Click #6 – Lo screensaver e l’Infinito5 min read

20 Gennaio 2014 Giochi -

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Click #6 – Lo screensaver e l’Infinito5 min read

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tucano_flickr_anderson_manciniSchiacci il pulsante, si crea un collegamento.
Un collegamento casuale, non cercato né voluto, ma dettato dall’entropica connessione globale, per cui la realtà è un aggrovigliato insieme di cavi elettrici, lungo i quali gli impulsi viaggiano secondo percorsi imprevedibili. Il sesto pulsante avvia uno screensaver.

Sono lì che fisso il foglio bianco di Word, attonito, in cerca di un’idea per la nuova puntata di questa rubrica, quando all’improvviso parte lo screensaver. Ma sì, dai, lo sapete. Quella schermata che compare quando non toccate mouse o tastiera da troppo tempo, sostituendo quello che stavate facendo con una scena di solito animata, i cui movimenti si ripropongono in loop fino a quando non toccate qualcosa, oppure il monitor va in standby. Si va, nel caso delle persone sobrie, dai loghi di Windows fluttuanti, fino, nel caso delle persone un po’ meno sobrie, a stormi di tucani vestiti da Febbre del sabato sera che roteano da una parte all’altra dello schermo.

Ed è stato allora che – click! – è scattato qualcosa. Mi sono chiesto: se il salvaschermo è stato concepito per ripetere in loop una determinata situazione, fino a quando andrà avanti? è possibile che quei tucani continuino a roteare all’infinito? Per cui ho deciso che avrei provato a rispondere a questo quesito con la logica. Di mezzo ci starebbe pure qualche calcolo matematico, ma d’altronde io ho fatto il liceo classico, dove invece di imparare come funziona il mondo ho studiato il greco antico, di cui tutt’oggi l’unica mia memoria è costituita dal verbo στοκάξoμαι. Perciò, fate voi al posto mio.

Partiamo con ordine. Il primo limite esistenziale incontrato da un salvaschermo è costituito dalle impostazioni generali. Di solito, infatti, è possibile decidere non solo dopo quanto si attiva lo screensaver, ma anche dopo quanto il monitor va in standby, per risparmiare energia. Rimuoviamo questo primo ostacolo, selezionando “mai” per quest’ultima opzione, e i nostri tucani saranno liberi di fluttuare senza che lo schermo si spenga. Ma ovviamente non è tutto così facile.

Il salvaschermo, infatti, va anche incontro a dei limiti fisici. Questi riguardano tre aspetti differenti: alimentazione energetica, deterioramento e sicurezza dell’ambiente. Per continuare a esistere, uno screensaver ha bisogno che il computer su cui gira rimanga acceso, e quindi alimentato da energia di qualsivoglia tipo. Per ovviare a questo inconveniente, sarà perciò necessario dotare il pc di una fonte energetica inesauribile, oppure di fare in modo che all’esaurirsi di una se ne attivi un’altra. Costruire un reattore nucleare nei pressi del computer, dotarlo di pannelli fotovoltaici e di una turbina eolica potrebbe risolvere il problema.

Prendiamo ora in considerazione il secondo aspetto, ovvero quello del deterioramento. Non è che il salvaschermo in sé si deteriori. Non è un oggetto fisico. Ma il computer sì, quello col passare del tempo se ne va in malora. E se per caso si guasta un componente essenziale, allora il gioco è finito. I nostri tucani rotanti sono sprofondati nell’oblio. Per evitare che ciò accada, è necessario quindi garantire una sostituzione continua di ogni parte del pc. Per rimpiazzare i componenti vitali, quelli sistemici, senza interrompere il loop, si potrebbero collegare più computer tra loro e fargli eseguire lo screensaver all’unisono, cosicché se uno necessita di una riparazione temporanea, ci siano gli altri ad assicurare il lavoro. Non ne sono sicuro, ma mettere le apparecchiature sottovuoto potrebbe aiutare a farle durare di più.

Il terzo aspetto è quello più problematico e, in definitiva, antipatico. È infatti ovvio che una delle principali minacce al nostro Salvaschermo Infinito siano le catastrofi ambientali. Se infatti si scatena un terremoto, facendo crollare l’edificio nel quale ci troviamo, addio computer e addio salvaschermo. Uno tsunami, una tromba d’aria o un’invasione di lepidotteri potrebbe risultare altrettanto deleteri. Per cui, è di vitale importanza sistemare il (o i) computer in un territorio con caratteristiche climatiche favorevoli, possibilmente lontano da un vulcano, così da non incappare in spiacevoli inconvenienti. Il massimo sarebbe collocare il tutto in un bunker sotterraneo antisismico, antiatomico, antialluvione e via dicendo.

Ci siamo già sbattuti un sacco per assicurare al nostro screensaver l’eternità, ma purtroppo non basta. Si pongono degli altri problemi. Innanzitutto, noi. Noi siamo un problema. Noi, infatti, molto presto moriremo. Noi non siamo screensaver infiniti, è inutile che ci raccontiamo balle. Per cui, dobbiamo trovare degli esseri umani disposti a raccogliere la nostra gravosa eredità e vegliare sullo screensaver. Non solo. Dobbiamo anche mettere in conto che prima o poi l’umanità tirerà le cuoia. Quindi o ideiamo un sistema che garantisca la continuità in assenza di forme di vita (insomma, la classica AI superintelligente e quindi Malvagia), oppure scoviamo una qualche razza – aliena, ma non necessariamente: secondo me i bradipi promettono bene e sul lungo periodo potrebbero riservarci delle belle sorprese – che abbia voglia di darci una mano dopo la nostra estinzione.

Tutti questi accorgimenti ci portano a uno screensaver che funzionerà in loop per… beh, un bel po’ di tempo. Ma non abbastanza. Non dimentichiamoci, infatti, che abitiamo a due passi da una stella, il pacioso Sole, che tra circa quattro miliardi di anni si trasformerà in un’incazzosissima gigante rossa, incenerendo il nostro pianeta all’istante. E con esso anche il nostro Salvaschermo Infinito. A meno che, è ovvio, noi non abbiamo già avuto l’accortezza di spostarlo nello spazio, oppure su un altro pianeta situato in un sistema solare più ragionevole.

Finito? Niente affatto. Dobbiamo tenere conto del fatto che pure l’Universo ha una sua data di scadenza. Probabilmente. Le teorie in proposito sono molte. C’è chi dice che prima o poi tornerà a contrarsi, fino a quando la materia diventerà così densa che, beh, meglio non essere nei dintorni in quel momento. Chi invece che continuerà a espandersi e raffreddarsi fino a diventare materia inerte dispersa nel vuoto. E poi ci sono un mucchio di altre teorie su come funzioni e sia destinato a guastarsi l’Universo. O gli universi. I multiversi. I vaiasaperechecosaversi. Fatto sta che prima o poi il nostro salvaschermo si arresterà. Dobbiamo farcene una ragione. Ma – ehi! – abbiamo fatto roteare quei dannati tucani per un bel po’ di tempo, ed è già un grosso risultato.

Click, il settimo pulsante accende…

Immagine | Anderson Mancini

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Ciao a tutti, mi chiamo Agu e ho un problema con l’alce. E pure con i correttori automatici. Sono giornalista freelance. Pubblico racconti e disegnetti sul mio blog, Come un dinosauro in un bicchier d’acqua. Se ne avete voglia, dateci un occhio. Prima o poi ve lo restituiremo.
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