Vicenza in B: sul campo si gioca, a tavolino si beve2 min read

9 Settembre 2014 Uncategorized -

Vicenza in B: sul campo si gioca, a tavolino si beve2 min read

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Dopo una stagione chiusa con l’eliminazione ai quarti dei playoff di Lega Pro e ripartita con una prima di campionato in Serie B, ci ritroviamo un po’ perplessi. Dovete capirci: per tutta l’estate ci siamo rassegnati a vivere con la prospettiva di un altro campionato fatto di stenti, e all’improvviso, un giorno prima di cominciare a soffrire, ci ritroviamo in Serie B. Non è una cosa normale, e allora non possiamo che ripartire da qui, prima di tornare allo stadio, guardare il campo, e giocarsela alla morte fino al ’90.

A parte che questa cosa dei “ripesgatti” potrebbe diventare alla lunga fastidiosa, non possiamo essere contenti per una promozione meritata solo dai tifosi e da nessun altro. Il motivo è che non possiamo accettare il modo in cui la decisione è maturata, espressione di quel sistema fatto di giochini di potere, tabelle e parametri “fantasia”, tessere del tifoso mai abolite, minacce di daspo al primo che passa, e serie infinite di chiacchiere che hanno riempito i giornali per tutta l’estate su come “salvare il calcio italiano”. Sul campo si gioca e a tavolino si beve, noi la pensiamo così. Non che in B si stia male, per carità, ma una promozione a fine agosto non fa passare la nausea per il solito teatrino che troveremo, in ogni caso, anche quest’anno.

Cerchiamo di mantenere, almeno noi, un minimo di dignità, al contrario di certi presidenti, ad esempio il nostro, che si mettono a frignare per la “bella notizia”, facendoci deridere da mezza Italia, quando per anni la stessa proprietà non è stata in grado di mettere in campo nemmeno uno straccio di progetto. Un totale disastro sportivo, ammorbidito da quattro ripescaggi ma appesantito da più di 15 milioni di debiti. Non più dalla stazza di Tiribocchi, almeno, che ha finalmente deciso di ritirarsi, ma non è che quest’anno abbiamo evitato di comprare o tenerci altri scarsoni, a quanto pare.

Lo vedremo, meglio, dalla curva, domani in casa con il Latina e domenica con la Ternana. Siamo curiosi: a Trapani poteva andare malissimo, e invece potevamo portare a casa un pareggio, e il giudizio al momento è sospeso. Non ci importa nemmeno troppo del mercato, tanto da questa società non ci aspettiamo più nulla, se non il giorno in cui ci diranno che se ne vanno. Ci interessa solo che Lopez e Praticò lavorino per mandarne in campo 11 che conquistino il Menti con grinta e voglia di lottare: qualsiasi miracolo può passare solo da lì. Come direbbe il mister, Dateve da fa.

Immagine| trapanipiù.it

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Collettivo della curva sud del Romeo Menti, teatro delle imprese del Lanerossi Vicenza. Qui saremo la sirena d’allarme per un calcio moderno alla deriva: in trasferta ci portiamo il cabernet, non la tessera. Allo stadio andiamo con la sciarpa biancorossa, non i bastoni. Potrà cambiare il clima ed il cielo, mai la nostra bandiera, biancorossa per sempre.
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