“Sinisa peggio di Pippo” e la memoria troppo corta3 min read

28 Settembre 2015 Uncategorized -

“Sinisa peggio di Pippo” e la memoria troppo corta3 min read

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sinisa peggio di pippo
@globalist.it

Puntuale come un’ammonizione discutibile di Tagliavento (sul quale si potrebbe aprire un capitolo molto corposo, ma soprassediamo) ecco il processo al Milan 2015/16: imputato unico Sinisa Mihajlovic e i suoi 9 punti in 6 partite.

Sinisa peggio di Pippo” titola (e probabilmente non vedeva l’ora di farlo) il più celebre quotidiano sportivo italiano. Dopo 6 giornate il Milan di Inzaghi contava 11 punti, frutto di 3 vittorie, 2 pareggi e 1 sconfitta; Sinisa si ferma a 9, grazie alle vittorie su Empoli, Palermo e Udinese e agli stop contro Fiorentina, Inter e infine Genoa. Ciò che i numeri e i giornali non dicono è che il Milan di Inzaghi, lo ribadiamo, il più angosciante Milan degli ultimi 30 anni, racimolò la miseria di 15 punti nelle restanti 13 partite del girone di andata.

Chiusa la doverosa parentesi statistica, volta più che altro a palesare la meschinità di certi scribacchini, si torna all’attualità e l’attualità parla di un Milan che cade a Genova, affossato da difficoltà tecniche e caratteriali. Mihajlovic parla di mancanza di cattiveria, non ha torto perché questa squadra difetta indubbiamente di personalità e appare spesso spaurita, ma c’è dell’altro.

In tutte le partite giocate i rossoneri hanno subito almeno un gol, la difesa fa acqua e gli errori individuali non mancano: la rete di Dzemaili è propiziata dalla deviazione decisiva di Bonaventura, causata dalla sciagurata apertura della barriera; la scintilla che porta al secondo giallo a Romagnoli è una comica di Zapata, non nuovo a colpi di “genio” simili; nelle scorse settimane era toccato a De Sciglio salire sul banco degli imputati, all’esordio a Firenze fu la volta di Rodrigo Ely.

In generale, il primo tempo di ieri ha evidenziato ancora una volta i problemi della mediana. L’esperimento De Jong mezzala si è rivelato un fallimento: il giocatore non ha il passo per stare in quella posizione, in un centrocampo a tre può agire solo da schermo davanti alla difesa, ma non in questo Milan che fa già abbastanza fatica a far circolare fluidamente il pallone. Montolivo è l’unico capace di donare fosforo a un reparto privo di inventiva ma se i ritmi si fanno troppo alti (vedi Genoa nel primo tempo) anche per lui ragionare diventa difficile. Bertolacci, al rientro, è cresciuto nella ripresa insieme a tutta la squadra, ma sembra portarsi addosso la pesante etichetta con su scritto “20 milioni di euro”; Bonaventura è un giocatore dall’indubbia versatilità, ma sarebbe opportuno trovargli un ruolo ben definito.

Infine c’è l’attacco con il problema Balotelli: nelle ultime due uscite l’ex Liverpool è sceso in campo con un buon piglio, concentrato, lucido, persino disponibile al sacrificio, tutte qualità che solitamente si affievoliscono col passare delle settimane. La buona vena del bresciano però va a danneggiare Luiz Adriano e Carlos Bacca, sulla carta il duo titolare del nuovo Milan. Sin dalle prime uscite la coppia sudamericana è sembrata subito una delle poche certezze di Mihajlovic, con l’inserimento di Balotelli il meccanismo si è inceppato: l’italiano prosciuga il gioco offensivo, fatica (da sempre) a trovare l’intesa con un altro compagno di reparto e tende troppo spesso a cercare spazio fuori dall’area di rigore. Se a Udine con Bacca le cose non sono andate bene, con Luiz Adriano ieri è stato anche peggio: vale davvero la pena di sacrificare il gioco offensivo in nome di un singolo capace di inventare la giocata, ma di scarsa affidabilità? Mihajlovic dovrà trovare risposta a questo e ad altri quesiti prima che le vedove di Inzaghi si avventino come avvoltoi sul suo cadavere.

L’inizio di campionato non è stato dei migliori, ma ad oggi nessuna “big” vive momenti particolarmente felici: la Juventus paga la rivoluzione estiva e la classica partenza lenta allegriana, alla Roma manca il solito centesimo per fare l’euro, l’Inter granitica di Mancini è andata in pezzi al primo episodio sfavorevole, il Napoli passa dalle goleade esaltanti a sterili 0-0 in provincia, la Lazio si trova a 3 punti dalla vetta nonostante le due imbarcate in trasferta. C’è tempo e modo per poter costruire qualcosa, per poter almeno zittire chi ha memoria troppo corta e ha già dimenticato, o forse non vuol ricordare, le lezioni di calcio subite dall’Empoli o dal Sassuolo di turno grazie all’illuminata guida di chi mastica Plasmon e Bresaola.

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Blog dal nome sofisticato gestito da un gruppo di pazzi scatenati accomunati dall'amore smisurato per il rosso e il nero. Undici maschi, una quota rosa e tante idee per la testa. Nel nome di Baresi, di Maldini e di Savićević santo. Diavoltaire, pensatori liberi, i filosofanti ciarlatani del Milan.
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