E sempre Allegri bisogna stare2 min read

4 Novembre 2013 Uncategorized -

E sempre Allegri bisogna stare2 min read

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La Barriera

Non credo che Massimiliano Allegri sia l’unico responsabile del peggiore inizio di stagione cui i giovani tifosi rossoneri abbiano mai assistito. Lo reputo invece colpevole del pessimo gioco che la squadra ha espresso in questi 3 anni e 4 mesi, vincitrice o perdente che sia stata; lamento il suo ruolo nella dipartita di Pirlo (unico italiano che figura, per scriverne una, tra i 23 finalisti del Pallone d’Oro 2013) e nella scientifica volontà di imbottire il centrocampo del Milan di picchiatori.

Dopo il genio bresciano e il Fantantonio nazionale, tocca a Massimo Ambrosini vestire i panni del 3° fantasma dei Natali passati e ricordare al Milan come a giugno sia stato congedato da calciatore finito. In effetti la voglia è tanta ma riuscirà a giocare solo 30′, in tempo per ricevere l’applauso della curva amata e il saluto come “ultimo dei casciavit“.

M’interrogo su quanto (tanto) si debba all’allenatore livornese la ressa che puntualmente ha luogo nell’infermeria di Milanello e ne sprezzo la sua resistenza ad effettuare cambi a partita in corso. Sabato ha sostituito 2 giocatori: anche con la fatica di un’ora di gioco tutti e 9 i giocatori in campo (un confusionario Muntari e un evanescente Birsa gli unici a lasciare il manto prima dei 3 fischi) erano i migliori schierabili? Quel Matri che è stato preferito a rinforzi difensivi ha già dimostrato di non meritare neanche 20’?

Il Milan è oggi una squadra con giovani di talento (De Sciglio, Saponara, Balotelli, El Shaarawy, Poli, Niang) con una spruzzata di romanticismo (Kakà), ma non viene disposta con sapienza (ancora un 4-3-3 senza esterni!); le campagne acquisti all’insegna della sacrosanta sobrietà, solo proclamata, hanno portato in squadra punte e non difensori o centrocampisti. Che il nostro piangere fa male al re, ma il nostro illuderci fa bene a casse e consensi elettorali.

Non amavo il Mister quando, da vice allenatore dietro ad Ibrahimovic, conduceva la mia squadra a vincere, e non lo risparmio ora che la porta a perdere; sarò franco (minuscolo, non ho numeri 6 alle spalle): un pezzo del genere lo avrei scritto anche un anno fa quando poi si è raggiunta (…) la zona Champions.

Sono contrario agli esoneri (il contratto di Allegri scadrà a giugno), ma accetterei di buon grado le improbabili dimissioni: le riserve della Fiorentina hanno tirato in porta pochissimo, ma noi in area siamo andati per lasciarci cadere, statue di ghiaccio fragili e precarie.

La soluzione?

Si trova nei Sette Regni, continente in cui è ambientato Game of Thrones: prima di volare in Spagna la squadra andrà in ritiro al Nord, tra i Guardiani della Notte, a studiare da vicino il ciclopico muro di ghiaccio chiamato “la Barriera” per provare a riproporla in campo; difenderemmo i calci di punizione rimanendo ben chiusi e in attacco impareremmo a stare in piedi quando i marcatori avversari ci sfioreranno.

E sempre in piedi bisogna stare…

Foto| GOTsfile

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Nasco tra Milan(o) e l'Inghilterra. E lascio il cuore in Olanda, già che ci sono, tripartito. Da milanista tifo i piedi educati e le menti aperte, i capitani di lungo corso e i registi. Faccio più fatica con i cugini che con i gobbi. Credo che la poesia sia ciò che spunta quando hai la palla all'altezza della linea di metà campo e alzi la testa: tutti i gol migliori partono da lì, che poi vengano segnati di esterno o di fegato, di cuore o di doping.
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