Lorenzo-Ducati: i perché di una scelta coraggiosa5 min read
Reading Time: 4 minutesLa notizia in Motogp ha fatto discutere: in settimana è stato ufficializzato il passaggio di Jorge Lorenzo in Ducati, con lo spagnolo che ha firmato un accordo biennale. Dopo 9 stagioni (compresa l’attuale) in Yamaha, ricche di vittorie, soddisfazioni e corse sempre al vertice della categoria, le strade del binomio ispanico-giapponese sono quindi destinate a separarsi.
Lorenzo-Ducati: i motivi di una scelta coraggiosa
Cosa ha portato a questa decisione? Evidentemente qualcosa deve essere cambiato negli ultimi mesi, perché Lorenzo ha sempre manifestato l’intenzione di voler concludere la sua carriera con la casa nipponica, dichiarandosi pronto a firmare al più presto possibile il rinnovo non più tardi di due mesi fa. Proviamo a vedere la questione sotto vari punti, partendo da quello probabilmente più significativo in tutta la vicenda.
Il clima interno al team Yamaha
Come in tutti gli ambienti lavorativi, avere la giusta serenità è fondamentale per fare bene, e a lungo andare diventa una componente importante, quando bisogna fare scelte di questo tipo. Qui il discorso è particolare, perché in verità Lorenzo non ha abbassato affatto il suo standard di rendimento, ponendosi sicuramente come uno dei riferimenti della Motogp attuale, se non addirittura il pilota più forte presente in griglia.
Nonostante ciò, è indubbio che qualcosa si sia incrinato forse già a fine 2015, in occasione della famigerata gara malese di Sepang, punto di svolta cruciale nella storia recentissima del motomondiale. In quel contesto, infatti, Yamaha prese palesemente le parti di Rossi, facendo prima ricorso contro la penalità inflitta all’italiano, ed avallando poi il suo infruttuoso appello al Tas di Losanna per cercare di cancellarla.
Di contro, Lorenzo fu sostanzialmente invitato a non intromettersi nella vicenda, nonostante la situazione riguardasse indirettamente anche lui, visto che era il rivale di Valentino in ottica titolo, venendo redarguito dalla casa nel momento in cui, invece, decise di presentare una documentazione per “tutelarsi” nella medesima sede.
Oltre a ciò, Yamaha ha poi ribadito il suo legame con Rossi durante il pre-stagione, accordandosi commercialmente e tecnicamente con la Vr46 Riders Academy e sancendo, di fatto, il vero e proprio ruolo di ambasciatore del marchio del pilota pesarese, suggellando il tutto con il rinnovo contrattuale per ulteriori due anni arrivato alla vigilia della prima gara.
Tutto questo a Lorenzo non deve essere andato giù, ma più che altro deve aver pesato in maniera evidentemente insopportabile quella sensazione di essere quasi un intruso, messo in secondo piano nelle considerazioni della casa nonostante i risultati in pista, da diversi anni a questa parte, parlino per lui.
Il rapporto con Gigi Dall’Igna, GM Ducati Corse
Quando si cambia aria, nel mondo dello sport, spesso e volentieri si cercano delle basi concrete per rafforzare la propria decisione, di modo tale da non avere l’impressione di fare un salto nel vuoto. E per Lorenzo questo appiglio è stato rappresentato da Dall’Igna.
L’ignegnere veneto ed il pilota maiorchino si conoscono dai tempi dell’esperienza di quest’ultimo in 250 con Aprilia, con cui Jorge riuscì a vincere due titoli mondiali e ad affermarsi come uno dei giovani talenti più interessanti dell’epoca. I due non hanno mai fatto mistero di stimarsi e di essere rimasti in buonissimi rapporti, e non è difficile immaginare che la prospettiva di poter lavorare nuovamente insieme possa aver influito nella scelta.
Tra l’altro, sotto la gestione Dall’Igna, arrivato in Ducati a fine 2013, la casa italiana ha fatto segnare dei significativi progressi sia con il progetto D16 dedicato alla Motogp, sia con quello Panigale impegnato in Superbike, a conferma delle indubbie capacità del tecnico veneto nel sapere come e dove intervenire per far crescere le proprie creature.
L’offerta economica
Per convincere Lorenzo a passare in Ducati, la casa di Borgo Panigale ha messo sul piatto una proposta da 25 milioni di euro complessivi, una delle più alte nella storia di questo sport per acquisire le prestazioni di un pilota.
Ovviamente, un riconoscimento economico simile ha rappresentato un incentivo in più, dimostrando una alta considerazione verso lo spagnolo e la voglia che Ducati aveva di poter finalmente vantare tra le sue fila un top rider, in grado di permettere quel salto di qualità che piloti come Dovizioso e Iannone probabilmente non possono garantire.
Tuttavia, riterrei paradossalmente meno importante questa motivazione rispetto alle altre sopra menzionate, perché lo stesso Lorenzo, quando ancora si era in fase di trattative, aveva dichiarato che Yamaha gli aveva fatto probabilmente la miglior offerta di sempre sotto l’aspetto economico. Non credo che un conto in banca un “filo” più sostanzioso possa fare una concreta differenza, per un pilota che già in precedenza guadagnava comunque tanto.
Lorenzo-Ducati: funzionerà?
Per vedere come andrà questo nuovo binomio toccherà presumibilmente aspettare i test di fine stagione a Valencia. Impossibile fare previsioni adesso, perché si rimarrebbe nel campo delle congetture e delle ipotesi, che nelle corse lasciano il tempo che trovano e spesso sono solo fatica sprecata.
Resta il fatto che va dato atto allo spagnolo di non aver preso una decisione facile: Yamaha in questo momento resta probabilmente la moto migliore del lotto, la più fruibile in qualsiasi tipologia di tracciato, nonché un mezzo in grado di adattarsi molto bene allo stile di guida dello spagnolo. Lascia quindi una posizione più solida, almeno allo stato attuale.
Tuttavia, è indubbio che una scelta simile contribuisca a smuovere le acque e l’interesse verso il campionato. Le selle delle ufficiali di Honda e Yamaha erano ormai bloccate da un quadriennio, cosa che ha contribuito a renderle quasi irraggiungibili per la concorrenza, ampliando la forbice prestazionale forse ancora più delle effettive differenze tra i vari costruttori, grazie al talento ed alle capacità dei piloti che ci correvano sopra. La concorrenza, quindi, è destinata finalmente ad aumentare.