Napoli-Torino 2-1, senza i gol di Higuain (e con David Lopez)3 min read
Reading Time: 3 minutesSe vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi. Tancredi Falconeri lo dice ne Il Gattopardo, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Ammettiamo serenamente che cambiare i due undicesimi di una formazione non significa che tutto cambi; ammettete serenamente che se si tratta dell’undici azzurro un po’ sì, invece: Sarri testa David Lopez-Valdifiori per Allan e Jorginho (squalificato), ma solo per non essere da meno con i test nucleari della Corea del Nord.
Ora, se avete ancora la bocca spalancata vi capiamo. David Lopez e Valdifiori vengono prima della vittoria per 2-1 sul Toro, del clamoroso ottavo gol di Insigne, del 78esimo di Hamsik in serie A, tutti in azzurro, e del disappunto di Boban sui nostri che festeggiano sotto la curva (Zvonimir, facciamo doppio lavoro: festeggiamo anche per le vittorie rossonere). Nel 2015 ci eravamo lasciati secondi con la Viola, a un punto dall’Inter. Rimane tutto com’era. Un momento: Sarri non era espulso. D’altra parte, Quagliarella giocava già nel Toro e aveva già messo da parte i discorsi sugli step avanti. Confermiamo, tutto rimane com’era.
I nostri timori riguardavano i 21 giorni di pausa, il Capodanno degli azzurri e un centrocampista che dietro la maglia oltre al 19 riporta le parole David e Lopez insieme (scherziamo). Ma almeno nel primo tempo i ragazzi sono stati brillanti, con Insigne possente (gol-assist-traversa), Hamsik in rete e un gioco francamente arioso e bello. Passino pure il momentaneo pari di Quagliarella su rigore e le sue mani giunte verso la curva (ha! ha! ha!). Dopo, però, la musica è cambiata, anche perché il Toro è rimasto vivo fino alla fine. Dice: nella ripresa la squadra ha controllato. Noi diciamo che fin quando seguiremo questa squadra certi vizi non ce li toglieremo mai (il fumo, le unghie, il ginocchio che fa su e giù, scegliete il vostro, aggiungetene altri). Sarri ha ragione a dire che gli sarebbe piaciuta più rabbia per chiuderla, perché ci voleva. Anche Reina ha ragione: ora viene la parte divertente della stagione. A proposito, ma questa cosa qua?
Insomma c’è da rallegrarsi. Nonostante un po’ di cose – l’inusuale coppia di mediani; Glik stalker su Higuain; il calo nell’ultimo terzo di gara; l’Inter, che se giocasse a basket vincerebbe comunque 1 a 0 – abbiamo centrato la settima vittoria al San Paolo, e questo anche senza le reti di Gonzalo. Se quest’ultima cosa vi sembra poco, beh sappiate che non lo è: in 11 successi la firma di Higuain manca solo con i Rossoneri, a Milano (0-4).
Dopo 18 gare, a un turno dalla fine del girone d’andata, abbiamo 38 punti (media 2.11 a partita), il terzo miglior attacco (33), la seconda miglior difesa (14) e in casa restiamo imbattuti, cosa che riesce solo al magic Sassuolo. Certo, in trasferta siamo un po’ meno efficienti: la media gol a partita (1.67) è inferiore a quella di Fuorigrotta (2.00) e fa coppia con una difesa leggermente più vulnerabile (0.89) rispetto a quella in casa (0.67). Prima di concordare con voi che di queste cose non ce ne frega niente, che è gennaio, siamo secondi, e caschi anche il mondo tanto domenica saremo tutti a sbronzarci a Frosinone dalle 11, ci rivediamo un momento una cosa, questa.
https://www.youtube.com/watch?v=3fSPCpncepg
A proposito di uomini chiave: col Toro, Hamsik ha collezionato la presenza numero 300 in Serie, delle quali 299 con gli azzurri. L’unica gara nella massima categoria con la maglia di un’altra squadra è il suo esordio, il 20 marzo 2005, 25 minuti con il Brescia a Verona, sponda Chievo. Se non vi basta, sappiate che se domenica dovesse segnare supererebbe le reti di Cavani con il Napoli, ovvero 78. Capitano mio capitano.
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