Viaggio in Islanda: 15 cose da fare tra ghiacci ed ex vulcani25 min read

30 Maggio 2016 Viaggi -

Viaggio in Islanda: 15 cose da fare tra ghiacci ed ex vulcani25 min read

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Viaggio Islanda Berserkjahraun Snæfelsness Peninsula
Berserkjahraun, Snæfelsness Peninsula

12. Far diventar vera una leggenda (senza aver bevuto)

Intorno all’anno 1000 Vermunður di Bjarnarhöfn,  detto il mingherlino, tornò dalla Norvegia con due mercenari della categoria dei berserker. Erano uomini estremamente prestanti, per certi versi selvaggi, debordanti nella loro efficienza. Nell’islandese antico berserkr indicava l’abitudine a combattere senza alcuna armatura.

I due si rivelarono ben presto di difficile gestione e allora Vermunður decise di donarli a suo fratello Styrr di Hraun, detto l’assassino. Avvenne che uno dei due berserker si innamorò di Ásdís, figlia di Styrr, e ne chiese la mano al padre. Styrr, del tutto contrario all’idea di concedere sua figlia a un bruto di tal risma, ma al contempo preoccupato della possibile reazione dell’omaccione al suo diniego, gli offrì una possibilità: il mercenario avrebbe avuto la mano di Ásdís qualora fosse riuscito a costruire una strada nell’ispido campo di lava che divideva Hraun da Bjarnarhöfn.

Il berserker accettò e in men che non si dica aprì un largo varco tra le rocce. Styrr, con le spalle al muro, quella sera stessa pensò di uccidere i due servi. Li chiuse in una sauna bollente e li colpì ripetutamente con una fiocina mentre cercavano di liberarsi. Poi gli diede sepoltura proprio accanto alla strada che avevano prodigiosamente realizzato nell’estremo settentrionale del campo di lava, dove giacciono tutt’ora.

La vicenda è tratta dalla Saga di Eyrbyggja, una delle più importanti e complesse saghe islandesi, tutta ambientata nello scenario irreale della penisola di Snæfellsnes, l’Islanda in miniatura, che tra le altre cose contiene anche il passaggio che conduce al centro della terra, almeno stando a quanto sostiene Jules Verne. La vicenda avrebbe conservato lo status di leggenda se non fosse che, all’inizio del secolo scorso, alcuni scavi nella strada dentro il campo di lava portarono alla luce gli scheletri di due uomini, entrambi di costituzione molto robusta, e con essi la consapevolezza che continuare a raccontare storie è sempre un ottimo modo per farle rimanere vive o per farle diventare vere.

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Nato nella Murgia barese 29 anni fa, da allora vaga in cerca di un ramo dove sedersi a riflettere sull'esistenza. Le sue principali fonti di ispirazione sono i cinema di venerdì, le biciclette in salita, le bussole che puntano ad Ovest, i pub di Oxford e l’Islanda, dove un giorno è finito dentro un vulcano. Ogni tanto prova a raccontare storie di sport e varia umanità in giro per l'internet.
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