F1: Hamilton tigre della Malesia3 min read

30 Marzo 2014 Uncategorized -

F1: Hamilton tigre della Malesia3 min read

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hamilton-gp malesiaSi è svolta in Malesia la seconda gara del mondiale di F1, e come successo in Australia un pilota Mercedes ha dominato completamente la scena: quest’oggi è toccato ad Hamilton conquistare la vittoria, con Rosberg 2° completa una doppietta per la scuderia tedesca che si conferma come il punto di riferimento indiscusso del campionato in questo avvio di stagione. La gara ha vissuto più che altro su qualche duello piuttosto divertente per definire la zona punti, ed in questo senso qualche passo in avanti in termini di spettacolarità rispetto all’Australia lo si è visto.

Hamilton ha portato a casa una vittoria netta ed indiscutibile: troppo superiore il passo del pilota inglese per poter essere contrastato. A Lewis è bastato mantenere la prima posizione guadagnata grazie alla pole della qualifica per controllare a proprio piacimento la corsa, spingendo e gestendo con estremo agio a seconda delle necessità.

È uscito decisamente battuto dal confronto interno il compagno di squadra dell’inglese, Rosberg, che ha dovuto pensare più che altro a difendere il suo 2° posto dalla minacciosa presenza di Vettel, 3° e al primo podio in campionato dopo il ritiro della prima gara: il campione del mondo in carica ha corso indubbiamente una ottima corsa ed è stato in qualche circostanza in grado di insidiare la posizione di Rosberg, accontentandosi alla fine di un podio che smuove la sua classifica iridata dopo il difficile fine settimana australiano.

Tutti gli altri piloti non sono mai stati davvero in grado di ambire al podio: Alonso ed Hulkenberg (4° e 5°) hanno fatto davvero i salti mortali con ciò che avevano oggi a disposizione, ma non hanno mai dato l’impressione di poter ambire a qualcosa di meglio che un piazzamento, al netto di problemi di chi era davanti.

Preoccupante la gara messa in pista dalla Ferrari: lo spagnolo ha come al solito salvato la situazione portando a casa un piazzamento comunque importante; la mancanza di competitività della rossa ha invece reso le cose ancora più difficili a Raikkonen, già sfortunato nelle prime fasi di gara in quanto costretto a scalare in fondo al gruppo per via di una foratura dovuta ad un contatto con Magnussen, avvenuto in un tentativo di sorpasso del danese sul finlandese. Kimi ha poi faticosamente rimontato qualche posizione ma non è riuscito a terminare nella zona punti, chiudendo 12°.

Ancora una volta la sfortuna ha perseguitato Ricciardo: dopo la squalifica della prima gara in Australia che gli ha tolto il primo podio in carriera, l’australiano ha dovuto rinunciare ad un piazzamento ai piedi del podio per via di un errore del suo team in fase di cambio gomme, con un errato fissaggio della anteriore sinistra, al quale è seguito un cedimento dell’alettone che lo ha costretto poco dopo al ritiro.

Da segnalare anche un discusso (e discutibile) ordine di scuderia in casa Williams, con Massa che ha deliberatamente ignorato l’indicazione del team di lasciar strada a Bottas, in quel momento indicato come più veloce rispetto al brasiliano. La domanda in questi casi è sempre la stessa: che senso ha dare ordini di questo tipo alla seconda gara, per di più per definire la 7°/8° posizione, quindi non certamente un piazzamento prestigioso? Chi riesce a capire certe logiche è davvero bravo.

Immagine| f1grandprix.motorionline.com

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Studente di giurisprudenza come "occupazione" ufficiale e appassionato di sport in generale, più come spettatore che come atleta, ahimè. Seguo con particolare interesse gli sport motoristici e da qualche anno a questa parte il motomondiale (ma pure la superbike), pur essendomi avvicinato ad essi con le 4 ruote e la F1.
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