Milan – Juventus: allegre pallonate2 min read

22 Settembre 2014 Uncategorized -

Milan – Juventus: allegre pallonate2 min read

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Milan - Juventus
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Attendevo con una certa irragionevole speranza una vittoria su Allegri, generale cui riconduco gran parte delle responsabilità dello smarrimento della qualità del gioco milanista degli ultimi anni.

Ma il Milan, oltre ad avere un organico di minor valore, è una squadra che si sta riorganizzando, dopo la strana parentesi agli ordini di Seedorf. Le acerbità si riscontrano in un gioco fondato sulle ripartenze, ma che stenta nell’impostazione, e nel non avere ancora delineato un undici titolare.

Ieri in Milan – Juventus giocava la coppia di centrali RamiZapata, a mio modo di vedere la terza migliore combinazione su cui possiamo contare quest’anno (la prima è Alex – Rami), e non ha demeritato: abbiamo giocato contro una squadra che segna in Campionato dal 13 febbraio 2013 e, tra Champions e Serie A, non prende un gol da 801′, dal 28 aprile (Sassuolo – Juventus 1 – 3).

De Jong si è mosso in posizione molto arretrata ed è stato forse il migliore dei nostri, completando un fortino che l’allenatore juventino, però, conosce a menadito; la sua squadra gioca più in orizzontale rispetto a quella di Conte, ma il pericolo arriva pure da Marchisio, che spesso si trovava per diversi metri senza marcatura. Anche perché, tra gli 11 rossoneri, era Ménez quello che non seguiva l’uomo (forse per indicazione di Inzaghi, eh).

I sacrifici nel centrocampo rossonero, dove si è lottato ma giocato pochissimo la palla, hanno coinciso con una serata un po’ scialba dei terzini e un Pereyra degno di Vidal. Anche se chi mi ha davvero stupito per superiorità di gioco è stato Paul Pogba, che in alcuni movimenti mi ricorda il primo Desailly, ma ne è superiore per tecnica e stazza.

L’unica occasione vera del Milan è toccata a Honda in elevazione (!) su cross di Muntari (!!): se avete modo di riguardare l’azione è stupefacente vedere come il giapponese dopo aver colpito la palla rimbalzi via nell’impatto con Chiellini. A dispetto delle buone prestazioni del giapponese, credo che sarà lui ad essere escluso dall’attacco titolare quando Inzaghi potrà disporre dall’inizio anche di Torres.

Berlusconi si chiede cosa serva andare a Milanello se poi i giocatori non fanno quello che dice lui, e io mi chiedo perché non ci rimane a Milanello; si prende questa squadra per un anno e dimostra di essere un grandissimo allenatore invece di mortificare il lavoro di chi, comunque, non escludo possa dare filo da torcere ad Allegri al ritorno.

Io continuo a sperarci. Ad entrambe le cose.

N.B. Sebbene Allegri non sia mai partito così bene, confido che invece mantenga la tradizione di riempire in breve la sua infermeria. Evra racconta allibito di non essersi mai allenato tanto. Staremo a vedere: per ora i risultati mi dicono che la squadra non ha ancora assimilato i suoi insegnamenti…

 

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Nasco tra Milan(o) e l'Inghilterra. E lascio il cuore in Olanda, già che ci sono, tripartito. Da milanista tifo i piedi educati e le menti aperte, i capitani di lungo corso e i registi. Faccio più fatica con i cugini che con i gobbi. Credo che la poesia sia ciò che spunta quando hai la palla all'altezza della linea di metà campo e alzi la testa: tutti i gol migliori partono da lì, che poi vengano segnati di esterno o di fegato, di cuore o di doping.
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