Di Bologna-Napoli 3-2, o di quanto ci piacciono le sbronze4 min read

6 Dicembre 2015 Uncategorized -

Di Bologna-Napoli 3-2, o di quanto ci piacciono le sbronze4 min read

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@europacalcio.it
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Dal primo al terzo posto in sei giorni, con 31 punti a inseguire Fiorentina (32) e Inter (33). Essere imbattuti non significa per forza essere imbattibili. Essere battuti non significa per forza essere brocchi, specie quando succede dopo 18 gare e 105 giorni dall’ultima sconfitta. Una vittoria dice poco (Inter), una sconfitta anche (Bologna). Conta la cornice. La trama. Il prima. Il tutto. La traccia. L’esecuzione. Il percorso. Oh – maledizione! – l’intera narrazione e tutta la città. Prendere la parte per il tutto è fare una sineddoche. E a Napoli, spesso, significa farsi un sacco male.

Bologna-Napoli 3-2: occasioni perse e occasioni da sfruttare

Il k.o. di domenica contro il Barcellona Bologna è l’ennesima occasione per lavorare su una nostra cattiva abitudine, e non parlo del reggaeton a Bacoli, dei cuoppi di patate fritte o dei napoletani juventini che scrivono su FB il numero degli scudetti vinti in maiuscolo. È questa cosa qui: la mancanza di equilibrio da parte dei tifosi dopo una sonora sconfitta o una sonora vittoria. In ogni senso. Da ogni parte. Troppo spesso. E da che io ricordi.

Lasciate perdere Inter, Roma, Fiorentina, Juve e chi vi pare. La mancanza di un buon equilibrio è tra gli ostacoli più grandi tra noi e la vittoria di qualcosa di memorabile. Quando vinciamo, del bicchiere mezzo pieno non sappiamo cosa farcene: vogliamo tutta la botte. Quando perdiamo, il bicchiere ce lo rompiamo in testa da soli. Attenzione, va detto chiaro e forte: finora non sembra ci siano state le stesse reazioni di altre volte (e questo è un post scaramantico), e la faccenda mi fa almeno mettere in conto una possibile crescita in termini di gestione dello stress.

Anche Sarri – soprattutto Sarri – ai microfoni di Sky è parso molto calmo, concentrato, lucido. Un bel segnale. Ma pensate: in questa città, nella stessa settimana, ho visto invitare Pepe Reina al cuckolding e invocare Rafa Benitez dopo la seconda sconfitta in 19 partite.

Reina
Io non ce la faccio più, voi? | @Instagram

Qui cercheremo di contenere la situazione. Detto questo, però, avevo anche scritto della tristezza che avrebbe fatto seguito ad una sconfitta dopo 18 gare, di mento nei palmi delle mani e Phil Collins. Ecco perché, prima di proseguire, ascolteremo Another day in paradise del nostro Filippo da Londra, così da accontentare anche chi vuole restare un po’ triste ma non per troppo (guardate che non scherzo, eccola).

Diciamo la verità: a Bologna siamo stati piuttosto brutti. Non eravamo più abituati a un numero così alto di passaggi sbagliati e ritardi difensivi (Hysaj, Albiol, Koul…ahhh al diavolo: tutti), confusioni e amnesie. Il Napoli ha espresso un gioco con poco ossigeno e idee spesso secche, e se i bolognesi volevano questo allora clap-clap, perché ci sono riusciti. Neanche Higuain con la faccia scura e le sue piazzate a gioco in corso non li vedevamo da un po’, né ci mancavano; ma se Reina non ricorderà il 6 dicembre 2015 come la migliore delle sue giornate sportive, il doppio Pipita alla Fallaci (di rabbia e di orgoglio) ci ricorda che Bologna dista oltre 1000 chilometri da Waterloo.

Dice: e adesso da dove ripartiamo? Ripartiamo da non scrivere che adesso ripartiamo. Non ripartiamo, noi continuiamo. Con regolarità, sobrietà, efficienza e concretezza, se possibile. E lo facciamo senza clamori o giuramenti di vendette onnipotenti. Per dire: in questo il prossimo match di campionato potrebbe non aiutare, perché a Fuorigrotta arriva la Roma e ho già letto che adesso contro di loro bla, bla, bla. Grande. Uno dei modi più promettenti per prenderne due in casa, temo.

"Guagliu' chist è 'o Bologn' ooh!" | @calciomercato.com
“Guagliu’ chist è ‘o Bologn’ ooh!” | @calciomercato.com

Lo abbiamo visto che effetto ha fatto vincere contro i nerazzurri: passi il calo di forma, comprensibile in un periodo molto teso, ma l’ambiente è rimasto positivo all’alcool test per sei giorni di fila. E allora oh, da domani facciamo un respiro profondo e con serenità guardiamo avanti, a giovedì, perché giovedì c’è il Legia Varsavia in coppa e anche se siamo già qualificati ogni singolo tassello del nostro giocare serve per costruire una visione e un gruppo. Ma soprattutto, un ambiente.

Ecco Bologna a cosa è servita: a rendermi maledettamente serio. Oggi ti odio, Bologna. Ti odio almeno quanto mi piace girare per le tue strade e i tuoi mattoni rossi con un bicchiere in mano, innamorato e sì, senza avere un buon equilibrio.

P.S. Ehi Luca Carboni, te la ricordi questa?
Silvia lo sai.
1987.
La maglia del Bologna sette giorni su sette.
Ok noi ci teniamo Phil Collins allora.
Dopotutto, il nostro paradiso è indossare questi colori.

https://www.youtube.com/watch?v=28YXSur-z-s

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Napoli, luglio '87. Due mesi prima gli Azzurri vincono lo scudetto, lui arriva in ritardo. Una laurea in Storia contemporanea, ma scopre che la Storia non si ripete. Poi redazioni, blog, libri, ciclismo, molti aerei, il tifo, la senape, la vecchia Albione, un viaggio di 10mila km in camper in capo al mondo. Per dimenticare quel ritardo sta provando di tutto.
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