La stagione del Milan è finita. Finalmente.3 min read

Sabato sera è finalmente finita la stagione del Milan. La Lega ha avuto il buon cuore di far durare il supplizio rossonero un giorno in meno, programmando l’inutile partita di Bergamo come anticipo serale.
E quando la posta in gioco è zero, il nostro prode condottiero Inzaghi si dimostra infallibile e centra una vittoria fondamentale per il suo ego, come dimostra l’ingresso di Poli per una punta a risultato ancora aperto: lascia i record negativi alle stagioni 1996-97 e 1997-98, riuscendo perfino a dire che “il Milan ha trovato un gioco”. Si tratta dell’ennesima boiata di un signore che, come comunicatore, riesce a fare peggio che da allenatore: le ultime tre partite, ad obiettivi ormai andati, sono state giocate con ritmi e concentrazione da amichevole estiva.

Inzaghi è, senza ombra di dubbio, il peggior allenatore dell’era Berlusconi. Le partite buone giocate nell’intera stagione stanno abbondantemente nelle dita di una mano di un falegname non tanto abile con la sega circolare. Non è mai riuscito a trovare una quadratura alla squadra, ha tentato di impostare un gioco speculativo e di rimessa senza esserne in grado, ha insistito per un intera stagione con obbrobri come Menez centravanti o Honda ala. Gli va comunque riconosciuta una caratteristica positiva: ha un gran culo. È capitato spesso che questa squadra segnasse alla prima vera occasione creata, magari casuale (va detto, infatti, che di azioni manovrate ne abbiamo viste veramente poche), e che poi subisse veri propri assedi da squadrette, dai quali poi usciva col punticino. La prestazione di Torino è la peggiore degli ultimi 30 anni di Milan, ma anche in altre occasioni, come contro Cagliari, Empoli, Sampdoria, derby di ritorno la storia del Milan è stata presa a pedate, nonostante i punti raccolti. In tutto sono 52, già pochi di per sé e che sono valsi un misero decimo posto, ma sono molti di più di quelli che il Milan avrebbe meritato.

Squadra fuori dalla lotta Champions (obiettivo dichiarato dalla società) già a fine gennaio, fuori dalla lotta Europa League un mese prima della fine del campionato, ma dobbiamo lo stesso sorbirci cose del tipo: “Ci siamo ritrovati troppo tardi”, “So cosa fare per riportare in alto la squadra”, “Spero di avere un’altra possibilità”. Caro Pippo, grazie per quello che hai fatto da calciatore, i danni che hai fatto da allenatore te li possiamo perdonare, basta che ti levi dai maroni.

Ora c’è da vedere cosa succederà la prossima estate. È chiaro che, senza una svolta, siamo destinati a rimanere nella mediocrità. Leggo in giro tanti “Torneremo”, ma non è una cosa così automatica: il Milan va ricostruito, ci vogliono energie fresche e, visti l’impoverimento tecnico ed il quasi azzeramento del valore di mercato della rosa, una robusta iniezione di capitali. Le pagliacciate sulla cessione, sul corteggiamento ad Ancelotti, su budget faraonici per il prossimo anno sbandierati in comizi elettorali, hanno stancato. I giornalisti sempre informati preventivamente sugli spostamenti degli attori delle trattative, siano questi Galliani o Mr. Bee, hanno rotto. Meno circo, più fatti. Perché, ad oggi, l’unica cosa sicura o quasi è che Doyen si aggiungerà agli amichetti con cui Galliani può continuare a “fare mercato”. Al budget o al grande allenatore crederemo solo a fatti compiuti. Fiducia zero: va guadagnata e la nostra dirigenza in questi ultimi anni ha fatto di tutto per dissipare interamente il credito acquisito dopo i molti trionfi irripetibili, riuscendoci alla grande.