Renzi Salvini: Matteo contro Matteo3 min read

La sfida fra i due Mattei è ormai ufficiale, secondo i dati Ipsos il Premier a novembre scenderebbe per la prima volta sotto la soglia fatidica del 50% del consenso personale, tallonato dal segretario della Lega che balza, al contrario, dal 28 al 33%.

La debacle renziana viene spiegata dai commentatori con le solite, noiose motivazioni: il calo fisiologico a sei mesi dall’insediamento, l’aspettativa delusa di un cambiamento rapido e significativo, il perdurare della crisi. Noi di LeNius, al contrario, sappiamo che nella società dell’immagine virtuale ciò che conta è ben altro, abbiamo così ricostruito le 5 cause reali della rimonta di Salvini nei confronti di Renzi.

Renzi Salvini: Matteo contro Matteo

1) La vita è tutta un quiz
Matteo lo sa bene, la ruota gira per tutti, pensava di aver convinto le anziane fan di Mike Buongiorno rispolverando la sua partecipazione al famoso gioco a premi di Mediaset, ma il segretario del Carroccio si è giocato il jolly con l’accoppiata Corrado Tedeschi / Davide Mengacci.

Mentre Matteo Renzi comprava vocali Salvini si destreggiava già fra politica estera e lotta alla corruzione, strizzando l’occhio al precariato e ai disoccupati con una dichiarazione di nullafacenza.

2) Uno va da Maria, l’altro da Marine
Nell’epoca dell’onnipresenza del talent show è necessario dimostrare di possedere altre doti oltre quelle politiche. Il rottamatore è fra i pochi ospiti di Amici a non aver ballato né cantato. L’altro Matteo, al contrario, balla e canta volentieri quando è ospite di amici.

3) Destra e sinistra
Renzi è un po’ fuori moda, nonostante i tanti pareri contrari dei commentatori e degli avversari politici ci tiene a collocarsi a sinistra. Il leader della Lega invece non sta “nè a destra nè a sinistra” anzi addirittura dice, lui che aveva fondato i “comunisti padani”, che “destra e sinistra non esistono più”, o forse no visto che se “quelli di sinistra sfasciano le vetrine” allora lui preferisce “quelli di destra che passeggiano tranquillamente e ci danno una mano”, d’altronde, “per assurdo” vede “più valori di sinistra nella destra europea che in certa sinistra”. Insomma, da buon lombardo, la supercazzola riesce meglio a Salvini.

4) Moda
Mentre il Fiorentino ancora sfoggia biciclettate in puro stile hipster o sfila con gli amici con l’antiquata mise “c’ho la bamba baby” il padano ha intercettato il nuovo stile new normal. La sua tuta con cappuccio risponde alla perfezione (e più di quella dell’antesignano Landini) alle regole del normcore, adattandosi ad ogni luogo ed evenienza, anche quando meno te lo aspetteresti.

5) I nemici
Matteo Renzi ha fatto il grande errore di prendersela con chi in questo Paese gode ancora, nonostante tutto, di una certa stima e di un discreto seguito, dai sindacati ai principali giornali. Salvini invece si accanisce contro i nemici di tutti: i migranti, i nomadi, i “centri sociali”. Gli basta un post in cui attacca “gli zingari” per ricevere migliaia di like, centinaia di commenti inneggianti al rogo dei campi e condivisioni entusiaste.

Gli ultimi della terra hanno anche il vantaggio di essere quasi muti rispetto alle critiche subite, scarsamente organizzati per rispondere a tono, troppo poco potenti perché la loro opinione venga ospitata dai mezzi di informazione, raramente iscritti a facebook, twitter o agli altri socialnetwork.

Ovviamente si scherza, ma fino ad un certo punto. In un epoca nella quale ai partiti si è sostituito l’uomo solo al comando una felpa, un’apparizione tv, un commento sui social network valgono spesso di più, in termini di indice di gradimento, di un’idea, una riforma, una buona opposizione. Una lezione che entrambi i Mattei sembrano aver imparato a menadito.