Copa América: cent’anni in cinque storie10 min read

18 Giugno 2015 Uncategorized -

Copa América: cent’anni in cinque storie10 min read

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1995 – L’altra mano de Dios

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Brasile-Argentina 1995: lo stop di mano di Tulio Maravilha

Nel febbraio del 2014, durante l’incontro tra Araxá e Mamoré, valido per la seconda divisione del Campionato Mineiro, Túlio Maravilha ha segnato su calcio di rigore il suo millesimo gol. Dopo aver segnato ha ricevuto i complimenti di compagni di squadra e dirigenti del club e si è diretto negli spogliatoi. L’unico a sostenere che i gol siano davvero 1000, in realtà, è Túlio stesso, che tiene conto anche delle amichevoli, degli allenamenti, di alcuni gol realizzati nell’estate del 1989 che il Goias non ricorda ma lui sì, perché i gol sono come i figli:

So quanti figli ho, so quanti gol ho fatto.

Chi ha provato a contattare le varie federazioni si è fermato a circa la metà delle reti. Di indiscutibile, però, c’è che la rete più celebre di Túlio avrebbe dovuto essere annullata: nel 1995, anno di grazia del centravanti brasiliano, che vince campionato e classifica cannonieri con il Botafogo, Argentina e Brasile si incontrano nei quarti di finale della Copa América. Dopo mezzora di gioco l’Albiceleste è avanti 2-1, con gol di Balbo e Batistuta e la rete del momentaneo pareggio firmata da Edmundo; nella ripresa Zagallo sostituisce Leonardo con Túlio, che all’81’ riceve un cross dalla destra, stoppa con il braccio sinistro in modo piuttosto plateale e poi conclude a rete, mentre i difensori avversari hanno già iniziato a protestare contro l’arbitro. Il direttore di gara peruviano, però, convalida il gol e fa ripetutamente segno di aver visto un tocco con il petto.

A distanza di anni, Túlio non si fa problemi a rivendicare il gesto: “La cosa più difficile non è stata stoppare la palla con la mano, ma battere il portiere, che vedevo uscire verso di me. La gente si ricorda solo del tocco con il braccio, ma la conclusione non è stata semplice”. La gioia dell’attaccante, che dopo aver contribuito a passare alle semifinali segna anche nella finale persa con l’Uruguay, sta anche nell’aver usato le mani proprio contro l’Argentina:

Si parla tanto del gol di Maradona, per una volta capiranno cosa si prova a stare dall’altra parte.

Chi di mano ferisce, di mano perisce: quando il presidente argentino Menem parla di furto, il ct del Brasile Zagallo gli risponde di chiedere a Maradona cosa sia un vero furto. Per quanto riguarda l’autore della prima e inimitabile mano de Dios, però, i due gesti non possono neanche essere paragonati. Anche se non spiega il perché.

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Classe 1988, appassionato di campionati di dubbio gusto. Scrive su Calcio Sudamericano, Canale Milan e Fantagazzetta. Venera Ibrahim Ba.
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