma fragili, un Salvini in forma, aiutato dalla fortuna e dai giornali potrebbe farvi fronte pur non senza qualche difficoltà. Cio che invece a mio avviso manca ancora al leader del Carroccio è il radicamento al sud, unico vero fattore dirimente capace di trasformare una velleità in un obiettivo concreto.

Certo non si può dire che non ci si stia provando. Già la Lega classica aveva tentato l’espansione meridionale alleandosi con l’MPA di Raffaele Lombardo o presentando proprie liste, non senza qualche isolato successo come l’elezione fortemente simbolica e altrettanto pittoresca di Angela Maraventano a sindaco di Lampedusa e, recentemente, con l’exploit delle ultime europee al sud, 15000 e rotti voti di cui 10000 al solo Salvini in Sicilia (quasi 23000 complessivi nelle Isole), e 45000 nella circoscrizione meridionale.

Ancora un po’ pochi per chi aspiri a governare il Paese, nonostante i tanti proclami Salvinisti dell’imminente fondazione di una Lega dei Popoli. Qualcosa però si muove se è vero che il gruppo Siciliani che la pensano come Matteo Salvini, gestito dal giovane responsabile di Casa Pound Palermo, Francesco Vozza, conta già più di 3000 nomi, anche se alcuni di questi sembrano più cooptati a loro insaputa (potenza dei gruppi fb) che aderenti veri e propri.

cerasa e la bolla matteo salvini

C’è perfino un rappresentante della Lega dei Popoli in seno al consiglio comunale capitolino, quel Marco Pomarici, ex Pdl, ex Ncd, immortalato dalla trasmissione Gazebo fra i più energici contestatori del sindaco Marino, contestazione servita forse anche per far dimenticare le sue assidue frequentazioni con l’ex sindaco Alemanno e con il consigliere Pdl Luca Gramazio.

La strada per Salvini è ancora in salita ed irta di ostacoli, ma visti i repentini mutamenti dell’opinione pubblica negli ultimi anni, potrebbe non essere troppo lunga.

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Quest'anno ho fatto il blogger, il copywriter, il cameriere, l'indoratore, il web designer, il dottorando in storia, il carpentiere, il bibliotecario. L'anno prossimo vorrei fare l'astronauta, il rapinatore, il cardiochirurgo, l'apicoltore, il ballerino e il giocatore di poker prof.
1 Commenti
  1. Carlo

    Salvini e l unico leader giovane che ha la dx oggi se non fosse troppo anti euro sarebbe molto più avanti nelle preferenze . In un paese dove tutti chiacchierano lui è uno di quelli che piace alla gente concreto sempre a contatto con l elettorato...che parla dei problemi della vita di tutti i giorni..è un passo alla volta è arrivato al 15/:. In un paese dove le sx sanno solo aumentare le tasse e la gente vede sempre di più calare il potere di acquisto dei soldi e poi si vedono sprechi continui pensioni d oro il lavoro che manca l edilizia uccisa dalla tasi imu tari..e tutte le sigle che arriveranno ancora. .....e dove le regole non ci sono dove tutti fanno quello che vogliono . L immigrazione e selvaggia dove si occupano le case popolari dove la polizia non ha i mezzi x il controllo del territorio....sentire uno che la pensa come noi è un po come vedere un oasi nel deserto. Io penso che alle prox elezioni salvini possa arrivare ancora più in alto...sopratutto se le chiacchiere di Renzi nel frattempo saranno rimaste solo parole e promesse di pulcinella.

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