X Factor 10 live: we move the system60 min read
Reading Time: 41 minutesIl sesto Live di X-Factor è lo spartiacque: il discriminante tra chi, da qui a dieci anni, si vanterà di aver partecipato ad X-Factor tempo prima ma non avrà prove per dimostrarlo e chi, invece, avrà ottenuto il suo posticino su iTunes. A sole tre puntate dalla super finale del 15 Dicembre e a un passo dalla semifinale, chi ne uscirà sano e salvo, nel bene o nel male, avrà la possibilità di cantare un suo inedito e affidarlo al mercato della musica.
Fortunatamente per le nostre orecchie stufe ed un minimo esigenti, tra i sani e salvi non ci sarà Loomy. E possiamo così chiudere questo pessimo capitolo della decima edizione di X-Factor tirando un sospiro di sollievo. Perché in realtà era giusto così. E, finalmente, alla settima canzone tutta uguale qualcuno glielo dice che sarebbe anche carino se cambiasse argomento nei suoi rappati, spaziando dal pietismo e l’autocommiserazione a qualcosa di più interessante. Ci pensa prima Alvaro Soler, che lo ha intuito anche masticando poco l’italiano, e poi Manuel Agnelli che rincara la dose con un:
Ci sono storie più drammatiche della tua che qui non raccontiamo perché non vogliamo fare presa su questo aspetto. Questo non è Uomini e Donne.
La risposta saggia della collega, in difesa del suo unico superstite, è un: #sucaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa. Finire al ballottaggio non sarà un caso. Per niente.
E poi il livello è alto, e se nella prima manche questo aspetto è già piuttosto evidente, la seconda è esponenzialmente più interessante. Sia perché non c’è Loomy (che, tra l’altro, avrebbe dovuto cantare Kurt Cobain di Brunori Sas celebrando male l’attesissimo approdo dell’indie italiano a X-Factor, rimandato a data da destinarsi), sia perché l’impressione è quella di essere in una puntata di Mozart in the Jungle, con un’orchestra di 37 elementi sospesi nel vuoto, che si presta ad accompagnare ognuna delle esibizioni dei superstiti. Che gran figata deve essere per uno che fino a un mese e mezzo fa cantava nei baretti di provincia con un microfono e niente più? Forse sono più entusiasta io per loro, ma vabbè.
L’orchestra ha reso tutto più bello: bravissimo (e sempre bellissimo in tenuta naïve) Andrea Biagioni con gli Smiths, che proprio si scioglie su quel so please please please let me. Noi ci sciogliamo con lui, nel senso che ci emozioniamo un sacco. Anche Manuel, pur ritenendo inquietante il fatto di vacillare emotivamente davanti a un uomo con la barba. Che birichino.
Bene (ma non benissimo) Roshelle: lei canta No di Meghan Trainor e, pur non essendo perfetta, sembra tenere il palco benissimo. Tutti curiosi del suo inedito fatto insieme a Fedez, la finale per Roshelle è una certezza. Gaia, invece, per la prima volta in tutto questo lungo percorso, finisce per imitare (male) Malika Ayane e ne paga le conseguenze, finendo al ballottaggio e distruggendo tutte le certezze del suo giudice Fedez, che se non le portasse entrambe in finale morirebbe. Ma tanto ci riesce.
Decisamente impeccabili anche i Soul System, che cantano Where is the Love? dei Black Eyed Peas dimostrandosi bravi come sempre: tosti e compatti e perfettamente in linea col brano. Bravissima, la migliore di tutti in assoluto, da pelle d’oca, è stata Eva. Ha cantato “Senza Fine” di Gino Paoli, solo voce e orchestra (perché su un pezzo del genere ogni ghirigoro in più potrebbe essere disastroso), regalando a noi, pubblico di romanticoni, un’esibizione da brividi. Eva ha convinto ovviamente anche i giudici, che si sono prodigati in lodi spassionate. La prossima settimana ascolteremo il suo primo inedito, che, purtroppo, si dice essere stato scritto da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro: che noia.
Ma anche l’ultimo scontro tra Gaia e Loomy non costituisce il fulcro della serata, in effetti scontato nel suo esito. Perché a dominare la scena, ancora una volta, sono i giudici: Arisa contro tutti, e tutti contro Arisa. Ai limiti del tragicomico, Arisa nel ruolo di giudice è tanto fragile, dà spesso giudizi non comprensibili e spesso intollerabili. Al contrario, gli altri giudizi sono spesso duri nei suoi confronti e il più delle volte lo si trova divertente, è vero. Così, dopo la prima esibizione di Gaia, Arisa dice (per l’ennesima volta nel corso di questa edizione di X-Factor) di non conoscere il pezzo di James Bay. Tutto nella norma, se non fosse per Agnelli che la accusa di mancanza di onestà intellettuale e di arroganza perché esibisce la sua ignoranza. E, fin qui, fa ancora ridere. Nel post puntata però, all’Extra Factor, Arisa riprende la polemica dicendo:
Agnelli si sta allenando ad offendere le donne e i più deboli.
I due pare continuino a litigare ulteriormente durante uno stacco pubblicitario, e Agnelli, se ne va, con Arisa che dichiara una cosa tipo:
Manuel, io ti stimo, ma mi devi chiedere scusa, se no non ci parliamo più.
Ecco, adesso non fa più ridere: ma non avevamo detto che questo non era Uomini e Donne?
X-Factor 10: la Semifinale
Se siamo arrivati fino a qui, ci meritiamo degli inediti coi controcazzi. La curiosità è tanta, ma speriamo di non rimanere delusi. E, soprattutto, speriamo nelle sagge mani di Manuel come supervisore. E poi: la settimana prossima tornano Giosada e gli Urban Strangers. E sarà una figata stratosferica.
dav1de
Una domanda per Annalì: pensi che la differenza tra i giudici che ritieni più preparati (Manuel e Fedez) e meno (Arisa, Soler) penalizzi il programma?
Annalisa Ruggiero
Nonostante il fatto che la totale incapacità di Arisa e di Soler stimoli e metta in luce la parte migliore degli altri due, direi proprio di sì: il programma ci perde in credibilità. Ma quelli penalizzati veramente saranno i ragazzi delle due squadre (Uomini Under25 e Band) a cui toccherà risplendere di luce propria o, in alternativa (vedi Diego Conti e Les Enfants), sopperire miseramente alle insulse e mediocri scelte del giudice. :)
Touch
Articolo con un bel ritmo ma "fatta a posta" mi ha bruciato il router.
davide
Grazie Touch, correggiamo. E ci auguriamo il tuo router si sia aggiustato ;)