Inter-Napoli, tutto da dimostrare4 min read

20 Ottobre 2014 Uncategorized -

Inter-Napoli, tutto da dimostrare4 min read

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Post Inter-Napoli: dirigenti e giocatori dell’Inter sono contenti, gli azzurri no. Già questo fa pensare. Vero è che la partita sembrava perduta al 90′, quando la solita difesa immobile e indifendibile si dimenticava -ancora- di Callejon facendosi infilare dallo spagnolo, ma i commenti rendono bene l’idea di un squadra che deve ancora dimostrare di valere le prime del campionato.

Un pareggio col Napoli non basta neppure all’idea di ripartire dopo la settimana horribilis. La squadra non dà l’idea di poter avere continuità di risultati e imporre un proprio gioco, ogni partita assomiglia ad una sessione di roulette, o se preferite il proverbiale 1×2 che trasforma le partite per i tifosi in un supplizio senza fine. Gli altri siamo convinti invece si divertiranno. Tipo i giornalisti, per esempio.

Vediamo come si è comportata la squadra reparto per reparto, dallo speaker, un po’ rauco, all’ultimo tifoso sugli spalti.

Inter-Napoli: diamo i numeri

Handanovic: voto 6 non ha colpe sui gol subiti, ma dà una sicurezza sulle uscite simile a un bambino piccolo che attraversa la strada da solo. Involuto.

Difesa: voto 4. Siamo generosi e non vogliamo infierire su quello che appare il reparto più scioccante e schizofrenico di tutta la squadra. Arriva il supercampione Vidic dal Manchester United e la prima si fa espellere, la seconda non gioca, la terza regala il gol al Palermo, col Cagliari fa la bella statuina e con il Napoli serve a Callejon l’assist per l’1-0. Urge fare degli esami, non è che abbiamo comprato il sosia? Ranocchia capitan “posso fare bene ma anche tanto male” regala sicurezza un po’ come Handanovic (vedi sopra). Il voto complessivo della difesa è una media tra il 2 che si meritano Vidic e Ranocchia e il voto sufficiente di Juan Jesus, anche lui mai convincente fino in fondo per scelte e senso della posizione.

Centrocampo: voto 7. Il reparto migliore contro il Napoli: bene Kovacic, l’unico a non cercare il compagno indietro quando gli arriva la palla, benissimo Hernanes, la migliore partita da quando è all’Inter. Finalmente abbiamo potuto ammirare il vero Profeta, non solo tecnica ma anche tanto agonismo e rabbia oltre a quel gol meraviglioso al ’91. Bene anche Dodo e Obi sulle fasce, battaglieri e determinati. Quest’ultimo uscito tra gli applausi (e non succede spesso, chiedete a Joel) quando Mazzarri decide in maniera un po’ bizzarra di inserire Mbaye. Al ragazzino trema un po’ la gamba ma giusto farlo giocare, peggio di Jonathan e del Nagatomo dell’ultimo periodo non potrà essere, no? Medel anonimo a parte qualche intervento dei suoi.

Attacco: voto 5. Icardi mai incisivo e Palacio lontano da una buona condizione, girano a vuoto tutta la sera. D’altra parte – escluso Osvaldo- i numeri dell’attacco dell’Inter fin qui sono (im)pietosi: se cercate un colpevole andate in sede a chiedere cosa ci fa una squadra impegnata su più fronti con 3 attaccanti in rosa.

Dalla panchina: Mbaye abbiamo detto emozionato come al primo appuntamento d’amore -gli trema la gamba-, Guarin che dire, Guarin entra e dopo 1 minuto segna quindi viva Guarin!  Poi ritorna alle sue cose nonsense come tirare addosso ai difensori o perdere palla a centrocampo. MVila entra quando Palacio non riesce a stare più in piedi e fa in tempo ad assistere dal campo al vantaggio del Napoli e al pareggio di Hernanes. Non ci ricordiamo però se abbia toccato palla.

Allenatore: voto 6. Fischi all’inizio come ormai consuetudine, solo che sta volta si aggiungono pure quelli dei napoletani, molto numerosi e rumorosi. Accasciato fisicamente e simbolicamente, deve soffrire come un cane durante tutta la partita fino a che non viene cacciato da Orsato. Chissà cosa gli è passato per la testa all’1-2 di Callejon, alla fine è talmente distrutto che non riesce ad andare alle interviste. Per oggi, ci sentiamo di esprimere solidarietà. Per oggi.

Società: voto 5. Nel marketing stiamo diventando bravissimi, addirittura la Pirelli sponsorizza l’annuncio delle formazioni in campo da parte dello speaker. E la squadra? Ieri Moratti e Thohir in tribuna avranno provato imbarazzo quando Palacio è uscito strisciando e al suo posto è entrato il 90, visto che di attaccanti non ce ne sono? Tanti bei proclami di Ausilio e dell’indonesiano, al momento pochi pochissimi fatti. Caro leader, ti aspettiamo alla prova del campo.

Tifosi: voto 8. Zero fischi, solo applausi e incitamento per la squadra da parte dei 40.000, che non si deprimono -forse non fanno in tempo- neanche dopo il vantaggio del Napoli. Bella cornice e belle sensazioni, i tifosi meritano molto di più per la fiducia che ci stanno mettendo.

Immagine| Inter.it

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Scatto in profondità, controllo e, prima del tiro, un impercettibile passo di danza che manda in tilt gli avversari e libera la porta. Tango Hesitation lo chiamano, un movimento sublime un cui tutto – il ritmo, la passione e anche un pallone – rimane sospeso per una frazione senza tempo. Arte e struggimento: il piede e il volto di Diego Milito.
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