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Quante persone straniere entrano ogni anno in Italia?

politiche migratorie in italia

Photo credit: remuz [Jack The Ripper] on VisualHunt.com / CC BY-NC-SA

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Il blog che state leggendo frequenta con assiduità, fin dalla sua nascita, il tema delle migrazioni. Era, ed è, inevitabile. È davvero uno dei temi del nostro tempo, anche se a dire la verità gli uomini migrano da che esistono.

Lo è certamente dal 2014, ma forse anche dal 2011, da quelle primavere arabe che hanno segnato una emigrazione consistente dalla Tunisia e l’apertura di quella grande ferita ancora spalancata che è la guerra in Siria. Da allora ragioniamo di migrazioni in maniera un po’ convulsa.

Io stesso ho scritto molto di numeri, tendenze, evoluzioni del fenomeno. I numeri però non esistono nel vuoto. L’andamento dei flussi migratori è l’esito di tanti fattori, tra cui un ruolo primario rivestono le politiche migratorie, dei paesi di partenza, di transito e, soprattutto, di destinazione.

Qual è allora il collegamento tra le politiche migratorie in Italia e il numero di persone straniere che entrano nel nostro paese, e la modalità con cui entrano?

Questa operazione ci porterà a capire il rapporto tra scelte politiche e comportamenti delle persone – se l’unica porta che lasci aperta è quella dell’asilo politico, allora è da lì che provo ad entrare – e ci dispiegherà scoperte sorprendenti: il numero di ingressi di cittadini extracomunitari in Italia è ai minimi storici, ed è in costante calo dal 2010.

Ma partiamo dall’inizio.

Come fa una persona straniera a entrare in Italia?

Le politiche migratorie comprendono la definizione delle modalità di accesso ed espulsione delle persone straniere sul territorio italiano, la regolazione della protezione internazionale, le politiche di integrazione. In questo post parliamo soprattutto del primo aspetto: come può accedere legalmente in Italia una persona straniera? Se ha un visto per uno di questi quattro motivi.

Visita, affari o turismo, per cui si può ottenere un visto di tre mesi.
Studio o formazione, per cui si ottiene un permesso di soggiorno di un anno rinnovabile.
Lavoro, per cui si ottiene un permesso di soggiorno di nove mesi per il lavoro stagionale o di due anni per lavoro autonomo o subordinato.
Ricongiungimento familiare, per cui si ottiene un permesso di soggiorno di due anni rinnovabile.

Posso quindi entrare in Italia per studiare, lavorare oppure se ho un familiare – coniuge, genitore o figlio – che ha un permesso di soggiorno valido per almeno un anno.

Quanti stranieri entrano in Italia? Come entrano?

Il grafico qui sotto riporta l’andamento degli ingressi in Italia di cittadini extracomunitari in base al motivo del permesso negli ultimi 10 anni, secondo i dati Istat.

Scopriamo immediatamente che gli ingressi per motivi di lavoro sono in drastico calo, gli ingressi per motivi familiari e di studio sono più o meno costanti, gli ingressi per motivi di richiesta di asilo e protezione internazionale calano dopo il picco raggiunto nel 2017.

Ma come funziona in dettaglio la regolazione dell’accesso di persone straniere in Italia? Quali sono le conseguenze in termini di flussi di persone straniere in entrata nel nostro paese?

Ingressi per motivi di lavoro

Si diceva, gli ingressi per motivi di lavoro in Italia sono in calo. Come mai? Come funziona la regolazione dell’accesso per motivi di lavoro? Funziona che ogni anno lo Stato emana il cosiddetto decreto-flussi, che stabilisce le quote massime di stranieri che possono entrare in territorio italiano per motivi di lavoro.

Bene, questa quota per il 2019 è di 30.850 persone, di cui solo 12.850 per lavoratori autonomi e subordinati e 18 mila per i lavoratori stagionali (per questi ultimi sono arrivate 47 mila domande).

Stessa identica quota del 2018, 2017, 2016 e 2015. Di poco superiore erano le quote del 2014, 2013 e 2012 mentre negli anni precedenti eravamo abituati a numeri ben diversi, che superavano le centomila unità fino al 2011 e addirittura le duecentomila unità fino al 2008.

Va detto che in alcuni anni, tipo il 2010, questi dati sono gonfiati dalle sanatorie, ossia dalla regolarizzazione di immigrati che in realtà già stavano in Italia. Ciò non toglie che le quote riservate agli ingressi per lavoro fossero molto più corpose di quelle di oggi.

Il risultato di questo cambio di rotta è che sempre meno persone entrano in Italia per motivi di lavoro, come evidenziato dal grafico, e come abbiamo ampiamente discusso in questo articolo.

Ingressi per motivi familiari

Gli ingressi per motivi familiari sono considerati un indicatore di stabilizzazione del fenomeno migratorio, perché sono spesso il completamento di un processo migratorio che ha portato prima un lavoratore/lavoratrice ad accedere per motivi di lavoro e poi la sua famiglia a raggiungerlo/a per stabilirsi, più o meno definitivamente, in Italia.

Il permesso di soggiorno per motivi familiari può essere richiesto da stranieri regolarmente soggiornanti per motivi di lavoro, studio o asilo e riguarda coniugi, figli minori, figli maggiorenni a carico, genitori a carico se non hanno figli nel paese di provenienza.

Negli ultimi anni il numero di ingressi per motivi familiari è rimasto relativamente stabile intorno alle centomila unità all’anno, con una trend di crescita nel 2017 e nel 2018 che però è tornato a calare nel 2019.

Ingressi per motivi di studio

Gli ingressi per motivi di studio sono legati alla frequenza di corsi universitari e di istruzione secondaria, oppure alla partecipazione a programmi di scambio, e alla dimostrazione di possedere adeguati mezzi di sostentamento per rimanere in Italia per la durata del corso di studi e di un alloggio.

Il numero annuale di ingressi per motivi di studio è piuttosto basso, attestandosi nel 2019 sulle 20 mila unità, in calo rispetto al 2018.

Ingressi per motivi di asilo

Come detto, non esiste un visto per motivi di asilo. Semplicemente una persona entra in Italia e avanza una richiesta di protezione internazionale che può risultare in diverse forme di tutela oppure in un diniego della protezione.

L’andamento degli ingressi per motivi di asilo è legato all’insorgenza di crisi politiche o umanitarie, come evidenziato dal dato del 2011 da collegare alle primavere arabe, ma è anche chiaramente legato alla possibilità di accedere in Italia per motivi di lavoro.

Molte delle persone che sono arrivate via mare tra metà 2014 e metà 2017 e che hanno ingrossato le fila degli ingressi per motivi di asilo avrebbero probabilmente cercato altre modalità di accesso se fossero state disponibili. Se però chiudiamo la porta del lavoro, l’unica che rimane è quella dell’asilo.

Ad ogni modo, gli ingressi per motivi di asilo sono in netto calo dopo il picco del 2017. Questo nonostante non siano state aumentate le quote in entrata per motivi di lavoro, ma come conseguenza degli accordi stretti con la Libia, che hanno reso estremamente complicato per i migranti lasciare la Libia o arrivare in Italia.

Quanti stranieri entrano in Italia? Una conclusione, con sorpresa

In estrema sintesi quindi in questo momento la nostra politica migratoria è: prendiamo solo i familiari di chi già è qui e, se proprio non riusciamo a evitare che arrivino, i titolari di protezione internazionale. Se non si rientra in una di queste due categorie è difficilissimo entrare in Italia. Bisognerebbe dirlo con maggiore franchezza.

Infatti i dati sugli ingressi in Italia ci dicono una cosa sorprendente, considerato il gran clamore che si fa sull’immigrazione di questi tempi: gli ingressi annuali di cittadini extracomunitari in Italia sono in costante calo dal 2010; il 2019 è stato l’anno con il minor numero di ingressi di persone straniere e, complice la pandemia, per il 2020 ci si aspetta un ulteriore netto calo.

Se le politiche migratorie in Italia hanno l’obiettivo di far entrare il minor numero di stranieri possibile, stanno quindi avendo successo. Ci si chiede però se sia una strada auspicabile per contrastare il declino demografico e colmare le lacune del mercato del lavoro.

Quanti sono invece gli immigrati presenti in Italia?

Quanti stranieri diventano cittadini italiani?

Quanti stranieri entrano in Italia? Come entrano? Dati 2018

Il grafico qui sotto riporta l’andamento degli ingressi in Italia di cittadini extracomunitari in base al motivo del permesso negli ultimi 12 anni, secondo i dati Istat.

Scopriamo immediatamente che gli ingressi per motivi di lavoro sono in drastico calo, gli ingressi per motivi familiari e di studio sono più o meno costanti, gli ingressi per motivi di richiesta di asilo e protezione internazionale iniziano a calare dopo il picco raggiunto nel 2017.

Ma come funziona in dettaglio la regolazione dell’accesso di persone straniere in Italia? Quali sono le conseguenze in termini di flussi di persone straniere in entrata nel nostro paese?

Ingressi per motivi di lavoro

Si diceva, gli ingressi per motivi di lavoro in Italia sono in calo. Come mai? Come funziona la regolazione dell’accesso per motivi di lavoro? Funziona che ogni anno lo Stato emana il cosiddetto decreto-flussi, che stabilisce le quote massime di stranieri che possono entrare in territorio italiano per motivi di lavoro.

Bene, questa quota per il 2019 è di 30.850 persone, di cui solo 12.850 per lavoratori autonomi e subordinati e 18 mila per i lavoratori stagionali (per questi ultimi sono arrivate 47 mila domande).

Stessa identica quota del 2018, 2017, 2016 e 2015. Di poco superiore erano le quote del 2014, 2013 e 2012 mentre negli anni precedenti eravamo abituati a numeri ben diversi, che superavano le centomila unità fino al 2011 e addirittura le duecentomila unità fino al 2008.

Va detto che in alcuni anni, tipo il 2010, questi dati sono gonfiati dalle sanatorie, ossia dalla regolarizzazione di immigrati che in realtà già stavano in Italia. Ciò non toglie che le quote riservate agli ingressi per lavoro fossero molto più corpose di quelle di oggi.

Il risultato di questo cambio di rotta è che sempre meno persone entrano in Italia per motivi di lavoro, come evidenziato dal grafico, seppur con una lieve ripresa nel 2018.

Ingressi per motivi familiari

Gli ingressi per motivi familiari sono considerati un indicatore di stabilizzazione del fenomeno migratorio, perché sono spesso il completamento di un processo migratorio che ha portato prima un lavoratore/lavoratrice ad accedere per motivi di lavoro e poi la sua famiglia a raggiungerlo/a per stabilirsi, più o meno definitivamente, in Italia.

Il permesso di soggiorno per motivi familiari può essere richiesto da stranieri regolarmente soggiornanti per motivi di lavoro, studio o asilo e riguarda coniugi, figli minori, figli maggiorenni a carico, genitori a carico se non hanno figli nel paese di provenienza.

Negli ultimi anni il numero di ingressi per motivi familiari è rimasto relativamente stabile intorno alle centomila unità all’anno, con una trend di crescita nel 2017 che si è confermato nel 2018.

Ingressi per motivi di studio

Gli ingressi per motivi di studio sono legati alla frequenza di corsi universitari e di istruzione secondaria, oppure alla partecipazione a programmi di scambio, e alla dimostrazione di possedere adeguati mezzi di sostentamento per rimanere in Italia per la durata del corso di studi e di un alloggio.

Il numero annuale di ingressi per motivi di studio è piuttosto basso, attestandosi nel 2018 sulle 22 mila unità, ma in crescita negli ultimi due anni.

Ingressi per motivi di asilo

Come detto, non esiste un visto per motivi di asilo. Semplicemente una persona entra in Italia e avanza una richiesta di protezione internazionale che può risultare in diverse forme di tutela oppure in un diniego della protezione.

L’andamento degli ingressi per motivi di asilo è legato all’insorgenza di crisi politiche o umanitarie, come evidenziato dal dato del 2011 da collegare alle primavere arabe, ma è anche chiaramente legato alla possibilità di accedere in Italia per motivi di lavoro.

Molte delle persone che sono arrivate via mare tra metà 2014 e metà 2017 e che hanno ingrossato le fila degli ingressi per motivi di asilo avrebbero probabilmente cercato altre modalità di accesso se fossero state disponibili. Se però chiudiamo la porta del lavoro, l’unica che rimane è quella dell’asilo.

Ad ogni modo, gli ingressi per motivi di asilo iniziano a calare nel 2018 rispetto al picco del 2017, e probabilmente saranno in ulteriore calo nel 2019. Questo nonostante non siano state aumentate le quote in entrata per motivi di lavoro, ma come conseguenza degli accordi stretti con la Libia, che hanno reso estremamente complicato per i migranti lasciare la Libia o arrivare in Italia.

Quanti stranieri entrano in Italia? Una conclusione, con sorpresa

In estrema sintesi quindi in questo momento la nostra politica migratoria è: prendiamo solo i familiari di chi già è qui e i titolari di protezione internazionale. Se non si rientra in una di queste due categorie è difficilissimo entrare in Italia. Bisognerebbe dirlo con maggiore franchezza.

Infatti i dati sugli ingressi in Italia ci dicono una cosa sorprendente, considerato il gran clamore che si fa sull’immigrazione di questi tempi: gli ingressi annuali di cittadini extracomunitari in Italia sono inferiori a dodici anni fa, e dal 2010 sono in costante calo; il 2018 è stato l’anno con il minor numero di ingressi di persone straniere, con la sola eccezione del 2016.

Se le politiche migratorie in Italia hanno l’obiettivo di far entrare il minor numero di stranieri possibile, stanno quindi avendo successo, anche se la conseguenza è dover gestire un elevato numero di ingressi illegali con un sistema di accoglienza arzigogolato.

Non è un caso che le più recenti strategie per sbarrare ulteriormente la porta agli immigrati sono quelle di chiudere le rotte migratorie marine e spostare i punti dove si chiede asilo nei luoghi di partenza o di transito dei migranti. E anche questo approccio sta dando i suoi risultati, al prezzo di rimandare le persone a morire in mare o in Libia.

Funzionerà nel lungo periodo? Difficile dirlo, la situazione è molto instabile, e la storia ci insegna che le persone trovano spesso nuovi modi per aggirare gli ostacoli che si frappongono tra le loro condizioni attuali e i loro desideri.

Quanti stranieri entrano in Italia? Come entrano? Dati al 2017

Il grafico qui sotto riporta l’andamento degli ingressi in Italia di cittadini extracomunitari in base al motivo del permesso negli ultimi dieci anni per cui sono disponibili dati.

Scopriamo immediatamente che gli ingressi per motivi di lavoro sono in drastico calo, gli ingressi per motivi familiari e di studio sono più o meno costanti, gli ingressi per motivi di richiesta di asilo e protezione internazionale sono in crescita.

Ingressi per motivi di lavoro

Sempre meno persone entrano in Italia per motivi di lavoro, come evidenziato dal grafico.

Ingressi per motivi familiari

Negli ultimi cinque anni il numero di ingressi per motivi familiari è rimasto relativamente stabile intorno alle centomila unità all’anno, con una lieve crescita nel 2017.

Ingressi per motivi di studio

Il numero annuale di ingressi per motivi di studio è piuttosto basso, attestandosi nel 2017 sulle 18 mila unità.

Ingressi per motivi di asilo

L’andamento degli ingressi per motivi di asilo è legato all’insorgenza di crisi politiche o umanitarie, come evidenziato dal dato del 2011 da collegare alle primavere arabe, ma è anche chiaramente legato alla possibilità di accedere in Italia per motivi di lavoro.

Molte delle persone che sono arrivate via mare tra metà 2014 e metà 2017 e che hanno ingrossato le fila degli ingressi per motivi di asilo avrebbero probabilmente cercato altre modalità di accesso se fossero state disponibili. Se però chiudiamo la porta del lavoro, l’unica che rimane è quella dell’asilo.

Politiche migratorie in Italia: una conclusione, con sorpresa

L’ingresso per motivi di lavoro è ridotto ai minimi termini ed è esattamente questo il motivo che spinge così tante persone a provare ad entrare per poi chiedere asilo. Il grafico che segue mostra in maniera eloquente la correlazione inversa tra i due fenomeni.

In estrema sintesi quindi in questo momento la nostra politica migratoria è: prendiamo solo i familiari di chi già è qui e i titolari di protezione internazionale. Se non si rientra in una di queste due categorie è difficilissimo entrare in Italia. Bisognerebbe dirlo con maggiore franchezza.

Infatti i dati sugli ingressi in Italia ci dicono una cosa sorprendente, considerato il gran clamore che si fa sull’immigrazione di questi tempi: gli ingressi annuali di cittadini extracomunitari in Italia sono ai livelli di dieci anni fa, e dal 2010 sono in costante calo, con l’eccezione del 2017, ultimo anno per cui sono disponibili dati.

Con la diminuzione degli arrivi via mare che si è riscontrata a partire da metà 2017, c’è da immaginare che i dati per il 2018, e soprattutto, per il 2019 faranno segnare un ulteriore calo di ingressi di stranieri in Italia.

Quanti stranieri entrano in Italia? Come entrano? I dati 2007-2016

Come sono entrate le persone straniere in Italia negli ultimi 10 anni?

Il grafico qui sotto riporta l’andamento degli ingressi in Italia di cittadini extracomunitari in base al motivo del permesso negli ultimi dieci anni per cui sono disponibili dati.

Scopriamo immediatamente che gli ingressi per motivi di lavoro sono in drastico calo, gli ingressi per motivi familiari e di studio sono più o meno costanti, gli ingressi per motivi di richiesta di asilo e protezione internazionale sono in crescita.

Ingressi per motivi di lavoro

Si diceva, gli ingressi per motivi di lavoro in Italia sono in calo. Come mai? Come funziona la regolazione dell’accesso per motivi di lavoro? Funziona che ogni anno lo stato emana il cosiddetto decreto-flussi, che stabilisce le quote massime di stranieri che possono entrare in territorio italiano per motivi di lavoro.

Bene, questa quota per il 2018 è di 30.850 persone, di cui solo 12.850 per lavoratori autonomi e subordinati e 18 mila per i lavoratori stagionali. Stessa identica quota del 2017, 2016 e 2015. Di poco superiore erano le quote del 2014, 2013 e 2012 mentre negli anni precedenti eravamo abituati a numeri ben diversi, che superavano le centomila unità fino al 2011 e addirittura le duecentomila unità fino al 2008.

Il risultato di questo cambio di rotta è che sempre meno persone entrano in Italia per motivi di lavoro, come evidenziato dal grafico.

Ingressi per motivi familiari

Negli ultimi cinque anni il numero di ingressi per motivi familiari è rimasto relativamente stabile intorno alle centomila unità all’anno.

Ingressi per motivi di studio

Il numero annuale di ingressi per motivi di studio è piuttosto basso, attestandosi nel 2016 sulle 17 mila unità.

Ingressi per motivi di asilo

Politiche migratorie in Italia: una conclusione, con sorpresa

I dati sugli ingressi in Italia ci dicono una cosa sorprendente, considerato il gran clamore che si fa sull’immigrazione di questi tempi: gli ingressi annuali di cittadini extracomunitari in Italia sono in calo costante da sette anni e non sono mai stati così ridotti negli ultimi dieci anni.

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