La lenta rincorsa del Napoli: tutte le squadre portano a Roma3 min read

9 Marzo 2015 Uncategorized -

La lenta rincorsa del Napoli: tutte le squadre portano a Roma3 min read

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ricorsa del napoli
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Pomeriggi. Corridoi. Registri. L’odore di un detergente a buon mercato. C’era sempre la fila, a scuola. C’era un’aria d’attesa a metà tra l’ufficio delle poste e un goffo patibolo di gioventù. Gli incontri scuola-famiglia sapevano di ansia, nervi tesi e scarpe dalla punta quadrata delle docenti di italiano. Erano ore infinite, quelle. Minuti di recupero quando sei in vantaggio. Che poi la frase che sibilavano nelle aule semideserte – a te, a quello prima o a quello dopo – era sempre la stessa: è bravo, ma non si impegna. La cosa poneva il soggetto dietro i migliori, d’accordo, ma il problema non era quello; era, piuttosto, la morbosa, inestricabile iattura di essere in un limbo ipotetico di potenziale sciupato.

La lenta rincorsa del Napoli: quant’è difficile svoltare

Se dopo Napoli-Inter avessimo avuto degli incontri scuola-famiglia, ci avrebbero detto che nel complesso abbiamo qualità notevoli, e però, ma, tuttavia, nonostante questo e tutto il resto. La verità, signora professoressa, è che quando c’è da svoltare non lo facciamo mai. Eppure ce lo dicono, ci avvisano, ce lo scrivono con il gesso sulla lavagna, chiaro e pulito tirando una linea sotto. Ce lo dice la voce metallica di un navigatore comprato in offerta una domenica qualsiasi: tra duecento metri, vincere con il Palermo; più avanti, fare risultato con il Torino; i giallorossi hanno pareggiato: tra 100 metri se stai vincendo 2 a 0 con l’Inter vietato buttare il risultato.

La Roma è lì, a vista da un mese. Zoppica, ulula, s’attorciglia. Quattro pareggi nelle ultime 4 gare, e noi non sappiamo cosa farcene. Noi i nostri nemici non li finiamo, ecco. Se non è così ditelo, scrivetelo, urlatelo. Siamo buoni in cerca di una parte da duri. Se questo fosse un film più che Bruce Willis saremmo uno di quelli che fissa il nemico con la pistola in pugno, con la mano che trema dopo aver bofonchiato qualcosa di vagamente definitivo. Non funziona così: il cattivo si rialza e se la svigna. E però, signora professoressa, così i pareggi hanno il sapore delle sconfitte, le vittorie la presa in giro dei pareggi: anche noi nelle ultime 4 gare abbiamo fatto 4 punti, e abbiamo fatto diventare – tra le altre cose – Glik il primo della nostra classe.

Quest’anno abbiamo sfoderato prestazioni notevoli e su determinati aspetti (diversi) siamo cresciuti. Ecco: non dimentichiamolo, nemmeno adesso. Oggi, però, accettare lo stesso risultato dell’andata a San Siro con i nerazzurri – ricordate? Due volte in vantaggio, due volte ripresi – è difficile. Almeno cinque occasioni gol nel primo tempo, molte delle quali nate dai guizzi di un Mertens di origine vulcanica, con Higuain che stanotte ha sognato a loop quella porta spalancata (e mancata) al 32’. Il Napoli ha seminato nei primi 20’ di gioco e raccolto nei primi 20’ della ripresa, ma dopo le reti di Hamsik (6’ s.t.) e Higuain (18’ s.t.) ha – in ordine – cambiato colorito, arretrato il baricentro (46,5 metri il dato finale) e cominciato a guardare l’orologio per studiare la lunga strada verso il 90’. Sayonara.

Siamo a fianco degli azzurri e ci resteremo sempre. Durante i 90’ di gioco la bocca l’apriamo solo per cantare. I numeri però sono secchi, sono crudi, sono senza sfumature. Il Napoli scrive la parola Inter sotto a Palermo e Cagliari nella colonna “Sprechi di casa”, oltre agli appuntamenti mancati in parte o in tutto con Chievo (0-1) ed Empoli (2-2). In 5 delle 13 partite giocate a Fuorigrotta abbiamo raccolto 4 punti su 15 a disposizione; 3 di quelle 5 squadre (Empoli, Chievo e Cagliari) attualmente viaggiano dalla 15esima posizione in giù della classifica, mentre Palermo e Inter sono rispettivamente decimo e nona. Fuori casa abbiamo perso solo 4 volte (Udinese, Milan, Palermo, Torino) e pareggiato 3 (Inter, Atalanta, Sampdoria). Rileggete i nomi. Sono le squadre che portano a Roma: vanno tutte lì, perché non ci crediamo?

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Napoli, luglio '87. Due mesi prima gli Azzurri vincono lo scudetto, lui arriva in ritardo. Una laurea in Storia contemporanea, ma scopre che la Storia non si ripete. Poi redazioni, blog, libri, ciclismo, molti aerei, il tifo, la senape, la vecchia Albione, un viaggio di 10mila km in camper in capo al mondo. Per dimenticare quel ritardo sta provando di tutto.
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