Palermo-Napoli 3-1: meglio San Valentino3 min read

15 Febbraio 2015 Uncategorized -

Palermo-Napoli 3-1: meglio San Valentino3 min read

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palermo-napoli 3-1
@desporto.sapo.pt

Ok, avete ragione, ieri sarebbe stato meglio San Valentino.

Le coppie, il lungomare, le pizzerie con le candele accese, guarda quante persone si giurano amore, noi però siamo diversi.

Fortunati.

Meglio: distanti.

Distanti da quanto intanto accadeva a Palermo, dove Dybala e compagnia bella ci invitavano a tavolino a spostare le palle del nostro abaco: 6 gol in due partite – 3 a settembre e 3 a febbraio – vuol dire pescarne uno ogni 30’, in media.

Guagliu’, qui la lucidità per scrivere in maniera ragionata manca.

Che poi non è neanche la storia dei troppi gol incassati con i rosanero, a dirla tutta. Non è che il Napoli va in difficoltà con le squadre di media classifica, a volte persino con quelle piccole. Diciamo bene e meglio: andiamo in difficoltà negli stadi dove, ad un certo punto della gara, quando i nostri avversari vivono uno dei loro momenti migliori, dalle tribune si alza un coro ritmato con le mani come si fa nei palazzi di basket di provincia: PA-LE-RMO! PA-LE-RMO! PA-LE-RMO! U-DI-NE-SE! U-DI-NE-SE! U-DI-NE-SE! (e poi di solito qualche bestemmia in dialetto finisce nella telecamera).

Strinic mi piace, siamo tutti d’accordo credo. Però se la sera prima di giocare decide di bere un po’ di roba croata – roba buona, fatta in casa, spedita dai parenti che vede su Skype due volte a settimana come un 22enne in Erasmus ad Alicante – ‘na chiammat’ l’adda fa’.

Invece Jorginho è nu buon guaglion’. Avrebbe solo voluto vedere la finale di Sanremo, perciò non costruiva.

E poi c’è da essere onesti: considerato il numero di passaggi sbagliati ieri, il 65% di possesso palla finale è un affare (un affare inutile). Cioè ma quelli, i mister, ce lo urlavano sempre a scuola calcio: alzate la testa prima di fare un passaggio! Niente da fare, oh: noi sbagliavamo i passaggi, loro i congiuntivi, e in un certo senso mi è quasi sempre andata bene così.

Il Palermo mi ha ricordato il Napoli di Mazzarri, comunque. Chiuso e poi agile, roccia e ripartenze, una lama a scatto. Come dite, così giocano le provinciali? (Ah signori: se volete intossicarvi anche la domenica in maniera totale e definitiva, mentre noi parliamo la Roma ha pareggiato 0-0 con il Parma, in casa. Come dire: se ieri avessimo…vabbuo’ bonanott).

Comunque Gabbiadini tris, in tutto questo. Faccia pulita, tre gettoni e tre reti, adesso anche di tacco. Sembra uno pratico Rafè, occhio.

A proposito: Rafael. Torniamo da dove eravamo partiti, qua, a San Valentino. Senza essere scurrili si può dire che sul primo gol è stato molto distratto. Forse è innamorato. Avrebbe preferito restare a Napoli con la ragazza a fare il brillante ai baretti. Maglioncino sulle spalle, cocktail avvolto da un tovagliolino porpora, ma davvero fai, fra’, che fatto! La vedo, la immagino la scena.
Lui che poi torna a casa, apre la porta, sul tavolo della cucina trova un Bacio Perugina. Lo apre, scarta il bigliettino e po’ se mett a’ chiagner:

“L’amore è quella cosa alla quale non pensare quando tirano da 40 metri”

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Napoli, luglio '87. Due mesi prima gli Azzurri vincono lo scudetto, lui arriva in ritardo. Una laurea in Storia contemporanea, ma scopre che la Storia non si ripete. Poi redazioni, blog, libri, ciclismo, molti aerei, il tifo, la senape, la vecchia Albione, un viaggio di 10mila km in camper in capo al mondo. Per dimenticare quel ritardo sta provando di tutto.
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