Referendum 4 dicembre: 5 momenti ‘memorabili’ di una campagna infinita6 min read
Reading Time: 5 minutes3.Il clientelismo di De Luca
Il 15 novembre il governatore della Campania Vincenzo De Luca, già noto per aver incitato alla violenza contro Di Maio e Di Battista e per aver auspicato l’uccisione di Rosy Bindi, convoca 300 sindaci campani in un incontro a porte chiuse, con l’obiettivo di definire le strategie per il referendum costituzionale. In qualche modo Il Fatto Quotidiano riesce ad accedere ad una registrazione audio della riunione, che pubblica integralmente, scatenando un caso.
De Luca esorta i suoi sindaci a mobilitarsi con il porta a porta, che non sarebbe niente di eccessivo (escluso il fatto che un sindaco rappresenta tutti i cittadini, non solo quelli che la pensano come il suo partito di appartenenza). Ma aggiunge che l’obiettivo è portare alle urne migliaia e migliaia di cittadini decisi a scegliere il sì, costi quel che costi, attuando una “clientela organizzata, scientifica, razionale come Cristo comanda”. Come fare? I mezzi sono tanti: basta offrire una frittura di pesce, un giro in barca, una gitarella in yacht, qualunque cosa possa solleticare gli elettori e convincerli a votare sì.
Le reazioni alla vicenda sono disparate. Il PD, anche nella persona dello stesso Renzi e di Orfini, cerca di aggirare l’ostacolo, sostenendo che De Luca è un personaggio pittoresco e va capito, o che ha metodi non condivisibili ma è un amministratore che sa fare il proprio mestiere. Le opposizioni scandalizzate attaccano e denunciano lo scandalo del clientelismo, la Procura di Napoli apre un fascicolo che probabilmente sfocerà in un nulla di fatto. E a noi non resta che sorridere tristemente pensando alla carta costituzionale unta dalla frittura di pesce.