Napoli-Roma tra campionato e coppe: e se la rosa fosse corta?4 min read

15 Dicembre 2015 Uncategorized -

Napoli-Roma tra campionato e coppe: e se la rosa fosse corta?4 min read

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@goalitalia.it

Quando ci siamo lasciati non avevamo ancora vinto 5-2 con il Legia Varsavia, giovedì, davanti ai 7.922 spettatori del San Paolo. Non avevamo pareggiato 0-0 contro la Roma, domenica, davanti a 55.726 spettatori e sempre al San Paolo. Subito dopo il pari non conoscevamo ancora il nostro prossimo avversario in Europa League, che si chiama Villareal, si trova in Spagna e per noi non è il massimo della fortuna. Quindi martedì 15 dicembre sappiamo tre fatti nuovi: che il Legia fa tenerezza, la Roma no, e andiamo a Villareal, città simile a Palinuro in inverno (d’accordo forse non proprio Palinuro-Palinuro, ma un posto dove si vendono un sacco di Fior di fragola sì, e se non ci credete andateci, e si ci andate poi non lamentatevi del settore ospiti: fa davvero schifo).

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Giovedì, il pubblico delle grandi occasioni per Diego Armando Maradona.

Il Napoli ha chiuso il girone D a punteggio pieno (18), una cosa che in questa stagione è riuscita a nessun’altro in Europa. Forse non diciamo una cretinata se ci pare che nella storia della Coppa Uefa – ho già scritto due volte Europa League, dimenticate che lo faccia una terza – solo altre sei squadre hanno fatto altrettanto. In 540’ abbiamo realizzato 22 reti, subendone tre. Come premio andremo in una città spagnola soporifera.

Dopo 206 parole si deve parlare di Napoli-Roma. Due occasioni pulite per Hamisk, due tiri sporchi di Insigne, Higuain nervoso. Questa partita non l’ho presa male. Ho solo iniziato a ragionare, abbozzare bilanci, fare proiezioni, sentire il terreno più concreto sotto i piedi (dopo Europa League, almeno per ora dimenticate pure la parola ridimensionarci). Guardate, non c’entra Bologna. Non c’entra neanche questo pari bruttino contro una Roma bruttissima da un solo tiro in porta e da possesso palla inferiore al 30%. C’entra il fatto che se durante una gara un pub esulta come ad un gol per la veronica di un difensore (Koulibaly) a centrocampo (sì va bene molto bella), allora qualcosa non va in campo o nelle persone del pub o in entrambe le cose. Credo sia la seconda, perché le sorti degli azzurri sono più importanti dell’equilibrio psicologico di un manipolo di fedeli al bancone. In ogni caso resterei su Napoli-Roma e sulle cose successe in campo o  in prossimità, tipo questa:

https://www.youtube.com/watch?v=aMiqrATBlJ8

Siamo terzi in classifica con 32 punti, a quattro dall’Inter capolista. Sebbene mister Sarri esibisca fiducia (“Con la Roma la migliore prestazione fin qui”) e Garcia vaneggi (“Gol annullato a De Rossi? Non si può dire che la palla esca al 100%. Voi avete le immagini, io dico che non è uscita”), ho un’impressione che da un paio di settimane acquista sostanza: forse iniziamo ad avere il fiato un pochino più corto. Va bene, finora abbiamo speso tanto. Va benissimo, tolte alcune sbavature il cammino azzurro è davvero meritorio. Io oggi sono molto contento. Il punto non è che abbiamo perso una partita e pareggiata un’altra, chissenefrega; il punto è che non abbiamo perso e pareggiato a modo nostro. Questo mi fa un po’ paura.

Il campionato e le coppe sono cose molto lunghe e a differenza dei testi di Ligabue non si ripetono mai. Il mio timore è che possano rivelarsi più lunghe della nostra attuale panchina. Mercoledì c’è la Coppa Italia, per dire, e da febbraio in Europa non si scherza. L’undici di Sarri lo conoscono persino certi tromboni da bicchiere di Porto e Sartre, quelli che il calcio è l’oppio dei popoli e blablabla. Anche loro sanno dire la formazione (mentre rigirano del tabacco tra le dita e parlano di un viaggio ricco di odori e condivisione in Argentina). Finora quell’undici è stato la nostra forza: intesa, fiato, velocità, una macchina oliata e ben coordinata. Due cose, però. La prima: mente e corpo variano nel corso di una stagione, i titolari non possono giocarle tutte contro tutti. La seconda: con un girone di Uefa abbordabile e ben avviato, presto abbiamo potuto puntare su Strinic, David Lopez, Maggio, Chalobah, Chiriches e altri. Serve muoversi a gennaio? Probabile. Strinic tu mi sei simpatico e se potessi ti affiderei la fascia sinistra anche contro il Manchester United, nel caso. Voi lì cosa ne pensate?

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“Chi ha visto Wayne Rooney?” | @ukrainepoland2012.ru

P.S. Mentre scrivevo ho letto una cosa: “Un febbraio di fuoco per il Napoli. Il destino degli azzurri potrà essere deciso in questo ciclo terribile di partite che attende la squadra di Sarri con il ritorno dell’impegno Europeo. Gli azzurri affronteranno il 14 la Juventus a Torino, il 18 gli spagnoli del Villarreal in trasferta, il 21 il Milan al San Paolo con il ritorno europeo il 25 sempre al San Paolo. Infine, il 28, ci sarà  la trasferta insidiosissima sul campo della Fiorentina”. Non pensiamoci. Forse è meglio tornare al pub.

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Napoli, luglio '87. Due mesi prima gli Azzurri vincono lo scudetto, lui arriva in ritardo. Una laurea in Storia contemporanea, ma scopre che la Storia non si ripete. Poi redazioni, blog, libri, ciclismo, molti aerei, il tifo, la senape, la vecchia Albione, un viaggio di 10mila km in camper in capo al mondo. Per dimenticare quel ritardo sta provando di tutto.
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