È giunta l’ora di dimettersi3 min read

5 Ottobre 2015 Uncategorized -

È giunta l’ora di dimettersi3 min read

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Galliani
@fgeraci01

Leggendo il titolo, dopo la batosta presa ieri sera da un Napoli che sembrava il Brasile del ’70, il lettore penserà che il riferimento sia a Mihajlovic, su cui tra oggi ed i prossimi giorni ci sarà un disgustoso tiro a segno da parte di chi lecca il culo a Galliani e Berlusconi di professione e di chi, per amicizia, vuole a tutti i costi riabilitare Inzaghi, ossia il peggior allenatore del Milan che io ricordi, quello che giocava a “stiamo tutti dietro e speriamo che davanti Menez sia in giornata buona”.

Il titolo, invece, punta più in alto, a chi amministra, a chi è realmente responsabile di quello che ormai accade da anni. Il Milan è gestito male, da tanto tempo, oserei dire da Calciopoli in poi. Quella in corso è la decima stagione del post Calciopoli ed una squadra che ha sempre avuto il primo o il secondo fatturato ha vinto un solo scudettino, dovuto anche ad un’Inter con la pancia piena da Triplete. Certo, c’è anche la Champions del 2007, sempre più lontana, ma che è da catalogare alla voce “miracoli sportivi”: quel Milan non era la squadra più forte d’Europa, non stava nemmeno tra le prime quattro, ma l’orgoglio di un gruppo di campioni vicini al tramonto, costruito durante le annate precedenti, ha prodotto quelle tre partite di altissimo livello nei momenti giusti.

Gestione pessima che parte dall’alto, dicevamo, con una figura del ds negli anni sempre più sminuita in ambito costruzione della rosa in favore dell’ad, con gli osservatori sostituiti da una rete di procuratori amici. Cosa unica ad alti livelli, che, aggiunta ad una visione globale di come gira il fumo obsoleta, ferma a 20 anni fa, ha prodotto disastri. Fiumi di denaro sprecati in rinnovi folli a giocatori vicini alla bollitura, o in in ingaggi folli ad ex campioni. Acquisti fatti in base alle emergenze del momento o al procuratore amico che chiamava per primo, non scelti in base alle carenze della rosa e ad un progetto tecnico.

Tutto ciò abbinato ad una strategia di comunicazione che definire “arrogante” è un eufemismo, che rimanda ad epoche di fasti sempre più lontane e che non si scusa con nessuno, anzi, punta a dividere i tifosi in “veri” ed “ingrati”. Comunicazione a cui basta che un giocatore mediocre azzecchi due partite di fila per definirlo come “intuizione di Galliani”, salvo poi dimenticarlo quando ritorna ai suoi livelli abituali.

Parte di questa comunicazione riduceva tutti i problemi elencati prima ad una mera questione di budget (salvo poi esaltarsi quando uscivano le classifiche annuali dei fatturati, con il Milan in testa). Peccato che quest’anno la proprietà, dopo anni, abbia deciso di anticipare cash e di indebitarsi in maniera corposa, in vista della plusvalenza che farà con la cessione di quote a Mr. Bee, rendendo il Milan la squadra italiana che ha speso di più in cartellini, considerando la differenza tra acquisti e cessioni.

Purtroppo, la logica seguita è stata sempre la stessa. Allenatore accontentato su due giocatori, ma poi, quando chiedeva a gran voce rinforzi nel reparto che ne aveva più bisogno, è stato ignorato. Il risultato è una rosa squilibrata, non adatta realmente a nessun modulo di gioco (mancano i ricambi e ci sono giocatori adattati, sia si giochi col rombo, sia si giochi col 442).

Il Napoli, rosa costruita con più buon senso, spendendo nettamente meno, ieri ci ha fatto a fette, senza appello, dimostrando una superiorità tecnica a tratti imbarazzante.

Date a Galliani un buon budget e vedete che squadrone vi fa

Eh sì, si è visto. Sarebbe invece ora che lui e Berlusconi si facessero da parte, lasciando il posto a gente giovane, motivata e più adatta al calcio di oggi.

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Blog dal nome sofisticato gestito da un gruppo di pazzi scatenati accomunati dall'amore smisurato per il rosso e il nero. Undici maschi, una quota rosa e tante idee per la testa. Nel nome di Baresi, di Maldini e di Savićević santo. Diavoltaire, pensatori liberi, i filosofanti ciarlatani del Milan.
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