“Più forti dell’invidia”: 30 anni di Berlusconi dalla A alla Z25 min read
Reading Time: 19 minutesD come Dio
Nel momento in cui sta finalmente per raggiungere la gloria eterna, a un’ora dalla sua prima finale di Coppa dei Campioni, Berlusconi si raccomanda alle divinità: «Mi sono fermato dieci minuti in raccoglimento nella cappella del Nou Camp. Mi vergogno un po’, ma ho chiesto l’aiuto del Dio degli eserciti. Gli ho detto, sfruttando le mie doti di encantador: noi siamo la civiltà religiosa e democratica, noi portiamo benessere; loro, i romeni, hanno portato con il comunismo oppressione e povertà. Hanno perso il loro tempo a studiare Marx. Ecco perché la Steaua ha perso la partita, non solo il tempo: da marxisti atei, a chi potevano raccomandarsi?»
I nemici di Dio e della democrazia sembrano coincidere con i nemici del Milan: nel 1993 Berlusconi arriva a tirare in ballo Robespierre e i suoi scorgendo un «giacobinismo diffuso e una cultura dell’invidia attorno ai successi del Milan. Fenomeni che non si adattano ad un paese democratico e liberale qual è l’Italia. Per tutti l’obiettivo deve essere quello di superare il Milan, ma senza cambiare le regole del gioco».