Donne che hanno fatto, e fanno, la storia della politica29 min read

26 Dicembre 2020 Genere Politica -

Donne che hanno fatto, e fanno, la storia della politica29 min read

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11. Aung San Suu Kyi

Aung San Suu Kyi è stata leader dell’opposizione al regime militare dell’attuale Myanmar, insignita del premio Nobel per la pace nel 1991.

Nata nel 1945 a Rangoon, ex capitale del Myanmar (già Birmania), Aung San Suu Kyi è figlia del generale Aung San, considerato “padre della nazione” in quanto combatté per una Birmania libera dal coloniasmo britannico. Ucciso nel 1947 da un gruppo di paramilitari dell’ex premier poco prima che riuscisse a formare un governo, Aung San sopravvive negli ideali della figlia grazie alla madre, che occuperà il seggio del marito nel primo parlamento della Birmania indipendente e nel 1953 diventerà la prima Ministra del social welfare birmano.

Negli anni sessanta, Aung San Suu Ky studia filosofia, scienze politiche e economia a Nuova Delhi e successivamente a Oxford. Intanto, a partire dal 1962, in Birmania si instaura una dittatura militare caratterizzata dalla violenta repressione degli oppositori e di qualsiasi forma di protesta. La figlia di Aung San rimpatria dopo quasi vent’anni, nel 1988, e inizia subito il suo impegno politico contro la dittatura, che la porterà a fondare nello stesso anno la Lega Nazionale per la Democrazia. Ma l’attivismo della leader è continuamente ostacolato dal regime, che l’anno dopo le impone gli arresti domiciliari, condizione a cui la donna dovrà sottostare a più riprese per diversi anni.

Le elezioni del 1990, le prime da 30 anni, vedono la netta vittoria della Lega Nazionale della Democrazia, ma la giunta dei militari rifiuta il risultato elettorale e estromette Aung San Suu Kyi dal suo stesso partito. Divenuta il simbolo dell’opposizione non violenta al regime militare, l’anno successivo viene insignita del premio Nobel per la pace (che ritirerà solo nel 2012), attirando l’attenzione dell’opinione pubblica globale. Nel corso degli anni successivi, sotto la pressione internazionale, il governo lentamente approva delle riforme che vanno verso una democratizzazione e una liberalizzazione del Paese. Ma si dovrà aspettare 20 anni prima che a Aung San Suu Kyi sia concessa dal regime la completa libertà nel 2010.

Due anni dopo, la leader si candida alle elezioni parlamentari suppletive. Il parlamento rimane ancora dominato dai sodali dell’esercito, ma la Lega Nazionale per la Democrazia guadagna consensi e visibilità, che la porteranno a guadagnare il 70% dei voti alle elezioni del 2015, considerate le prime elezioni libere del paese.

Nel 2016, Aung San Suu Kyi è nominata Ministra degli Esteri e, poco dopo, consigliera di Stato. Da allora si è visto un netto calo della sua popolarità a causa delle violenze perpetrate dall’esercito birmano contro la minoranza musulmana dei Rohingya, condannate dalla comunità internazionale.

Tuttavia, alle recenti elezioni di novembre 2020, la Lega Nazionale per la Democrazia ha incrementato i propri seggi mantenendo la maggioranza assoluta in entrambi i rami del parlamento.

Aung San Suu Kyi
Foto | UN Geneva

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Fiorentino di nascita, Web Marketing Specialist per diletto e Nerd di professione. Si nutre di cultura pop e vive la sua vita perennemente in direzione ostinata e contraria. Per Le Nius supporta l'area editoriale, in ambito politica, e l'area social. matteo@lenius.it
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