Inter-Palermo: finalmente squadra3 min read

9 Febbraio 2015 Uncategorized -

Inter-Palermo: finalmente squadra3 min read

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Inter-Palermo non rappresentava più nessun dentro o fuori, tanti ne abbiamo buttati al vento che l’unica preoccupazione vera di noi tifosi neroblu era di guadagnare qualche punto sulle ultime. Senza scherzare, perché 1 punto tra Empoli,Torino e Sassuolo voleva dire proprio quella cosa lì.

Nella settimana post insulti tra Curva Nord e giocatori, in quei giorni in cui ti pare che non sia cambiato nulla rispetto ai periodi peggiori dell’era Moratti, dopo la beffa in Coppa Italia dove ancora una volta Ranocchia ha mostrato tutti i suoi limiti da difensore e da capitano regalando al Napoli una vittoria tutt’altro che meritata, arriva la domenica sera e ritrovi una squadra cattiva, bella e affamata.

Inter-Palermo: finalmente un centrocampo

Una squadra, in primis. Dove il cuore pulsante, il centrocampo, trova un nuovo interprete che incanta per semplicità, concretezza e intelligenza: Marcelo Brozovic, 22 anni ex Dinamo Zagabria già colonna della nazionale. Un piacere vederlo tessere e recuperare in un centrocampo solitamente sperduto. Medel a coprire la difesa, Brozovic e Guarin a proporre e recuperare palloni, Shaqiri a svariare su tutto il lato offensivo. Una soluzione convincente: finalmente, Mancini.

Già, il centrocampo: Medel a fare il suo senza dover strafare, un Guarin mai visto con più recuperi e assist e un numero incredibilmente basso di palle perse rispetto al suo solito: lo aspettiamo al varco per capire se dopo anni di inutilità e confusione c’è speranza oppure è un assolo in mezzo a tante stonate. Bene Shaq, guizzante, pericoloso e corsaro: è lui a battere il calcio dell’angolo della zuccata di Guarin per l’1-0.

Intendiamoci, il risultato come spesso accade non racconta il match: il Palermo non è in gran serata eppure con il magnifico duo Dybala-Vazquez arriva almeno tre volte vicino al pareggio. L’occasione di inizio secondo tempo è clamorosa, e non fosse che stavolta gira tutto bene, in quell’occasione l’1-1 è cosa fatta.

La difesa ha le solite incertezze e l’infortunio di Nagatomo e l’entrata di Dodò non fa che aumentare il terrore ogni volta che i rosanero arrivano in zona Handa. Ranocchia si prende i soliti rischi, a differenza di Napoli gli va bene. Davanti Palacio è un fantasma, il dispiacere è tanto ma è difficile anche parlarne: un’ombra si aggira per il campo, e quando Brozovic gli serve un pallone fantastico solo da buttare dentro di testa clamorosamente la sbaglia. È chiaro che c’è un problema di testa, e non parliamo delle inzuccate. Speriamo Don Rodrigo possa uscirne.

Una parola va spesa per Mauro Icardi, invece: sempre al centro di voci e polemiche e insulti e dubbi. 13 gol in campionato, capocannoniere con Tevez ma senza giocare nella Juve che quest’anno di palle gol ne produce giusto qualcuna di più, gli altri parlano lui segna. Ieri doppietta da vero centravanti per non parlare del pallonetto geniale di testa che va a sbattere sul palo. Vi potrà non piacere fuori dal campo, ma Maurito è uno di quelli che fanno la differenza, ed i tifosi dovrebbero prima di tutto riconoscere quello invece di fare le portinaie del lunedì.

Forza Maurito, noi siamo al 100% con te. Per dirla con i fratelli Bauscia:

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Scatto in profondità, controllo e, prima del tiro, un impercettibile passo di danza che manda in tilt gli avversari e libera la porta. Tango Hesitation lo chiamano, un movimento sublime un cui tutto – il ritmo, la passione e anche un pallone – rimane sospeso per una frazione senza tempo. Arte e struggimento: il piede e il volto di Diego Milito.
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