Elezioni Amministrative: la Basilicata al voto2 min read
Reading Time: 2 minutesDomenica e lunedì si voterà in Basilicata per il rinnovo del Consiglio regionale, ridotto per la prima volta da 30 a 20 componenti, e per l’elezione del presidente. Si torna alle urne dopo le dimissioni di Vito De Filippo (PD) rassegnate a fine aprile scorso in seguito all’emersione dello scandalo dei rimborsi truccati che ha coinvolto in modo trasversale esponenti di destra, di centro e di sinistra.
Le polemiche però, sembrano destinate ad investire anche la futura amministrazione. A denunciare presunte irregolarità nella raccolta delle firme per la presentazione delle liste sono ancora una volta i radicali che in Basilicata si presentano col simbolo de La Rosa nel Pugno.
Potenza come Milano a dimostrazione che, in politica, il rispetto delle regole è un optional tanto al sud quanto al nord. I candidati alla presidenza sono 8:
– Marcello Pittella, fratello del più noto europarlamentare nonché candidato alle primarie del Pd Gianni, per il centrosinistra.
– Salvatore Tito di Maggio, senatore eletto con Scelta Civica, è il candidato del Pdl Udc e Fratelli d’Italia.
– Florenzo Doino è il candidato del Partito Comunista dei Lavoratori.
– Doriano Manuello è sostenuto dalla lista Matera si Muove.
– Maria Murante è la candidatura proposta da Sel.
– Franco Grillo è il candidato della lista Movimento Grillo e Pensioni, accusata di essere una lista civetta.
– Il movimento 5 stelle propone Piernicola Pedicini
– Infine, Elisabetta Zamparutti correrà per la Rosa nel Pugno.
E’ stata invece esclusa la lista la Destra Fiamma Tricolore che candidava Leonardo Rocco Tauro e non potrà partecipare alle elezioni nemmeno il tenente Giuseppe di Bello essendo stata ricusata anche la lista Basilicata 2.0. La vicenda del tenente di Bello è però interessante e pone diversi spunti di riflessione.
In origine, infatti, Di Bello avrebbe dovuto essere il candidato presidente del Movimento 5 stelle avendo vinto le primarie online. In un primo momento è stato escluso, a quanto pare, per via della condanna precedentemente subita in primo grado a 2 mesi e 20 giorni per rivelazione di segreto d’ufficio. Il tenente di polizia provinciale si sarebbe reso colpevole, insieme al radicale Maurizio Bolognetti, di aver effettuato a proprie spese delle analisi sulle acque della diga del Pertusillo denunciandone l’inquinamento all’opinione pubblica.
Il movimento si sa, ha fatto della legalità la sua bandiera e non fa sconti a nessuno nell’applicazione ottusa di un principio sbagliato secondo il quale qualunque condanna penale inibisce la partecipazione alle elezioni.
red
Per il Movimento 5 Stelle, Pertino non avrebbe potuto condidarsi all'assemblea costituente...
red
Si tratta ovviamente di Pertini, al quale Grillo non avrebbe fatto mancare la tristissima abitudine, che lo accomuna al fu Emilio Fede, di modificare i cognomi dell'avversario politico...