Il gender swap nei videogiochi12 min read

19 Marzo 2015 Genere Giochi -

Il gender swap nei videogiochi12 min read

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I cambiamenti di genere del tutto arbitrari – a volte insospettabili – sono meno infrequenti di quanto si possa immaginare. Blanca, Gracie e Sahara di Animal Crossing: City Folk? Nella versione originale erano maschi. Pur spremendomi le meningi, facendomi un tè e guardando fuori dalla finestra, l’unico caso a cui riesco a trovare una possibile spiegazione è quello di Gracie la giraffa: si tratta di una stilista e, un po’ macchiettisticamente, nella versione giapponese è un uomo dal fare pittoresco.

La scelta potrebbe essere stata effettuata o per eliminare ogni ambiguità sessuale dal mondo di Animal Crossing (ma onestamente vi eravate mai fermati a pensare alla sessualità dei personaggi di Animal Crossing prima di leggere queste righe?) oppure, scelta comunque discutibile ma più giustificabile, al fine di non offendere individui LGBT con una rappresentazione stereotipata.

Perché leggendo queste righe potrebbe sembrare che il Giappone sia più progressista dei Paesi occidentali sulle questioni di gender: niente di più lontano dalla realtà.

Seppur nei prodotti culturali giapponesi siano apparsi personaggi LGBT di un certo spessore e le infatuazioni tra personaggi dell’stesso sesso vengano indubbiamente trovate interessanti da alcune fasce di pubblico (non necessariamente gay), la realtà di tutti i giorni è ben più complessa e contraddittoria, come molti altri aspetti della società giapponese.

Gender swap nei videogiochiSenza scendere in un’analisi che pur sarebbe interessantissima, ad essere sdoganati e utilizzati (a volte come comic-relief) dalla tv sono spesso travestiti iper-femminili o sassy, come quello che Sega ci fa incontrare nel capolavoro di Yuji Naka Shenmue 2 (2001). Anche in questo caso l’adattamento scelse, forse per non infastidire le minoranze, di rendere Yuan una donna nell’edizione occidentale del gioco, tuttavia la forzatura riesce davvero male in quanto Yuan, modellato sui travestiti della tv, è un’entità distintamente maschile che ingloba dei comportamenti femminili. Più probabile (e, anzi, quasi impossibile) che il giocatore non si accorga che Cupid è un uomo.

Emblematico di questa ambivalenza di progressismo e conservatorismo nipponico sull’argomento è il personaggio di Kanji Tatsumi in Persona 4, titolo che punta il tutto per tutto sulla bontà della scrittura dei suoi personaggi.

Gender swap nei videogiochiOgnuno dei protagonisti di Persona, nell’arco della storia, si trova a fare i conti con una problematica psicologica che viene introdotta e sviluppata nei dialoghi e trova di solito il suo culmine nello scontro con la propria shadow all’interno del Midnight Channel. Introducendo Kanji, lo script del gioco ci fa intendere che al centro della narrativa del personaggio ci sia la sua celata omosessualità, esplicitata dall’infatuazione per il giovane Naoto.

Tuttavia col progredire della trama scopriamo che la questione perno per il personaggio di Kanji non è di orientamento sessuale ma di gender. Gli abitanti di Inaba pensano che sia gay perché sin da piccolo ha dimostrato attitudine ed interesse per i lavori a maglia e la creazione di pupazzi di peluche, attività che “non vanno bene” per un uomo. Kanji come meccanismo di difesa ha shoccato gli abitati del paesino adottando un look iper-mascolino e da ribelle, con tanto di capelli decolorati (tingersi i capelli è vietato in Giappone agli studenti fino alla fine del liceo), iniziando a nutrire lui stesso dubbi sulla propria sessualità solo dopo l’incontro con Naoto Shirogane.

Gender swap nei videogiochiMa una volta scoperto che il ragazzino prodigio è in realtà una ragazza a cui piace vestire abiti maschili, e affrontata la sua rappresentazione creata dall’inconscio collettivo degli abitanti di Inaba nel Midnight Channel, la sua infatuazione non svanisce né diminuisce: Kanji è semplicemente un ragazzo eterosessuale vessato perché i suoi hobby e comportamenti non sono abbastanza “da uomo”, addirittura portato a interrogarsi sul proprio orientamento sessuale dalla voce corale del paese, che lo vorrebbe gay.

Di fronte a questa rappresentazione così sensibile e matura dei problemi di gender, è incredibile come gli stessi scrittori non si siano fatti problemi a utilizzare la presunta omosessualità di Kanji è in siparietti umoristici che non sfigurerebbero in un film natalizio dei Vanzina, banalizzando una questione che si sono sforzati di trattare con delicatezza e profondità.

La diversa gestione di questioni di immagine intrinsecamente legate a problemi di gender e LGBT da parte degli sviluppatori e degli adattatori di videogiochi può essere allora, oltre che una fonte di aneddoti, una finestra sulla temperie culturale del Paese che produce o adatta i titoli e una spia della maturazione (o mancata maturazione) della sensibilità di pubblico e (soprattutto) addetti ai lavori di una forma di intrattenimento popolare.

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Mercante di parole giramondo. Mentre si dedicava allo studio delle humanae litterae nascosto dentro una giara di rupie, è naufragato sulle coste dell’arcipelago giapponese dov’è scampato alla morte venendo colpito in testa da un funghetto 1UP. Ha divorziato dai carboidrati complessi e benché si possa pensare che sia pigro, tecnicamente è solo impostato in modalità risparmio energetico perché mangia solo cibo ipocalorico.
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