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È vero che siamo un popolo di bamboccioni?

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Sì, secondo le statistiche. Secondo Eurostat l’età media di uscita di casa dei genitori in Italia è di 30,1 anni, più di molti altri paesi europei. Cosa dicono i dati? Come si spiegano?

Età media di uscita di casa: i dati

30,1 anni, dicevamo. Un’età media di uscita di casa ci colloca al terzo posto in Europa, preceduti solo da Croazia (31,8 anni) e Slovacchia (30,9). La media europea invece è di 25,9 anni e ci sono paesi dove l’età media di uscita di casa è impensabile per le abitudini italiane: 17,8 anni in Svezia, 20,1 in Lussemburgo, 21,1 in Danimarca.

In tutti i grandi paesi europei i giovani lasciano la casa dei genitori per andare a vivere da soli molto prima dei giovani italiani.

Il dato dell’età media di uscita di casa assume proporzioni particolarmente rilevanti per i maschi, che mediamente vanno a vivere in autonomia a 31 anni in Italia, mentre le femmine si distaccano a 29,1 anni, comunque quattro anni dopo la media europea.

L’età media di uscita di casa è un dato in continua crescita: in Italia si lasciava la casa dei genitori a 29,5 anni nel 2004, e da allora la crescita non si è mai fermata, anche se negli ultimi tre anni si è stabilizzata. È un trend che accomuna alcuni paesi europei, ma non si può dire che ci sia una tendenza univoca in Europa.

In particolare, negli ultimi 10 anni (2010 – 2019), l’età media di uscita di casa è cresciuta in 12 paesi, su tutti in Irlanda (+1,7 anni), Cipro (+1,3), Spagna (+1,1). In Italia la crescita è stata più contenuta (+0,4 anni), ma si partiva da un dato già molto alto.

16 paesi hanno visto invece diminuire l’età media di uscita di casa negli ultimi 10 anni, soprattutto paesi del centro-nord Europa e paesi baltici: Lussemburgo (-6,1 anni), Svezia (-2,5), Estonia (-2,2), Slovenia (-1,8), Lettonia (-1,5), Repubblica Ceca (-1,2). I trend tendono a ripetersi anche considerando gli ultimi cinque anni.

Quanti giovani vivono con i genitori: 18-34 anni

Dati simili se, oltre all’età media di uscita di casa, consideriamo anche i dati su quanti giovani vivono ancora con almeno un genitore. Ebbene, il 66% dei giovani italiani tra i 18 e i 34 anni vive con almeno un genitore. Siamo quarti in Europa dopo Croazia (74,5%), Slovacchia (69,7%) e Grecia (69,4%).

La media europea è del 47,6% e i paesi con le più basse percentuali di giovani che vivono con i genitori sono i paesi nordici: Danimarca (17,2%), Finlandia (19,5%), Svezia (22,4%), Olanda (34,9%).

Come vuole l’immaginario collettivo, i maschi tendono più a restare a casa dei genitori (lo fa il 71%), mentre le femmine sono più indipendenti (vive in casa il 61%). Come mai? In Italia l’uscita da casa dei genitori coincide spesso con il matrimonio o l’inizio di una convivenza, fase della vita che le donne tendono ad attraversare prima degli uomini. Questo spiega, almeno in buona parte, perché più femmine giovani vivono fuori dalla casa dei genitori.

L’Italia presenta inoltre percentuali in crescita, eravamo ad esempio al 61% nel 2010, con una crescita quindi di 4,7 punti percentuali in dieci anni. La percentuale di giovani che vivono con almeno un genitore è aumentata ancora di più in Spagna (+13 punti), Grecia (+9,8), Irlanda (+7,8), Belgio (+6,1). È invece diminuita in maniera consistente in Lettonia (-12,9 punti), Estonia (-10,1), Lituania (-8,1), Malta (-7,8) e Bulgaria (-6,8).

Quanti giovani vivono con i genitori: 25-34 anni

Le differenze tra paesi sono ancora più interessanti se consideriamo la fascia 25-34 anni, quando ci aspettiamo che ci sia più autonomia da parte dei giovani. L’Italia rimane il quarto paese in Europa, con il 49,2% dei giovani tra i 25 e i 34 anni che vivono ancora con i genitori, superata anche qui da Croazia (62,2%), Grecia (57,8%) e Slovacchia (56,4%).

Nei paesi nordici praticamente tutti i giovani dopo i 25 anni sono usciti di casa: vivono con i genitori il 4% dei giovani danesi, il 4,8% dei finlandesi, il 5,7% degli svedesi. Differenze abissali. Se consideriamo i paesi più grandi siamo messi così:

Come si spiegano questi dati?

Come al solito questi dati da soli dicono tutto e dicono niente. Dipendono dalla “cultura mammona” del popolo italico? Dalla mancanza di opportunità lavorative e dunque di reddito sufficiente? Dalle carenze di un sistema di welfare storicamente sbilanciato a favore di bambini e, soprattutto, anziani?

Probabilmente da un mix di queste motivazioni, anche se le ricerche sulla cosiddetta transizione all’età adulta indicano come il fattore economico sia quello più importante. Insomma, se avessero un reddito stabile o delle prospettive di lavoro stabili, la maggior parte dei giovani italiani sarebbe ben disposta a lasciare la casa dei genitori.

Non è un caso che, anche negli altri paesi europei, i dati sull’età media di uscita di casa e sulla percentuale di giovani che vivono con i genitori abbiano avuto quasi ovunque una crescita negli anni della crisi economica, per poi tornare in alcuni paesi a decrescere dopo il 2013.

Inoltre, alcune ricerche condotte negli ultimi anni hanno evidenziato come in alcuni paesi europei (quelli anglosassoni e quelli mediterranei, tra cui quindi l’Italia) ci sia una forte correlazione tra possesso di un reddito e autonomia abitativa.

In questi paesi inoltre conta molto la dotazione economica familiare iniziale, che spesso sostituisce o integra il reddito del giovane, con ciò contribuendo alla riproduzione intergenerazionale delle disuguaglianze sociali ed economiche.

Nei paesi del centro-nord Europa invece l’accesso ad un’abitazione indipendente dai genitori è tendenzialmente più democratica, grazie a forme di protezione sociale previste dal sistema di welfare che consentono anche ai giovani privi del reddito necessario, e privi di dotazione familiare, di uscire dalla casa dei propri genitori. Il regime di welfare dei paesi mediterranei affida invece un ruolo determinante alla famiglia.

In conclusione, l’età media di uscita di casa in Italia è molto alta se paragonata a quella del resto d’Europa. L’età media di uscita di casa è più bassa per le femmine, ma questo potrebbe essere legato al fatto che si sposano o entrano in una convivenza prima dei maschi. Le motivazioni di questi dati sembrano essere prevalentemente legate a fattori economici, e alla configurazione delle politiche di welfare. Non si registrano tendenze univoche valide ovunque, anche se in linea di massima i dati seguono le fluttuazioni dei contesti economici.

Età media di uscita di casa: riferimenti bibliografici

Aassve, Arnstein / Billari, Francesco / Mazzuco, Stefano / Ongaro, Fausta (2002) ‘Leaving Home: A comparative Analysis of ECHP Data’, Journal of European Social Policy, 12 (4): 259-276.
Ayllón, Sara (2009) Modelling State Dependence and Feedback Effects Between Poverty, Employment and Parental Home Emancipation Among European Youth, SOEPpaper no. 235, Berlin: German Socio-Economic Panel Study.
Billari, Francesco (2004) ‘Becoming an Adult in Europe: A Macro(/Micro)-Demographic Perspective’, Demographic Research, Special Collection 3, Article 2: 15-44.
Livi Bacci, Massimo (2005) Il Paese dei Giovani Vecchi, IlMulino, vol. LIV, n. 419, 3/2005.
Mendola, Daria / Busetta, Annalisa / Aassve, Arnstein (2008) Poverty Permanence Among European Youth, ISER Working Paper Series no. 2008-04, Colchester: University of Essex Institute for Social & Economic Research.
Moreno, Almudena (2012) ‘The Transition to Adulthood in Spain in a Comparative Perspective: The Incidence of Structural Factors’, Young, 20 (1): 19-48.

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Immagine | Luis Hernandez

Età media di uscita di casa: i dati 2018

30,1 anni. Un’età media di uscita di casa ci colloca al quarto posto in Europa, preceduti solo da Croazia (31,8 anni), Slovacchia (30,9) e Malta (30,7). La media europea invece è di 26 anni e ci sono paesi dove l’età media di uscita di casa è 18,5 anni (Svezia), 21,1 (Danimarca), 22 (Finlandia).

In tutti i grandi paesi europei i giovani lasciano la casa dei genitori per andare a vivere da soli molto prima dei giovani italiani: a 23,7 anni in Germania e Francia, 24,7 nel Regno Unito, 27,6 in Polonia, 29,5 in Spagna.

Il dato dell’età media di uscita di casa assume proporzioni particolarmente rilevanti per i maschi, che mediamente vanno a vivere in autonomia a 31,2 anni in Italia, mentre le femmine si distaccano a 29,1 anni, comunque quattro anni dopo la media europea.

L’età media di uscita di casa è un dato in continua crescita: in Italia si lasciava la casa dei genitori a 29,5 anni nel 2004, e da allora la crescita non si è mai fermata. È un trend che accomuna alcuni paesi europei, ma non si può dire che ci sia una tendenza univoca in Europa.

In particolare, negli ultimi 15 anni (2004 – 2018), l’età media di uscita di casa è cresciuta in 13 paesi, in particolare in Europa mediterranea e orientale e nei paesi anglosassoni: Malta (+1,7 anni), Grecia (+1,6), Slovacchia (+1,4), Bulgaria (+1,3), Irlanda (+1,2), Regno Unito (+1,1). In Italia la crescita è stata più contenuta (+0,6 anni), ma si partiva da un dato già molto alto.

15 paesi hanno visto invece diminuire l’età media di uscita di casa negli ultimi 15 anni, soprattutto paesi del centro-nord Europa e paesi baltici: Lussemburgo (-6,2 anni), Lituania (-2,7), Slovenia (-2,6), seguite da Estonia, Polonia, Lettonia. I trend tendono a ripetersi anche considerando gli ultimi dieci e cinque anni.

Dati simili se, oltre all’età media di uscita di casa, consideriamo anche i dati su quanti giovani vivono ancora con almeno un genitore (aggiornati al 2017). Ebbene, il 66,4% dei giovani italiani tra i 18 e i 34 anni vive con almeno un genitore. Siamo quarti in Europa dopo Croazia (73,2%), Slovacchia (70,9%) e Grecia (67,2%).

La media europea è del 48,1% e i paesi con le più basse percentuali di giovani che vivono con i genitori sono i paesi nordici: Finlandia (18,7%), Danimarca (19,2%), Svezia (25,5%), Olanda (35%).

Come vuole l’immaginario collettivo, i maschi tendono più a restare a casa dei genitori (lo fa il 72,7%), mentre le femmine sono più indipendenti (vive in casa il 59,8%). Come mai? In Italia l’uscita da casa dei genitori coincide spesso con il matrimonio o l’inizio di una convivenza, fase della vita che le donne tendono ad attraversare prima degli uomini. Questo spiega, almeno in buona parte, perché più femmine giovani vivono fuori dalla casa dei genitori.

L’Italia presenta inoltre percentuali in crescita, eravamo ad esempio al 60,9% nel 2005, anche se questa è una caratteristica comune a molti paesi europei. In Ungheria la percentuale di giovani che vivono con almeno un genitore è aumentata di 10 punti dal 2005 al 2018, in Belgio e Grecia di 9 punti, nel Regno Unito di 7 punti. Il fenomeno interessa anche paesi come la Spagna, la Francia, il Portogallo, la Svezia.

Tra i pochi paesi in cui la percentuale di giovani che vivono con i genitori è in diminuzione segnaliamo l’Estonia (-12 punti percentuali), la Romania e la Germania (-8 punti).

Se consideriamo gli ultimi cinque anni però notiamo un’inversione di tendenza: nella maggior parte dei paesi europei la percentuale di giovani che vive con i genitori è in calo: di 5 punti in Austria, 4 punti in Bulgaria e Repubblica Ceca. Fanno eccezione l’Irlanda (+8,4 punti percentuali), la Spagna (+6 punti), la Grecia (+5 punti), il Belgio (+3,7), la Francia (+2) e l’Italia (+1,2 punti).

Le differenze tra paesi sono ancora più interessanti se consideriamo la fascia 25-34 anni, quando ci aspettiamo che ci sia più autonomia da parte dei giovani. L’Italia rimane il quarto paese in Europa, con il 49,3% dei giovani tra i 25 e i 34 anni che vivono ancora con i genitori, superata anche qui da Croazia (59,7%), Slovacchia (57%) e Grecia (56,3%).

Nei paesi nordici praticamente tutti i giovani dopo i 25 anni sono usciti di casa: vivono con i genitori il 3,2% dei giovani danesi, il 4,7% dei finlandesi, il 6% degli svedesi. Differenze abissali. Se consideriamo i paesi più grandi siamo messi così:

Età media di uscita di casa: i dati 2016

L’età media di uscita di casa in Italia nel 2016 è di 30,1 anni. Questa età media di uscita di casa ci colloca al quarto posto in Europa, preceduti solo da Malta (31,8 anni), Croazia e Slovacchia. La media europea invece è di 26,1 anni e ci sono paesi dove l’età media di uscita di casa è 20,7 anni (Svezia), 21 (Danimarca), 21,9 (Finlandia).

Il dato dell’età media di uscita di casa assume proporzioni particolarmente rilevanti per i maschi, che mediamente vanno a vivere in autonomia a 31,3 anni in Italia, mentre le femmine si distaccano a 29 anni, comunque quattro anni dopo la media europea.

L’età media di uscita di casa è un dato in continua crescita: in Italia si lasciava la casa dei genitori a 29,8 anni nel 2006, e da allora la crescita non si è mai fermata. È un trend che accomuna alcuni paesi europei, ma non si può dire che ci sia una tendenza univoca in Europa.

In particolare, negli ultimi dieci anni (2006 – 2016), l’età media di uscita di casa è cresciuta in 14 paesi, in Europa mediterranea e orientale e nei paesi anglosassoni: Ungheria (+1,6 anni), Irlanda (+1,1), Slovacchia (+1,1), Croazia (+1) e a seguire Portogallo, Regno Unito, Lettonia, Spagna, Bulgaria, Grecia.

Nei paesi baltici e dell’Europa centrale e settentrionale l’età media di uscita di casa è invece diminuita negli ultimi dieci anni, con dati particolarmente rilevanti in Lituania (-3,3 anni!), Lussemburgo (-1,8), Estonia (-1,7) e Slovenia (-1,5).

I trend tendono a ripetersi anche considerando solo gli ultimi tre anni e l’ultimo anno. Rispetto ai dati di medio periodo, solo quattro paesi invertono la tendenza in modo significativo: il Belgio, dove il dato ha cominciato salire dal 2013 interrompendo una tendenza decrescente, e Grecia e Cipro, dove invece l’età media di uscita di casa si sta abbassando.

Va ancora peggio (per l’Italia) se, oltre all’età media di uscita di casa, consideriamo anche i dati su quanti giovani vivono ancora con almeno un genitore (aggiornati al 2015). Ebbene, il 65,4% dei giovani italiani tra i 18 e i 34 anni vive con almeno un genitore. Siamo terzi in Europa dopo Croazia (70,3%) e Slovacchia (67,2%).

La media europea è del 48,1% e i paesi con le più basse percentuali di giovani che vivono con i genitori sono la Danimarca (18,6%), la Finlandia (20,4%), la Svezia (21,5%), la Gran Bretagna (33,7%).

Come vuole l’immaginario collettivo, i maschi tendono più a restare a casa dei genitori (lo fa il 71,8%), mentre le femmine sono più indipendenti (vive in casa il 58,8%). Ma siamo sicuri che sia così? In Italia l’uscita da casa dei genitori coincide spesso con il matrimonio o l’inizio di una convivenza, fase della vita che le donne tendono ad attraversare prima degli uomini. Questo spiega, almeno in buona parte, perché più femmine giovani vivono fuori dalla casa dei genitori.

L’Italia presenta inoltre percentuali in crescita, eravamo ad esempio al 60,9% nel 2004, anche se questa è una caratteristica comune a molti paesi europei. Pensate che in Ungheria la percentuale di giovani che vivono con almeno un genitore è aumentata del 15,3%. Altri paesi con dati in crescita consistente sono Repubblica Ceca, Belgio, Grecia, Portogallo. Il fenomeno interessa anche paesi come la Francia, la Gran Bretagna e l’Olanda.

Tra i pochi paesi in cui la percentuale di giovani che vivono con i genitori è in diminuzione segnaliamo l’Irlanda (-8,5%), l’Estonia (-8,1%), ma anche Slovenia, Germania e Finlandia.

Particolarmente rilevante è la situazione dei giovani tra i 18 e i 24 anni, che nel 92,6% dei casi vivono ancora con almeno un genitore. Solo Malta fa “peggio” di noi in questa fascia di età, mentre la media europea è del 78,9%. Per dire, in Danimarca due giovani su tre sono già fuori casa entro i 24 anni.

I 25-34enni mostrano invece più indipendenza: “solo” 1 su 2 vive ancora con i genitori, anche se comunque la media europea è del 28,9%, e in Danimarca, Svezia e Finlandia sono praticamente tutti già autonomi.

Età media di uscita di casa: i dati 2015

Siamo un popolo di bamboccioni? Sembrerebbe di sì, a guardare, superficialmente, i dati europei. Secondo Eurostat l’età media di uscita di casa dei genitori in Italia è di 30,1 anni. Questa età media di uscita di casa ci colloca al quarto posto in Europa, preceduti solo da Croazia (31,4), Slovacchia e Malta. La media europea invece è di 26,1 anni e ci sono paesi dove l’età media di uscita di casa è 19,7 anni (Svezia), 21,1 (Danimarca), 21,9 (Finlandia).

Il dato dell’età media di uscita di casa assume proporzioni particolarmente rilevanti per i maschi, che mediamente vanno a vivere in autonomia a 31,3 anni, mentre le femmine si distaccano a 29 anni, comunque 4 anni dopo la media europea.

L’età media di uscita di casa è un dato in continua crescita: in Italia si lasciava la casa dei genitori a 29,5 anni nel 2004, e da allora la crescita non si è mai fermata. È un trend che accomuna molti paesi europei, ma non tutti.

In particolare, negli ultimi dieci anni, l’età media di uscita di casa è cresciuta in 15 paesi, molto nell’Europa mediterranea (Cipro +2,1 anni, Malta, +1,6 anni e Grecia, +1,1 anni), ma anche in Spagna, Italia, Portogallo e nei paesi anglosassoni (Irlanda, + 1 anno, Regno Unito, +0,9 anni).

L’incremento è particolarmente rilevante negli ultimi cinque anni, probabilmente per effetto della crisi economica che ha spinto molti giovani a ritardare l’uscita da casa. Spettacolare il dato di Cipro (+2,6 anni), ma il fenomeno ha interessato pesantemente anche Grecia e Irlanda e, in forma minore, Spagna, Olanda e Regno Unito.

Se consideriamo solo l’ultimo anno tuttavia notiamo un rallentamento nel trend di crescita del fenomeno. La crescita più significativa nel dato sull’età media di uscita di casa è quella di Irlanda e Malta (+0,5 anni), seguite da Croazia (+0,4) e Francia (+0,2). In 5 paesi, tra cui l’Italia, il dato del 2015 è invariato rispetto al 2014.

Ben 13 paesi hanno visto diminuire l’età media di uscita di casa dei genitori nell’ultimo anno, con una drastica diminuzione in Lussemburgo (-3,6 anni!) e Svezia (-1,1 anni, dopo l’aumento di 1,2 anni dello scorso anno). Significativi anche i dati di alcuni paesi dell’est Europa: Estonia e Romania (-0,6 anni), Lettonia e Lituania (-0,5).

Se consideriamo l’evoluzione dell’età media di uscita di casa degli ultimi dieci anni, la diminuzione riguarda soprattutto Lussemburgo (-3,4 anni), Lituania (-2,9) e Slovenia (-1,2). In diminuzione anche il dato in Estonia, Svezia, Repubblica Ceca, Belgio, Ungheria, Polonia, Finlandia, Germania e Danimarca. Negli ultimi cinque anni, il dato più importante, dopo quello del solito Lussemburgo (-3,1 anni), è quello della Slovenia (-1,3), seguita da Bulgaria e Lituania (-1,2 anni).

Età media di uscita di casa: dati 2013

Secondo Eurostat l’età media di uscita di casa dei genitori in Italia è di 29,9 anni. Questa età media di uscita di casa ci colloca al quarto posto in Europa, preceduti solo da Croazia (31,9), Slovacchia e Malta. La media europea invece è di 26,1 anni e ci sono paesi dove l’età media di uscita di casa è 19,6 anni (Svezia), 21 (Danimarca), 21,9 (Finlandia).

Il dato dell’età media di uscita di casa assume proporzioni particolarmente rilevanti per i maschi, che mediamente vanno a vivere in autonomia a 30,9 anni, mentre le femmine si distaccano a 28,6 anni, quasi 4 anni dopo la media europea.

Va ancora peggio (all’Italia) se, oltre all’età media di uscita di casa, consideriamo anche i dati su quanti giovani vivono ancora con almeno un genitore. Ebbene, il 65,2% dei giovani italiani tra i 18 e i 34 vive con almeno un genitore. Siamo terzi in Europa dopo Slovacchia (74,1%) e Croazia (71,3%).

La media europea è del 48,1% e i paesi con le più basse percentuali di giovani che vivono con i genitori sono la Danimarca (19,2%), la Finlandia (20,5%), la Svezia (23,9%), la Gran Bretagna (34,2%).

Come vuole l’immaginario collettivo, i maschi tendono più a restare a casa dei genitori (lo fa il 71,1%), mentre le femmine sono più indipendenti (vive in casa il 59,2%). Ma siamo sicuri che sia così? In Italia l’uscita da casa dei genitori coincide spesso con il matrimonio o l’inizio di una convivenza, fase della vita che le donne tendono ad attraversare prima degli uomini. Questo spiega, almeno in buona parte, perché più femmine giovani vivono fuori dalla casa dei genitori.

L’Italia presenta inoltre percentuali in crescita, eravamo ad esempio al 60,9% nel 2004, anche se questa è una caratteristica comune a molti paesi europei. Particolarmente rilevante è la situazione dei giovani tra i 18 e i 24 anni, che nel 92,9% dei casi vivono ancora con almeno un genitore. Solo Slovacchia e Malta fanno “peggio” di noi in questa fascia di età, mentre la media europea è del 79,5%. Per dire, in Danimarca due giovani su tre sono già fuori casa entro i 24 anni.

I 25-34enni mostrano invece più indipendenza: “solo” 1 su 2 vive ancora con i genitori, anche se comunque la media europea è del 28,5%, e in Danimarca, Svezia e Finlandia sono praticamente tutti già autonomi.

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